Charbel... matto in Dio
Charbel ubriaco in Dio!
Questo fu il titolo di uno dei primi libri scritti su Il Santo del Libano,
Charbel Makhlouf, prima della sua Canonizzazione, libro, nel quale l'autore
descrisse il legame di Padre Charbel che lo lega con Dio, con i suoi
confratelli, parlando della sua vita sofista e di mortificazione.
Charbel matto in Dio!
Questo è il titolo che possiamo dare al libro di "Padre Hanna
Iskandar" su San Charbel, testimoniato da suoi contemporanei..., perché la vita che Il
Nostro Grande Santo, non era una vita normale in parola semplice, essendo
tutto il suo agire, tutte le sue opere e tutta la sua vita, fuori della
logica umana. La sua vita era una vita costruita su delle contraddizioni
radicali che ci lasciano meravigliati e in questione... Lo è naturale che un
uomo si distacca fino a tale punto dalla sua natura umana e dalle sue
reazioni umane, per vivere come se egli fosse in un altro mondo? Naturale è
che uno si distacca a tale punto dal suo sentimento umano, fino a non volere
più incontrare sua madre ed i suoi fratelli, mandando loro altri persone per
incontrargli quando essi venivano a visitarlo? E chiediamo, se l'obbedienza
monastica che il monaco professa negando la sua volontà per obbedire ai suoi
superiori, essendo, quest'ultimi, per lui i rappresentanti di Dio, tale
obbedienza lo chiede anche di obbedire a chi hanno meno età di lui dei suoi
confratelli e a chi sono nella fase della formazione monastico-religiosa,
obbedendo ancora fino ai lavoratori, servitori e soci, che lavoravano con
lui nei campi? Infine, naturale è che egli non mangiava in stato di fame che
dopo l'ordine chiaro di venire a mangiare, sapendo bene, tutti noi, che le
ore del mangiare nei conventi ed eremi sono precise e, che il campanello che
suonava chiamando i monaci o alla preghiera o al lavoro o al mangiare,
questo suono di campanello è completamente come l'obbedienza ai superiori?
In
verità, se ci sforziamo di capire l'agire completo di San Charbel Makhlouf,
e spiegare tutto ciò con la nostra logica umana, noi saremo incapaci di
farlo, e non è nella nostra possibilità, umanamente, di interpretarlo e di
spiegarlo a chi ci chiederà di darlo il motivo della Speranza e della Fede
che sta in noi (I Pietro 3/15).
La vita di Charbel nell'eremo dei Santi Pietro e Paolo ad Annaya,
era una vita completamente distinta, e in tutte le misure. Un uomo che si è
messo a disparte, lontano dal mondo, per vivere con Dio, fino a diventare
matto in Dio... e la follia è, la maggior parte delle volte, essere attirato
verso un'altra persona, o verso un’idea o un’opinione... e tale diventa
l'altra persona, o l'idea o l'opinione alla quale si attira la
preoccupazione unica dell'uomo, non pensando più che a tutto ciò,
distaccandosi dalla realtà che egli sta vivendo...
Così era Charbel, Dio era Tutto per lui... perciò egli doveva fare
tornare tutto a Dio, essendo La Sua Unica Somiglianza, e tutti devono
cercare Lui. Legandosi il suo Destino a Dio, Egli è diventato Il Suo Unico
Scopo, e così egli poteva fare miracoli in Nome di Dio, e Dio operava in lui
e per l'intercessione sua, così egli poteva cacciare con la preghiera le
locuste che divoravano l'agricoltura, cacciarle lontano dei terreni del
convento, guarire gli ammalati per chi i superiori ordinavano a Padre
Charbel di pregare, com’era diventato possibile per lui accendere la lampada
riempita acqua al posto dell'olio.
Tante volte sentiamo tanti di "mezzi-scienziati" criticare la vita
dei monaci ed eremiti e solitari, chiedendosi del bene che essi procurano
alla società... specialmente, questa società nella quale noi viviamo,
società del profitto materiale e del consumismo, nella quale il valore
dell'uomo e quello che egli produce... società, nella quale l'uomo è
diventato produttore, come se egli fosse una macchina industriale... e come
lo è il caso della macchina industriale che si mette a parte, quando essa
supera il periodo del suo servizio, prendendo un altro al posto suo... e,
questo che accade spesso, per sfortuna, con l'uomo, e il suo valore è messo
in proporzione a quello che egli produce... e purtroppo, quando l'uomo non
produce più, in questa società consumistica, lo mettano a parte,
dimenticandolo... Questo è il distinguere tra la gente della società, e fare
differenza tra gente che produce e gente che non produce... e di loro,
secondo alcuni pensatori, gli eremiti e i solitari chi con la loro
separazione dal mondo, essi non lo danno e non danno alla società nulla...
Detto questo, esso può essere vero se noi ci fermiamo a prima vista
sulla vita di questa gente, ma se ci diamo spazio al tempo, troviamo che la
cosa non è vera assolutamente...
Questi, ai quali noi guardiamo spesso con dubbio e leggerezza, sono
essi che danno alla società a lungo e con sicurezza il progresso, lo
sviluppo e la prosperità, e di loro parla sempre La Storia, la gente si
ricorda di loro con meraviglia, mentre sono malricordati i grandi di questo
mondo che hanno vissuto nello stesso periodo di loro, e con critiche e, pure
con tante maledizioni per le catastrofe e le cose brutte che questi grandi
del mondo hanno provocato...
Chi può ricordare, per esempio, i nomi dei grandi, potenti e
sapienti che hanno vissuto nello stesso periodo di San Charbel Makhlouf...?
E noi, saremo costretti a ritornare ai libri della Storia, agli archivi e ai
manoscritti per sapere chi sono e cosa hanno fatto... Mentre L'Umanità
Intera conosce benissimo Charbel Makhlouf, e sa benissimo ancora i grandi e
tantissimi miracoli senza limiti di tempo e di luogo che Il Signore ha
compiuto sulle sue sante mani, per merito suo e per la sua santa
intercessione dappertutto, e La Chiesa lo ha onorato sui suoi Santi Altari,
costruendo al suo nome le chiese in tutti i Paesi del Mondo...
Chi conosceva un piccolo villaggio di nome d'Annaya, senza il gran
merito di San Charbel Makhlouf. Grazia a lui, Annaya è diventato una tappa
di turismo religioso, dove vengano tantissimi pellegrini e d’ogni angolo del
Globo, sia per pregare, sia per i ristoranti ed alberghi che attirano i
turisti dappertutto.
Charbel un uomo matto in Dio! Perché egli ha ascoltato Le Parole di
Cristo, vivendole alla lettera... E Cristo dice: Chi vuole più bene al suo
padre o alla sua madre o ai suoi fratelli e sorelle, di Me, egli non merita
di essere il mio discepolo... Perciò, Charbel ha considerato Cristo Il Suo
Prediletto a Chi vuole Tanto Bene, ed egli si è lasciato attirarsi a Lui,
diventandoci matto in Lui... fino La Fine...
Magari, se noi avremo preso Le Parole di Cristo seriamente in vita
nostra... così essa si cambierà radicalmente per il migliore, e noi saremo
campioni di cambiamento per il bene della vita della nostra società,
affinché si viva tutto quello che è morale, e in Spiritualità Cristiana,
alla parola e con precisione, partecipando, così dire, all'edificazione di
una società migliore, lasciando Dio Il Nostro Unico Scopo.
01/5/2007
Firma e timbro:
Vescovo Georges BouJawdeh
Intrduzione
Questo nostro libro si basa su 6 (sei) altri libri che l'hanno preceduto,
libri mai pubblicati per le cose ripetute e la mancanza della cronologia
narrativa. Perciò, abbiamo lavorato ad organizzare queste 50 (cinquanta)
testimonianze individuale in 400 pagine, formato A 4, quasi, dalle quali
abbiamo preso, in tanta precisione, questo presente Volume, in un testo
unico e comune. Inoltre, ci siamo basati su altri Fonte e Bibliografie per
riempire il vuoto, e per chiarire bene tale o tale idea. Abbiamo preferito
raccontarvi i fatti da diverse Fonte,
senza critica, analisi o commento, lasciando spazio in materia per chi
lavoreranno in merito nel futuro.
Abbiamo classificato le testimonianze come da seguito:
Capitolo I: Il racconto, quasi, storico dell'infanzia di Charbel e tutto
quello che lo segue, fino alla sua entrata nel Ordine Libanese Maronita e la
sua Ordinazione Sacerdotale, la sua vita nel convento di San Giacomo Al-Hosn
(Douma/Libano del Nord), poi il suo passaggio al convento d'Annaya e, infine
la sua vita eremitica.
Capitolo II: Il racconto di 26 soggetti/episodi della vita di San Charbel, e
in ciascuna di essa: la presentazione del tema secondo i testimoni, poi
racconti e fatti legati a questo tema.
Capitolo III: Racconto storico della sua ultima Santa Messa, la sua agonia,
la sua sepoltura, la luce e l'apertura della sua tomba, le sperimentazioni
sulla sua salma intatta, e le dichiarazioni dei medici in merito...
Non abbiamo citato il nome del/della testimone all'inizio del
racconto, ma alla fine di ognuno, per essere breve. Ed in ogni punto, mi
sono sforzato di mostrarvi, in breve sempre, i Fonte e Bibliografie, che
sono ben classificati pienamente in fondo del libro.
Certe volte, abbiamo messo di fronte ad un evento della vita di San
Charbel, Un Episodio del Santo Vangelo ben chiaro, e qualche volta, abbiamo
messo Un Titolo Evangelico in merito.
Infine, abbiamo messo a posto i Messaggi di San Charbel al signor
Raymondo Natdir, intitolati: "Le parole di San Charbel" in un Annesso, per
il motivo che sono le stesse dai detti del Santo, detti ben conosciuti,
senso e contenuto, simbolicamente ed in un riassunto chiarissimo, della sua
lettura nei libri, delle sue preghiere ordinarie, festive ed altre... nella
liturgia maronita e monastica maronita, e dalle cose vissute in casa da suoi
e ha vissuto nel suo villaggio, d'una maniera chiara ed attraente. Tutto
questo, vi darà, carissimi lettori, una dolcezza nel leggerlo, in piena
armonia con La Santa Dottrina della Chiesa, senza anticipare il suo santo
giudizio in merito.
20/5/2007
Padre
Hanna Iskandar O. L. M.
Convento Saydet AlKalaa (Nostra Signora Miracolosa della Fortezza) Menjez –
Akkar/Libano.
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