A:
La descrizione di Charbel
I-
A sapere
"Egli
era puro di cuore. Semplice di parole e gentilissimo. Molto sincera e vero",
"ed, egli era ben distinto per la sua umiltà, più umile di un agnello, e più
dolce dello spirito che cammina nei corpi. Ho vissuto con lui, ho parlato
con lui, ed ho visto che era Deposito di Virtù, e luogo della Presenza di Un
Spirito Divino Puro, e luogo di crescita delle Buone Virtù".
"Era lungo di statura, una schiena dritta, bruno di colore, dita
grande
e "fine",
"con il viso rotondo, serio, medio la bocca, il nazo e il collo",
"magro di corpo e leggero",
"e, le braccia fine. Viso leggero come il cucchiaio, ma irradia luce, ed Il
Volto di Dio è sul suo viso. Egli attira tutti i cuori a lui",
"con viso [34] un pò scuro"
"bruno"
"dovuto alle tantissime mortificazione e le lunghe notte in veglie di
preghiere, fino ad essere una pella su ossa",
"ma egli camminava come un hajal (uccello svelto),
anche nella sua vecchiaia. Ed egli era caloroso in tutto quello che faceva",
"con una barba non troppo lunga, leggera"
"media",
"ed egli lo lavava molto raro, perciò essa era intrasciata, per causa del
non lavaggio e del curarla".
"E quando lo conoscuito, egli aveva trenta anni circa",
"e non aveva capelli bianchi, i suoi capelli erano neri in gran parte, e
fino il suo decesso, circa",
"ed egli è rimasto come giovane, non c'era nel suo viso,
un pelo bianco",
"e la lunghezza della sua salma dalle spalle fino il fondo dei piedi 149 cm"
"e la sua lunghezza intera è di 160 cm".
II-
Racconti ed eventi
1-
Giallo di colore
"Quando sono andato a visitarlo per la prima volta, ho chiamato gli eremiti,
e Padre Charbel è venuto e si è meso di fronte a me con gli occhi per terra,
e le sue due mani su i suoi ginocchi in forma di croce. E non ha mai alzato
il suo sguardo verso di me, neppure verso il Frate che era in compagnia mia.
Ed egli non parlava a noi, neanche ci chiedeva niente, ma egli rispondeva a
quello che lo chiedevamo in breve e in piena umiltà. E quando sono andato a
visitarlo per la seconda volta, dopo 6 anni, il suo comportamento, come era
seduto l'altra volta, ed il suo modo di non parlare, era come la prima
volta. Non ho trovato in lui un minimo cambiamento [140] a parte il suo viso
che è diventato un pò scuro... Era giallo di coloro, e se non si notava che
i suoi occhi si muovevano, uno poteva pensare che era deceduto",
"il suo corpo si è sciolto come una candela per la sua carità verso Dio...
diventendo troppo magro e di colore giallo, troppo bruno per il fatto del
suo lavoro nei campi sotto il sole".
2-
La sua vita di tutti i giorni
"Io
lo conosco da quando stavo nel convento, un Sacerdote che celebrava La Santa
Messa, che pregava e che lavorava nei campi. Vi descrivo il suo stato, come
lo ho conosciuto e come lo ricordo. Dormivo nel convento, e quando suonava
il càmpanello molto presto di mattina, venivo in chiesa par partecipare alla
Santa Messa con i monaci. E lì trovavo Padre Charbel inginocchiato dritto
vicino la porta dietro tutti, ed egli era così a lungo, con il suo libro in
mano appogiato sul suo torace, ed il viso per terra. Poi, egli andava ai
campi, con la sua corda e il suo instrumento di lavoro manuale per lavorare
la terra, e lì egli restava fino il tramonto. Strada facendo per i campi,
egli portava nei suoi mani il suo Santo Rosario pregando, senza mai guardare
ni a destra ni a sinistra, silenciozo e senza parlare a nessuno, e certe
volte andavo nei campi per riposarmi un può del lavoro di calzature, e lì
trovavo Padre Charbel lavorando. Certe volte, egli lavorava con tutta la sua
forza la terra, senza mai alzare la testa, sforzandosi fino a sudare
moltissimo, e vedere il suo fronte sudato e il suo abito monastico
bagnatissimo di sudore. E certe volte, egli costruiva i muri, mettando le
pietre a parte, tagliando con i suoi mani l'erba davanti al seminatore. E
quando suonava il càmpanello, egli si nascondeva dove non si vede,
inginocchiendosi per terra e sulle pietre, alzandosi le sue mani, pregando
nel suo libro. Poì, egli tornava a lavorare. E se gli alberi e le pietre dei
campi parlavano, Padre Charbel parlava. Non si sentiva attorno a lui che il
suo lavorare la terra con il rumore sulle pietre, o il rumore delle pietre
con le quale costruiva i muri dei terreni, o i massi di pietre che egli
faceva, il silenzio era il suo stile permanente di vita. E, verso sera, egli
prendeva un grande masso di legna sulla sua schiena, tornando al convento,
inchinato sotto, con il suo Santo Rosario in mano, pregandolo strada di
ritorno facendo. E lungo la mia permanenza, non lo ho mai visto a tavola,
perché nelle domeniche, andavo fuori. E nei giorni lavorativi, non entravo
al reffetorio dei monaci. E nel periodo della neve e della pioggia, e nelle
domeniche e giorni di festa d'estate, egli non lasciava mai la chiesa,
neppure la sua cella".
3-
Quello che io ho visto con i miei occhi
"Lasciatemi descrivervi quello che io ho visto con i miei occhi:
egli mangiava una sola volta al giorno, secondo Il Statuto degli Eremiti. E
verso pomeriggio, per il mangiare, lo chiamava il suo confratello, ed egli
veniva con braccia chiuse, la testa inchinata, lo sguardo verso basso, il
suo cappuccio copriva i suoi occhi, e si metteva lì in piedi. Ed il suo
confratello lo ordinava a sedersi, e dopo la sua preghiera, egli si metteva
per terra, mettendo il suo abito sotto i suoi piedi, per nasconderli.
Rimaneva i bracci chiusi, con la testa e lo sguardo verso il basso, finché
il suo confratello l'ho ordinava, dicendolo: mangia. Mettendo davanti a lui
un piato di argilla. Ed egli faceva Il Segno della Santa Croce, con tanta
devozione come se fosse in chiesa, cominciando poì a mangiare, silenzioso,
calmo e con decenza. Egli non chiedeva mai in più, o questo è troppo, o
questo è salato o è dolce, neppure mai sentirlo dire che tale o tale cibo
non era squisito. Egli seguiva nel suo mangiare quello che lo diceva Il
Libro: Mangiate di quello che danno a voi. Egli non ha mai guardato attorno
a lui quello che mangiava il suo confratello. Ed il suo mangiare, era
dell'erbaggio o dei cereali cucinati con olio e certe volte con il bùrro dei
contadini. Finito il mangiare, lo ordinava l'uno dei suoi confratelli a
lavare i piatti, ed egli subito si alzava pregando ed obbedendo subito. Il
suo modo di alzarsi era immediato e senza esitazione. E quello che io ho
sentito dire anche che, egli beveva l'acqua del lavaggio dei piatti
[88], senza vederlo fare ciò, essendo egli faceva tutte le sue
mortificazione non per mostrarci davanti agli altri, ma sforzandosi di farle
di nascosto. E noi, di nascosto, cercavamo sempre il modo di vedere certe
cose del suo agire... e se cadeva un pò del cibo per terra, o dei pezzetini
di pane del suo confratello, egli coglieva la sua mancanza di attenzione per
il fatto, e raccoglieva questi pezzetini da terra per mangiarli con i grani
di terra attaccatisi sopra. E se il suo confratello si ritardava di
chiamarlo a mangiare, un ora o di più, egli non si lamentava mai e, senza
chiedere il cibo. E come il piatto non chiede mai di metterlo del cibo
dentro, così lo era Padre Charbel a non chiedersi mai del mangiare. E non lo
ho mai sentito chiedere tale o tale cibo, o sentire dire di lui che egli
abbia chiesto un cibo preferito, o lamentarsi di un cibo, o parlare del
mangiare".
4-
Come egli riceveva gli ospiti
"Ho conosciuto Padre Charbel l'estate dell'anno 1897, ed avevo 24
anni. Ed in tale periodo, tra amici, andavamo per la visita di una delle
zone alte. In tale epoca, non c'erano degli grandi alberghi, neppure delle
strade esfaltate e delle vetture. Noi andavamo in montagne, sui cavalli o
sui asini. E quel anno, coincideva il ritorno del mio amico Choukry Bek
Arkash da Parigi laureato-la laurea grande in Diritto. Ho deciso di fare una
gita per Mayrouba (Kesrwan/Monte del Libano), alla casa di Alcheikh Béchara
ElKhazen... Poì, siamo passati per le montagne di AlAkoura e di Allaklouk
(nella montagna di Jbeil-Byblos/Libano). E mentre stavamo su in quelle zone
di montagna, abbiamo voluto visitare l'Eemita della zona, ormai molto famoso
per le sue Virtù e la sua Santità. Siamo scesi ad AlOuiny. E dalla monte di
AlOuiany siamo passati all'eremo dei Santi Pietro e Paolo. E lì, ci siamo
riposati sotto l'albero che la gente ha spezzato da alcuni giorni,
prendendolo una benedizione per le loro case. E mentre il nostro compagno,
lavoratore, preparava per noi il mangiare della nostra provisione, un
monaco, alto e magro di statura, è arrivato dai campi, in mano una fàlce e
di un masso di erbe. Egli ci ha salutato senza alzare la sua testa. E noi lo
abbiamo chiesto il permesso per il riposo, nella nostra visita, e per
mangiare, ed egli ci ha dato il permesso con un gesto di accoglienza
formidabile e con una immensa gioia, comminciando a servire noi senza
sedersi in nostra compagnia, portandosi l'acqua e dell'uva. Noi lo abbiamo
chiamato a condividere con noi il cibo, ed egli si è scusato con gentilezza
e delicatezza, ripetando dicendoci: Grazie Signore, è già fatto, ho
mangiato nel convento [104], e mi ricordo del suo discorso con Choukry
Bek e delle sue risposte alle sue domande: Dio ci ha creati, ed Egli
prendi cura di noi, Dio può tutto, Egli è L'Onnipotente, noi stiamo
benissimo senza alcun merito della parte nostra, e, Dio sia con voi, e
quando noi ci siamo fermati a descrivere la bellezza degli view che stavano
davanti i nostri occhi in montagna e verso il mare... L'Eremita ha risposto:
Questo è Il Dono di Dio per tutti i Libanesi, questo posto è Un Dono del
Cielo affinchè noi diamo lode in esso al Santissimo Nome di Dio, tutto
quello che abbiamo è per Dio. Egli non ha voluto prendere di noi un
regalo, neppure un offerta. E L'Eremita ascoltava, con noi, i racconti che
si faceva il professore Arkash sulla vita degli eremiti e dei devoti in
Francia, ed Padre Charbel ci ha detto a proposito: La Francia è La
Figlia Maggiore della Chiesa. E in quei momenti, le campane di San
Maroun hanno suonato per L'Angelus, perciò ho chiesto all'Eremita di pregare
per noi La Preghiera dell'Annunziazione alla Santissima Vergine Maria, ed
egli lo ha pregata, seguita delle Litanie Mariane Lauretane e dalla
Processione di Maria Santissima. E noi ripetevamo la preghiera dopo di
lui, ed egli cantava con una voce bassa e la sua testa, sotto il cappuccio,
inchinata verso terra, con gli occhi chiusi, come Un Angelo in figura
d'uomo, essendo in Spirito in Cielo... E quando abbiamo lasciato L'Eremo...
L'Eremita, con tanta umiltà e delicatezza grandiose, si ha salutati con i
suoi sguardi dritti più lontano dello spazzio, ed i suoi mani sul suo petto,
ripetendo le parole Dio sia con voi... E ricordo che Choukry non si è
fermato di nominare L'Eremita, dicendo a noi [105]: Questi eremiti devoti,
in cime delle montagne, con la loro Purezza e le loro Virtù, sono IL Mistero
dell'Esistenza del Libano".
5-
Charbel agisce con simplicità
"Un giorno ero con lui, ed egli portava un masso di erbe spinoze
per fare il recinto della vigna, strada facendo, egli ha visto per terra un
foglietto per tabacco con il marchio di cavaliere sopra. E dopo un pò di
cammino, egli ha deposto il masso che portava per terra, e tornandosi
indietro, ha preso questo foglietto. Arrivendosi all'Eremo, egli lo ha meso
vicino Le Immagine Sacri, e si è meso in ginocchio pregando davanto a questa
figura del cavaliere. Lo ho chiesto: che stai facendo?! Ed egli mi ha
risposto: Questo è San Giorgio, e stò pregando lui. Lo ho detto
ridendo: questo è un foglietto per tabacco. Ed in silenzio, mi ha datto il
foglietto per tabacco, ed io lo buttato".
B: Charbel l'apostolo (Mc 4,18; Mt 10)
I-
A sapere
1-
I funerali
"Egli
andava ai funerali, fuori"
"nei villaggi vicini, con tanta serenità, a nome dell'obbedienza",
"all'arrivo, egli andava dritto in chiesa, mentre il Padre Superiore e gli
altri Padri, passavano prima per la casa della persona deceduta, tornando
poì in chiesa, per il funerale, e Padre Charbel pregava lì con loro",
"e dopo il funerale, egli ritornava subito, senza mangiare... e quando
davano a lui una elemosina, egli, sulla sua mano, la portava al Padre
superiore senza guardarla o vedere cosa è".
2-
Sante Messe
"Egli andava celebrare La Santa Messa per i soci del convento, di
domenica o di festa, per ordine del superiore, per piena obbedienza. E dopo
Le Sante Messe, egli tornava dritto al convento, senza parlare a nessuno per
strada".
3-
Rendere servizio (Atti degli Apostoli 26/17-18)
"Padre Charbel non era Curato di una Parrocchia, neppure un
apostolo. Ma tutte le volte che lo capitava di rendere un tale o un tale
servizio alle anime, egli lo faceva con enorme allegria. Certe volte, egli
ascoltava le Confessione di colui che lo chiedeva dai suoi confratelli
monaci e preti, dagli uomini, come me lo ha raccontato uno. I suoi consigli
erano molto costruttivi e salutari. E tutte le volte che lo chiamavano per
gli ammalati e per la gente in lutto, egli faceva tutto quello che poteva
per la loro consolazione, chiedendoli di mettersi nelle Sante Mani di Dio
Santissimo",
"pregando per loro e sopra la testa dei loro ammalati",
"ed, egli pregava ancora per i benefattori e per i peccatori, anche nella
sua Santa Messa. Egli non faceva le omelie, ma era molto generoso nei suoi
consigli per colui che lo chiedeva un consiglio".
II-
Racconti ed eventi
1-
Contenta e soddisfatta
"Un giorno, mi ha chiamato l'eremita Padre Macarios, ed ero allora
ancora laico trovandomi nella località di AlOuainy, vicino all'eremo, sono
venuto trovando su un uomo di Bekaakafra, il fratello di Padre Charbel,
accompagnata dalla sua moglie, che sono venuti a visitare l'eremo ed a fare
diventare Nazareno (vedi= Cristiano) il loro figlio bambino, e Padre Charbel
non aveva incontrato il suo fratello che per 3 minuti, dentro l'eremo.
Mentre la moglie del suo fratello, egli non l'ha incontrata per niente, ma
ella era molto contenta e molto soddisfatta con il suo figlio ed il suo
marito, malgrado che l'eremita non l'ho ha incontrata, ciò, essendo tutta la
casa di Padre Charbel santa ed amava la Santità come lui. Padre Macarios a
reso Nazareno (vedi=ha reso Cristiano il bimbu, lo ha battezzato), e Padre
Charbel non ha participato al Rito di rendere il nipote Nazareno, ed io mi
sono fatto il Padrino del bambino. E dopo un lungo periodo, la donna è
ritornata a visitare l'eremo, e passando per AlOuainy l'ho vista, ed ero già
Prete. Ed egli mi ha raccontato che il loro figlio, per il quale mi sono
fatto da Padrino, è deceduto, dicendola sempre: màmma, portami a vedere il
mio zio Padre Charbel. E quando ella mi ha visto triste e a piangere per il
decesso del suo figlio, mi ha detto: Beato lui, egli è in Cielo, senza una
sola lacrime".
2-
Egli ha rifiutato di battezzare
"Una volta, la mia madre ha portato il mio fratello Boutros per
battezzarlo da Padre Charbel, all'eremo del Convento di San Maroun, ed egli
non ha voluto incontrarla, ma ha parlato a lei poche parole da dentro
l'eremo, ed essa era fuori la porta chiusa e senza vedersi. Ed egli ha
rifiutato di battezzare il bambino di persona. Ma, lo ha battezzato
l'eremita che stava con lui. E non ha voluto che la mia madre, figlia del
suo fratello, entrare nella chiesa dell'eremo per partecipare alla sua Santa
Messa, ma ella ha participato da un buco della porta chiusa della chiesa".
3-
"Battezzati loro" (Mt 28/19)
"Io, il Sacerdote Charbel Bekaakfra, ho battezzato Mikhael il
figlio di Roufael RizkAllah AlChababy, il 08 dicembre l'anno 1873".
"Ha ricevuto il Sacramento del Battesimo dal nostro mano, Boutros
da Bekaakafra, il suo Padrino è il Curato Mikhael ElKhoury Chekhnayya, il 07
di settembre l'anno 1887. Firma: Padre Charbel l'eremita".
4-
"Guariti gli ammalati" (Mt 10/8)
"Una volta, per ordine del Patriarca Boulos Massaad, è andato a
Keswan (Libano) per pregare su figli ammalati di Cheikh Salloum ElDahdeh. E
Cheikh Salloum ElDahdeh aveva cinque figli, tre dai quali sono deceduti per
la tuberculose, e due si sono ammalati dalla stessa malattia. Il loro padre
ha chiesto al Padre superiore (del convento di San Maroun di Annaya), di
mandarlo Padre Charbel passare un periodo da loro, e pregare per la
guargione dai suoi due figli. Ed egli è andato, accompagnato da Frate
Boutros AlMechmechany
e da Padre Youssef AlKfoury, passando un mese circa nella casa del Cheikh
su-indicato, fino alla guarigione dei suoi due figli",
"ed al suo ritorno all'eremo, sono salito lì a posto chiederlo: come stai?
cosa hai visto per strada tua? Ed egli mi ha risposto: Sono andato da qui,
poì sono ritornato da lì".
5-
Che si convertino a Dio (At 20/21)
"La
Settimana Santa, uno degli anni, Padre Elias AlMechmchany il superiore del
Convento di San Maroun di Annaya, lo ha mandato a Kfarbaal, dai soci del
convento a loro servizio spirituale, nel periodo della Santa Pasqua, essendo
il loro Curato un pò incapace nelle Conoscenze Teologiche. Padre Charbel a
accettato il santo ordine del superiore, passando tutta La Settimana Santa a
servigli spiritualmente a nome della Santa Obbedienza".
6-
Compio il Servizio che ho ricevuto dal Signore Gesù (At
20/24)
"Sò che egli viveva una Vita Angelica, vivendo da Santo Sacerdote,
in tutto. Egli non parlava con nessuno dei suoi confratelli monaci, ma egli
rispondeva. Non ricordo che egli abbia preso la parola in prima. Egli
passava i suoi tempi in chiesa o nel lavoro dei campi. E nonostante che egli
era Sacerdote, non faceva niente che per ordine del capo dei campi. E quando
il capo dei campi si assentava, Padre Charbel chiedeva il permesso nel
lavoro da uno dai suoi confratelli e da uno dei servitori. Non chiedeva mai
d'uscire dal convento per servire una Parrocchia o per tale o tale impegno.
Ed una volta, egli ha celebrato La Santa Messa a Kfarbaal, qualcuno lo ha
datto una elemosina, ed egli lo ha lasciata in mano suo dritto per il
convento, egli lo ha datta direttemente al Padre superiore, dicendolo:
Tenga, questa è l'elomosina della Santa Messa che mi hanno datta".
7-
Egli chi chiedeva di copiare per lui
"Padre Charbel mi chiedeva, e dal mio fratello Mikhael
diventato monaco più tardi, di venire da lui all'eremo le domeniche,
chiedendosi di copiare per lui i libri di Sant'Antonio e di San Cipriano,
per darli a coloro che li chiedono a lui, mettendoli nelle loro case e negli
loro alberi di baco di seta. E venivo da lui, per circa 4 anni. E avevo
quando ho conosciuto Padre Charbel circa 18 anni".
8-
La gente corre all'incontro di Padre Charbel (Mc 3/9-10)
"Quando egli arrivava ad un villaggio, per partecipare ai funerali,
andava dritto per la chiesa, rimanendo in essa fino l'uscita completa dei
Fedeli, tornando subito nel convento. Non chiede della folla immensa attorno
a lui, e dalla loro grande stima per lui, folla che al sentire il suo
arrivo, si metteva ad incontrarlo per benidire loro l'acqua".
9-
"IL mio cibo non lo conoscete" (Gv 4/32)
"Una volta, egli era e alcuni dei Preti del convento ad un funerale
nel villaggio di Mechmech, e dopo la fine della preghiera per il defunto,
furono invitati a pranzo [36], a parte Padre Charbel, non era stato
chiamato, sapendo già che egli rifiutava. Mentre egli, quando trovava
l'occasione buona, tornava dritto al convento".
10- Convito della Carità
"Padre Charbel, una volta, su ordine del suo superiore è venuto per
celebrare La Santa Messa per I Fedeli di Kfarbaal. Il mio nonno lo ha
chiesto di offrire La Santa Messa per i suoi defunti, e egli ha accettato. E
dopo La Celebrazione Eucaristica, il mio nonno ha offerto a lui un
fazzioletto con del denaro come elemosina per La Santa Messa, dentro, e
Padre Charbel, a sapere quello che stava dentro, ha rifiutato di
utilizzarla, e ha detto al mio nonno: datela voi direttemente al Padre
superiore".
11- O giovani! Alzati! (Lc 7/14)
"Il mio padre fu malato di tifoide. Il suo stato di saluto fu molto
grave, fino a perdere la sua coscienza. Lo curavano medici di quei epoca,
(medici) senza diploma. Essi hanno trovato che il suo caso era disperato.
Ed, essi non sono più venuti a curarlo",
"ed era in agonia",
"perciò, i suoi fratelli e le sorelle e familiari hanno chiesto l'aiuto di
Padre Charbel, ed era il nostro vicino, chiedendo(lo) al superiore del
convento"
"Padre Elias AlMechmchany"
"di ordinare a Padre Charbel di venire pregare per lui, ed egli è venuto
subito a casa nostra accettando l'ordine del superiore",
"di notte",
"e la gente, uomini e donne erano lì, ma quando le donne hanno saputo
l'arrivo di Padre Charbel, si sono uscite dalla casa, a parte la mia madre
che si è coperta da una coperta per non lasciarsi vedere da Padre Charbel.
Quando Padre Charbel fu entrato in casa, salendo il gradino, egli si è
fermato chiamendo il mio padre: O Risha! per tre volte, ed il mio
padre ha aperto i suoi occhi. E Padre Charbel lo ha detto: Non abbi paura.
Egli lo vuoleva tanto bene, essendo stato il suo diacono, servandolo La
Santa Messa, certe volte. Padre Charbel ha pregato per lui, benedicendo
dell'acqua, benedicendo il mio padre con l'acqua benedetta e dandola a lui
per berne. Poì, Padre Charbel è ritornato al suo eremo dicendo: Non c'è
ne più paura per la sua salute. In realtà, il mio padre si è
risvegliato, ha mangiato e ha bevuto. E poco dopo ciò, egli fu completamente
guarito ed si è alzato dal letto".
12- Date lui da mangiare! (Mc 5/43)
"Una volta, stava malato il mio zio materno il dottore Najib Bek
ElKhoury, rischiando la sua vita. La mia nonna, sua madre, ha chiesto a
Padre Charbel di venire pregare per lui e Dio lo guarirà, essendo il mio
nonno medico, egli stesso si è reso conto che la sua salute è in gran
pericolo. All'arrivo del messaggero da Padre Charbel, ha chiesto la sua
venuta, ed egli lo ha risposto: Vieni di notte. Ma, il messaggero lo
ha spiegato che il malato era in stato molto grave, e che non può aspettare,
a sentirlo Padre Charbel lo ha risposto: Partiamo subito, ma non voglio
che mi veda nessuno",
"per umiltà sua, affinché di non attirare l'attenzione della gente",
"all'arrivo a casa dell'ammalato, quest'ultimo aveva una febbre altissima ed
era in stato di coma. Si è ammalato di tifoide. Padre Charbel ha pregato per
lui, asciugando il suo fronte con un velo ch'egli aveva, bagnato con poca
acqua. Ed egli ha aperto i suoi occhi subito",
"dopo che egli era in coma da giorni, pronunciando queste due parole:
nostro Padre Charbel?!
"La sua madre lo ha detto: baccia le mani di Padre Charbel! ed egli lo ha
subito fatto",
"e Padre Charbel ha detto ai presenti: Rendete Gloria a Dio, Egli ha
guarito l'ammalato"
"date lui da mangiare! Ma, essi hanno esitato a farlo, essendo
l'ammalato stato infetto di tifoide, ed hanno pensato che il cibo lo
amasserà. Ma, Padre Charbel ha insistito che si dìa a lui da mangiare,
ed egli è ripartito. Allora, essi hanno datto a lui del cibo, egli ha
mangiato e ha ripreso bene la sua salute. E dopo qualchi istanti, il suo
padre il mio nonno è ritornato a casa, ed essi lo hanno raccontato quello
che ha compiuto Padre Charbel. E la risposta del nonno fu che, tutto è
finito. Se c'era qualche speranza prima del mangiare, ora è sparita. Ma, il
giovani fu guarito, vivendo a lungo, diventando medico, e vivendo per 85
anni. Ed egli ha curato Padre Charbel, parecchio volte in vita sua".
13- "Talita qoumy" = "O giovinetta alzati" (Mc 5/41)
"Una volta lui fu chiesto, di pregare per Gerges Gebrael del mio
villaggio Ehmej, ammalato malattia pesante, ed egli è andato pregare per
lui, e per ordine del superiore ha passato la notte da lui, e Dio lo ha
guarito per merito della preghiera di Padre Charbel".
14- Per pregare su di loro (Mc 6/5)
"E mi ricordo una volta, le locuste (cavallette) si sono abbattute
sulla zona, incluso Ehmej. I custodi dei campi di Ehmej sono venuti dal
Padre superiore chiedendolo di autorizzare a Padre Charbel, di accompagnarli
pregare per allontanare questa catastrofe dal loro territorio. Egli è venuto
con loro, e con l'acqua che ha benedetta, ha allontanato questi insetti dai
loro terreni. E lì, nel villaggio, c'eranno, in una casa, degli ammalati con
la febbre altissima, perciò lo fu chiesto di andare pregare su di loro. Ma,
egli ha risposto, che non poteva andare da loro che su ordine del custode
dei campi, per il fatto che il Superiore del convento lo ha meso a sua
disposizione. E il custode lo ha detto: Come posso dare ordine a lei,
che sei monaco?! Padre Charbel, rispondando: Il Padre superiore mi ha
meso a tua disposizione, ed io sono sotto il tuo ordine, vado su ordine dove
me lo chiede. Allora, il custode ha detto al richiedente che Padre
Charbel può andare a pregare sugli ammalati. Partando lì, egli ha pregato su
di loro".
15- "Lazzaro è morto!" (Gv 11/14)
"Un giorno, fu chiamato il mio nonno paterno Boutros Saba ElKhoury
- che praticava la medecina araba, ed era più bravo degli altri della nostra
famiglia -, per un ammalato di una famiglia borghese di Amchit, di nome
Gebrael Sleiman Abbas, da chi è rimasto per 4-5 giorni, curandolo. E quando
fu disperato per la sua guariggione, provando tutto il possibile, egli ha
mandato un messaggero al mio padre, dicendolo: Vai all'eremo dei Santi
Pietro e Paolo e chiede l'arrivo di Padre Charbel L'Eremita qui, a Amchit,
per pregare sul malato e per la sua guariggione. Il mio padre ha subito
esaudito la richiesta del mio nonno, arrivando all'eremo di pomeriggio,
chiedendo a Padre Charbel di venire a Amchit per tale missione. All'inizio,
Padre Charbel ha esitato di farlo, accettando poì, a condizione di chiedere
il permesso del Padre superiore Elias AlMechmchany a proposito. Dopo il
permesso del Padre superiore, Padre Charbel ha cominciato di preparare la
làmpada d'olio per la strada, partando di sera, per non vedere nessuno e non
essere visto da nessuno, come lo faceva d'abitudine lungo la sua vita
all'eremo. E dopo una lunga camminata, in compagnia di Padre Maroun Mechmech,
di Frate Elias AlMehriny e di un servitore del convento che guidava l'asino,
Padre Charbel ha detto ai suoi compagni: Andiamoci a compiere l'ordine
dell'Obbedienza. A loro arrivo ad un punto sopra Mehrin, Padre Charbel
si è fermato stupito, lui che non c'era sul dòrso dell'asino, rifiutando di
farlo dicendo: Non posso, temo di cadere, perché mai in vita mia mi sono
salito su dòrso d'asino, ed a vederlo così fermo dello stupore, il padre
del Sotto-Prefetto lo ha chiesto: Cosa avete? Vogliamo camminare più in
fretta! Ed egli ha detto al mio padre chi era distante di circa 20 metri o
di più da lui, sul suo cavallo: Ascolta! Ascolta! Dicono che egli è
morto?! In quel momento il mio padre si è fermato con il suo cavallo,
dicendo a Padre Charbel: Con chi stai parlando? E Padre Charbel ha ripreso:
Dicono che egli è morto?! Il mio padre lo ha chiesto: Perché stai
dicendo questo? Con chi stai parlando Padre Charbel? Allora, Padre Charbel
si è indirizzato al mio padre, dicendolo: Prega L'Angelus, preghiamo per
l'uomo malato perché egli è morto! E mettandosi in ginocchio, egli ha
cominciato a pregare. Ed il mio padre, agitato, ha fatto Il Segno della
Santa Croce, sceso dal dòrso del suo cavallo, egli si è avvicinato con una
grandissima devozione da Padre Charbel, agitato alla grande e supplicando
con insistenza Padre Charbel di continuare di camminare con lui, guardando
al suo orologio per vedere l'ora di quello che ha pronunciato Padre Charbel
a proposito dell'ammalato morto. Padre Maroun ha chiesto a Padre Charbel:
Procediamo nel nostro cammino, per obbedienza al Padre superiore. E dopo un
pò d'esitazione, egli ha accettato di proseguire la strada, e dopo che il
mio padre lo ha parlato delle difficoltà che ci sono a tale ora molto tardi
di notte se egli vuole tornare all'eremo. Allora, Padre Charbel ha camminato
insieme al mio padre, ma con passi lenti e con esitazione, come si dice: un
passo in avanti, un passo indietro, ripetendolo (al mio padre) durante il
cammino e dopo l'accaduto: Non c'è ne profito del andare... non c'è ne
bisogno di continuare il cammino, perché la missione che mi ha affidata il
Padre superiore è compiuta, non c'è ne più bisogno, perché l'ammalato è
deceduto. Ma, il mio padre, visto l'insistenza del mio nonno (di fare
arrivare Padre Charbel, a Amchit, per pregare sull'ammalato), e per il fatto
di non essere convinto del decesso dell'ammalato, ha insistito a Padre
Charbel di continuare la strada, e dopo il cammino di 1 ora e mezza, e a
distanza di 500 (cinquecento) metri circa della casa dell'ammalato, hanno
sentito piangere forte. In quei momenti, hanno avuto la confirma che
l'ammalato è deceduto. Allora, il mio padre ha cominciato a chiedere a Padre
Charbel come egli abbia saputo a distanza l'accaduto, in un luogo distante 1
(un) ora e mezzo
da Amchit, da dove non si poteva sentire ni voce, neppure vedere la città
(di Amchit) da lì. Ma Padre Charbel continuava la sua preghiera, senza una
parola. Ed all'arrivo del mio padre a casa del defunto, ha chiesto,
esaminendo, l'ora del decesso dell'uomo ammalato, e la risposta fu la stesso
ora del detto di Padre Charbel, quando egli si è fermato, lontano ancora,
dicendo: Dicono che egli è morto! In quel momento, il mio padre a
raccontato a tutti quello che è successo per strada, e quest'ultimi si sono
rimasti stupiti, cominciandosi a lamentarsi per il fatto che essi non
abbiano chiamato Padre Charbel quanto in prima. E la cosa fu diffusa a
Amchit e zone vicine, ed il mio padre ha ripetuto l'accaduto per 20 volte
circa sul mio sentire, e a tantissimi persone, Preti e gente benconosciuta
del paese. In seguito a quello che è successo, la gente chiita (musulmani)
di Hjoula e Bechtilda e Almat, sono venuti tutti da Padre Charbel per essere
benedetti da lui, portavandolo i loro ammalati chiedendo per loro la
guariggione. Mentre Padre Charbel, non ho mai sentito da lui quest'accaduto
o altri miracoli che si compievano sulle sue mani, e che la gente si
raccontava".
16- L'ammalato è morto!
"Youssef figlio di Elias Antoun, una volta fu ammalato di una
malattia grave. I suoi genitori hanno chiesto Padre Charbel dal suo
superiore, per venire e pregare su lui. Allora, Padre Charbel è partito con
un messaggero, per ordine dell'Obbedienza. A metà strada, egli si è fermato
stupito, per circa 5 minuti. Poì, egli ha detto al messaggero... sono di
ritorno all'eremo"
"non c'è ne più bisogno di andare a Mechmech, l'ammalato, Dio lo ha
chiamato a Sé adesso",
"ed l'ammalato è veramente deceduto nello stesso momento nel quale Charbel è
ritornato dalla strada di Mechmech per l'eremo".
17- I chiiti (musulmani) correvano dietro Padre Charbel
chiedendolo la sua benedizione
"Mi ricordo, una volta, le locuste hanno invaso le proprietà del
villaggio di Tourzaya, villaggio Cristiano, ed una parte per i chiiti
(musulmani). I Cristiani e i soci del convento sono venuti da Padre Charbel,
dicendolo: Ti supplichiamo o nostro Padre Charbel di aiutarci. Egli ha
mandato loro dal Padre superiore che ha chiesto a Padre Charbel di partire
con loro. Arrivando lì, egli ha benedetto l'acqua e ha cominciato ad
aspergerla, assistito da un altro monaco. Allora, quelle locuste hanno
lasciato le proprietà dei Cristiani e sono andate alle proprietà dei chiiti
(musulmani). In quel momento, i chiiti (musulmani) hanno cominciato a
correre dietro a Padre Charbel supplicandolo di benedire i loro campi
salvando le loro agriculture di quei insetti feroci. Padre Charbel ha
continuato l'aspersione dell'acqua benedetta nei loro terreni. E le locuste
sono partiti dai loro campi e completamente dalla zona intera, per merito di
Padre Charbel e La Sua Acqua Benedetta".
18- Questi insetti divoratori delle agriculture (le locuste)
non può casciarli che Padre Charbel (Mc 4/35-41)
"Sassine ElKhoury un familiare nostro da Ehmej, mi ha raccontato
che, una volta gli insetti divoratori delle agriculture (le locuste) hanno
invaso il Paese, nel periodo della presenza di Padre Charbel all'eremo.
Grande quantità di quei insetti sono abbattuti su tutte le agriculture e su
tutti gli alberi di Almat vicino Ehmej. Allora, un certo Gebrael è andato da
Padre Charbel, perché tutti dicevano: Non si può più, bisogno chiamare Padre
Charbel. Davanti all'eremo, e in direzione di Ehmej, Padre Charbel ha
pregato sull'acqua, aspergandola poì in direzione di Ehmej. E dopo il
ritorno di Gebrael Sassine a Ehmej, ha trovato che quei insetti divoratori
che erano tanto, sono partiti, e l'agricultura e gli alberi furono salvati".
"E mi ricordo che una volta gli insetti divoratori delle agriculture (le
locuste) hanno invaso la zona, incluso Ehmej. I custodi dei campi di Ehmej,
sono venuti al convento chiedando al Padre superiore di mandarli Padre
Charbel in compagnia loro, per pregare su quei insetti e casciarli dalla
loro zona. E Padre Charbel, pregando sull'acqua, lo ha aspersa sugli insetti
che sono ripartiti subito".
C: Lavoro e preghiera
I-
A sapare
"Il novizio deve stare nel silenzio, essere calmo e bravo nel suo
lavoro. Egli non deve scegliere per sé la cosa buona, lasciando per gli
altri quella male. Ma, egli deve scegliere per se stesso la cosa di meno, e
lasciare agli altri la cosa buona... facendo tutto ciò con umiltà...
sottomettendosi ai lavori più umili del convento, e le cose più modesti che
servono... per salvarsi del voler bene proprio che, senza il quale Gehenne
non esisterebbe",
"Perciò, Padre Charbel non aveva un mestiere preciso nel convento, a parte
La Santa Messa, La Preghiera ed il lavoro nei campi. Il suo lavoro, in gran
parte, era pulire i campi dalle pietre, e la costruzione dei muri davanti al
seminatore",
"ed prima del suo ingresso all'eremo, egli aiutava il pastore del gregge a
custodire le capre, a pascolarle e servirle",
"senza mai conoscere un tempo perso, ma egli era molto fervente nelle sue
preghiere e in tutta la sua vita spirituale, silensiozo, con pochissime
parole",
"egli odiava il riposo, (viveva) senza la voglia di dormire, essendo (egli)
contro la desoccuppazione e contro il riposo, innamorato delle
mortificazione e del lavoro".
"Tutta la sua vita monastica, di 50 anni circa, era una vita di
preghiera, di lavoro e di silenzio",
"egli lavorava con i Frati e con i servitori nei campi, malgrado che egli
era Prete devoto e ben rispettato, lavorando lì fino alle campane della
preghiera. Allora, egli chiedeva al Frate capo dei campi, o al servitore in
assenza di quest'ultimo, permetterlo di ritornare in chiesa, per la
preghiera dell'Ufficio Divino",
"ed, egli si inginocchiava per terra e sulle pietre, pregando il suo Divin
Ufficio".
"Egli lavorava con serietà e tanta voglia, senza guardare attorno a
lui, neppure prendere riposo, rimanendo nel suo lavoro, fino l'arrivo del
suo confratello chiederlo di fermarsi a lavorare. E abbiamo visto le sue
mani deformati per il fatto di lavorare troppo",
"e quando voleva divertirsi, egli andava lavorando per raccogliere i sassi
della vigna",
"e non lo ho mai visto che lavorando nella vigna dell'eremo, o nei campi",
"lavori molto duri",
"ed era come una macchina, lavorava con tutto il suo cuore, fermandosi poco,
per fare Il Segno della Santa Croce sul suo viso d'un modo frequente,
essendo in preghiera continua e anche durante il suo lavoro",
"e se il servitore del convento lo chiedeva di portare l'aratro, egli lo
portava subito".
"Egli non si assentava mai dai lavori dei campi, ni nel periodo del
freddo, neppure di caldo. Quando lo ordinavano di portare un masso secco
d'erbe, o altre cose, egli lo faceva con tanta voglia e portava quello che
poteva e di più, senza mai dire, che il peso era pesante o leggero. Non lo
ho mai sentito lamentarsi, neppure arrabiarsi, ma sempre egli era mite, e
noi avevamo una grande stima per lui, evitandosi di disturbarlo all'ora del
suo lavoro".
II-
Racconti ed Eventi
1-
Come egli passava la sua giornata?
"Egli celebrava La Santa Messa di mattina, partando poì al suo
lavoro, senza pausa o senza mai perdere tempo. Ma, egli non partiva mai
senza l'ordine del suo superiore o dell'incaricato del lavoro. Egli partiva
a piedi per il suo lavoro nel campo lontano o vicino, o nella vigna, senza
parlare a nessuno per strada, e senza mai guardare ni a destra ni a
sinistra. E, si qualcuno lo diceva: Gloria sia a Dio, egli lo rispondeva:
Dio ti benedica. All'arrivo al suo lavoro, subito egli prendeva il suo
istrumento per i lavori dei campi, con tanta voglia e tanta forza, come se
egli fosse un servitore, a chi più che si lavora, più si dà. Per lui, se il
capo dei campi era Sacerdote o Frate o servitore, tutti erano uguali perché
rapresentavano l'Autorità che è da Dio. Lo ho visto lavorare lavori duri e
senza prendere riposo. E quando gli altri facevano sosta di riposo prendendo
l'acqua fresca, divertandosi un pò nel raccontarsi le cose, egli si metteva
da solo in disparte, senza parlare e senza bere, come se fosse aspettare di
ritornare al lavoro con tanta pazienza. E senza l'ordine dell'Obbedienza,
egli non si riposava mai. Egli lavorava con tanto zelo, e si fatigava molto
nei suoi lavori fino a sudare duro. I monaci e i servitore, attorno a lui,
lo stimavano moltissimo, rispettando le sue virtù, ed evitavano di parlare
davanti a lui di cose inutili. E si il capo dei lavori nei campi partiva,
Padre Charbel rimaneva lì a lavorare fino tardi. Egli lavorava in
continuazione, di fervente in più fervente ancora alla fine del suo lavoro,
senza mai attirare l'attenzione del capo dei lavori nei campi sulla fine dei
lavori, perché egli non si opponeva a nessuno. E se il capo dei lavori nei
campi si ritardava a chiamare Padre Charbel e gli monaci a mangiare a mezzo
giorno, egli non si lamentava mai, senza dire mai neppure una volta che
abbiamo fame o siamo stanchi. Questa parola non è mai venuta sul suo
pensiero, neppure mai pronunciata da bocca sua. Sia all'andata ai lavori nei
campi, sia al ritorno, egli pregava il suo Santo Rosario. Egli non conosceva
mai la disoccupazione. E di giorno, egli pregava il suo Ufficio Divino
inginocchiato, e non lo ho mai visto pregarlo seduto. Nel suo lavoro, egli
guardava sempre per terra, e le suoi mani sono diventate già rigide e le
loro pelle secche dai lavori duri e continui. E nel periodo della mietittura
del grano duro, sotto il caldo tremendo, egli aveva il suo cappuccio che lo
copriva gli occhi, come d'inverno. E durante tutta la mia lunga vita con
lui, non lo ho mai visto senza il suo cappuccio religioso sulla testa. Tutti
lo conoscevano molto bene, e nessuno aveva il coraggio di scherzàre davanti
a lui, o parlarlo di cose mondane che stanno succedando, essendo egli mai
preoccupato per esse, neppure per quello che stà succendo nell'Ordine, ma
tutta il suo pensiero era nel suo lavoro personale nell'Obbedienza piena, e
tutto il resto lo affidava alla Provvidenza Divina. Perciò, ho detto di lui
che era distinto da altri monaci. Egli fuggiva anche dalle donne e della
compagnia del mondo, e tutti conoscevano il suo santo agire, perciò essi
l'evitavano, e scappavano da davanti a lui, per pieno rispetto alle sue
virtù".
2-
È andato in chiesa pregare
"Padre Elias AlMechmchany mi ha chiamato da circa 40/45 anni,
per la costruzione di un forno per il convento di San Maroun di Annaya. E
quando lo ho chiesto operai per aiutarmi, Padre Charbel era uno di loro.
Egli ha lavorato con me per 6 giorni, ed era un esempio di perfezione,
perché egli mi ha chiesto: Cosa volete che io faccio? Ed io lo ho
risposto: pietre, ed pezzetini di pietre e terra bagnata per costruzione.
Egli ha cominciato a darmi tutto ciò con tanto voglia, portando le pietre
pesante sul suo petto, e portandole poì su. Egli prendeva con mani piene i
pezzetini di pietre, ed il sangue usciva da sotto i suoi onghi. Dicevo lui:
no! no! maestro mio, non deve stancarti così di tale modo, piano piano. Egli
non rispondeva e continuava quel lavoro pesante. Egli ha passato tutto la
settimana a lavorare con me, senza mai pronunciare una parola, e senza farmi
una domanda, a parte questa parola: Cosa vuoi? Ed io avevo tanta
compassione per lui, sforzandomi sempre di renderlo il lavoro più leggero.
Noi prendevamo pausa, ma egli andava in chiesa pregare".
3-
Subito in chiesa
"Quando si faceva il pane di notte nel forno del convento, i monaci
si succedevano l'uno all'altro, e Padre Charbel faceva questo servizio come
i suoi confratelli monaci, ed egli veniva dall'eremo di sera ed entrava
subito in chiesa, dove egli rimanva fino a mezzanotte, in attesa della
fermentazione della pasta per iniziare a fare il pane, allora il Frate che
teneva la riserva lo chiamava ad aiutare i suoi confratelli, egli aiutava
loro a fare il pane fino la fine, per risalire in seguito direttemente
all'eremo, dove, al suo arrivo su, egli celebrava La Santa Messa".
4-
Egli non lasciava una minima occazione
"Prima del suo ingresso all'eremo, egli lavorava con i monaci nei
campi, e quando veniva a portarli il cibo dal convento, egli depositava il
contenitore dal cuoco per riempirlo di cibo, entrando subito in chiesa per
stare da solo con Il Santissimo Sacramento nel Santo Tabernacolo, e questo
significa che egli non lasciava una minima occasione, senza passarla davanti
al Santissimo, o nei lavori".
5-
Silenzioso nonostante quello che lo chiedevano a lavorare
(Mt
5/11-12 e 41)
"I
monaci che avevano tutto il convento in mano, in gran parte, erano tutti da
Machmech, e Padre Charbel era l'unico in mezzo a loro dalla zona di AlJebbet
(Jebbet Beccharré/Libano del nord). Egli era silenzioso e faceva tutto
quello che lo chiedevano fare, senza dire mai di no, e senza murmurare mai,
e nessuno aveva compassione di lui, neppure lui prendeva cura di se stesso.
E Frate Francis
che si occupava della riserva, fratello del Padre superiore, faceva lavorare
Padre Charbel lavori duri senza compassione e sgridendolo, e Padre Charbel
obbediva sempre, nonostante che l'altro era Frate e lui Sacerdote, obbedando
dunque al su-indicato Frate, come al superiore. Subito dopo il suo ritorno
dai campi portando la legna pesante fino ad inchinarsi sotto verso terra,
quel Frate lo ordinava a compiere un altro lavoro, tipo portare l'acqua o
altro. Ed una volta, lo hanno ordinato a portare l'acqua nel secchio per
irrigare il tabacco, ed egli è rimasto tutto il giorno a farlo fino a
spelare la pelle della sua mano".
6-
La pietra toccava la sua pelle
"Un giorno, io
l'aiutavo a portare delle pietre sulla sua schiena, senza ch'egli utilizzava
mai un tappetino isolante, ma egli le portava sulla sua soutana e sulla sua
camicia. Egli portava sempre le pietre di tale modo, finché lo strappo del
suo abito monastico e della sua camicia dalla sua schiena, e le pietre hanno
cominciato a toccare duro la sua pelle, ed io avevo piena compassione di
lui, specialmente ch'egli è Prete, e poì, egli è andato dal Padre superiore
dicendolo con umiltà e voce bassa: Guarda al mio abito monastico.
Allora, il Padre superiore l'ho ha ordinato un altro abito monastico".
7-
Egli lo faceva con gioia e pazienza
"L'ho visto
portare della legna sulla sua schiena, e, sulla sua schiena, l'ho visto
portare anche delle pietre dentro un cesto. E l'ho visto lavorare con l'istrumento
manuale dei campi nella vigna, fino sera. Egli non si riposava mai, ed egli
non lasciava mai i suoi lavori che, su chiamata del suo compagno di lavoro
per mangiare o per fare un altro lavoro. Egli lavorava con tanta voglia,
ardemente. Se il suo compagno l'ho ordinava di portare un soprapeso, egli lo
faceva senza mai lamentarsi. E se il suo campagno lo chiedeva di compiere un
lavoro pesantissimo, egli l'ho compiva con tanta gioia e con tanta pazienza,
senza mai sentire da lui una parole di lamento. Se l'istrumento manuele dei
lavori nei campi rispondeva al suo padrone dicendolo di renderlo il lavoro
meno pesanti, allora Padre Charbel rispondeva o chiedeva scusa a non poter
fare tale o tale lavoro. Egli lavorava con il suo cappuccio sugli suoi
occhi. Il suo sguardo è sempre verso terra, nelle ore del lavoro o nelle
altre ore. Il suo sudore scorreva da lui durante il suo lavoro, senza mai
levare il suo cappuccio ad asciugarlo e senza mai fermarsi per riposarsi, ma
il suo cappuccio era avvolto da un ramo della vite".
8-
Cosa vuoi che io faccio?
"Egli era un
monaco di lavoro, di preghiera e di silenzio",
"e nessuno sentiva la sua voce. E noi soci del convento, lavorando con i
monaci nei campi, non l'abbiamo mai sentito dire che – con le bracce chiuse,
testa incchinata ed a bassa voce - questa parola: Cosa vuoi che io
faccio?
"Ai momenti della Preghiera, egli si inginocchiava sul posto. Ed, egli non
ha mai conosciuto il divertimento, neppure il riposo, in vita sua".
9-
Egli faceva sempre Il Santo Segno della Santa Croce
"E l'offerta
speciale è che, tutte le volte che tu inizia un tale o tale lavoro, fai
sempre Il Santo Segno della Santa Croce sul tuo volto, poì offri quel lavoro
a Dio, dicendo: Io Ti offro O Mio Signore e Mio Dio, il mio cuore e la
mia anima con questo lavoro, dammi O Dio la forza di compierlo secondo La
Tua Santa Volontà, e che mio questo lavoro sia per piacere a Te e per La
Gloria della Tua Divinità",
perciò quando "egli veniva con noi novizii nei campi lavorare, egli lavorava
come uno di noi. Io lavoravo la terra con l'aratro sul vitello, ed egli
lavorava la terra manualmente dietro di me. Ed ogni tanto, egli faceva Il
Santo Segno della Santa Croce, conservando il profondo silenzio. Egli non
parlava una parola sola con me e con gli altri. E se si faceva una domanda a
lui, egli rispondeva con la parola si o no, o con poche parole
ben precise, e questo fu la sua abitudine. Egli lavorava duro nei lavori dei
campi, senza mai pensare a fare riposare il suo corpo".
D:
La povertà di Charbel
(Mc 10,21)
I-
A sapere
-
Povertà materiale
"Perché l'uomo va dietro l'oro?! Per dare un valore a se
stesso?! L'uomo è più presiozo dell'oro, l'uomo è il figlio di Dio, e il suo
valore è dentro di se",
"Perciò Padre Charbel era molto preciso nel conservare la Virtù della
Povertà",
"Il monaco non deve avere cose personale",
"Padre Charbel non ha mai toccato con le mani sue denaro in argento o in
oro. Egli usava le cose le più modeste, senza mai permettere che siano
dimenticate a parte, per motivo dell'osservanza del Voto della Povertà. In
grosso, egli era povero, anche nel modo del suo mangiare e del suo bere",
"I suoi abiti erano poverissimi e vecchii. Le sue mani erano deformate dai
lavori duri. Egli non ha posseduto mai un giorno un ufficio a farlo, ma
tutto il suo agire era nelle mani dei suoi superiori",
"egli prendeva grande cura delle cose del convento",
"senza mai buttare una cosa, piccola o grande sia",
"anche se era un piccolo ramo d'erbe che si mangiano",
"e se egli trovava un grano d'uva sotto la vigna, o un pezzettino di pane
per strada, lo raccoglieva e lo portava in cucina. Egli non ha mai fatto
spendere all'Ordine il costo di una nuova sotana monastica, su richiesta
sua. Ma, egli portava sempre degli abiti molto vecchii, tanto usati dai suoi
confratelli",
"egli era molto povero, come colui che chiede l'elemosina per le strade, ma
egli era diverso di quel ultimo, accettando tutto essendo molto mite ed
umile nel suo mangiare, nel suo luogo di dormire e nel suo vestirsi",
"ed, egli considervava tutte le cose del mondo come la terra sulla quale si
cammina".
-
Povertà spirituale
"Egli era
povero tanto tanto tanto",
"più povero ancora dalla gente più povera. In verità, era molto povero nel
vestirsi, di una povertà rarissima. Ma, la vera povertà era il suo
manifestarsi di non sapere nulla, ma era pieno delle Grazie del Signore e
delle Virtù Altissime",
"ed egli era distaccato dai suoi, per Virtù, i quali non ha mai visitato
lungo la sua vita, senza parlarli, neppure chiedere di loro. E quando il suo
fratello lo visitava una volta ogni anni o ogni due anni, egli non lo
incontrava che per poco e per ordine del suo compagno. Egli non ha mai fatto
quello che voleva, non soltanto in quello che lo chiede il Statuto, ma in
tutto egli seguiva la volontà degli altri. Nonostante ch'egli era
intelligente, il suo cervello era nascosto in lui, niente è manifesto da
lui, ni scrivendo e ni nelle parole. Egli non ha pronunciato con la sua
bocca un parole, tale: questo è per me, o questo è per noi, o quel altro è
per il nostro convento. Per me, Padre Charbel è come l'ombra dell'uomo, essa
camminava con lui in chiesa, nei lavori e nel mangiare, ed in tutti i suoi
lavori monastici, senza che si attacca a lui nulla. Padre Charbel, mentre
lavorava con tutta la sua forza, tale o tale lavoro, o pregava con calore e
tanta devozione in chiesa, e all'ordine del suo compagno per lasciare ciò
per un altro lavoro, egli andava subito, come cammina l'ombra, quando
cammina il suo padrone. Egli era eremita, ma la sua volontà ed il suo
cervello erano nelle mani del suo compagno, questo è il massimo del negare
se stesso",
"egli non era ricco che nella Carità verso Dio",
"non c'erano traccie da lui in questo mondo quaggiù".
-
Gestire bene il tempo
"Egli (il
novizio) non deve mai perdere tempo senza fare niente, ma quando può, deve
pregare per i bisognosi e per i suoi defunti, e senza pigrizia per non
cadere nei trucchi di Satana",
"Perciò, Padre Charbel era molto attento alla gestione del tempo, senza mai
lasciare una piccola occasione senza compiere qualche lavoro per il bene
dell'Ordine",
"guadagnando nell'Eternità, perché egli sapeva molto bene che a lui fu dato
il tempo per santificare se stesso",
"quando egli non stava al lavoro, passava il suo tempo nella preghiera e
nella meditazione",
"il suo cuore non era attaccato a nulla in questo mondo".
II-
Racconti ed Eventi
1-
Prende per te questo
"E se egli
andava ai funerali, e lì davano a lui una elemosina (per celebrare una Santa
Messa), lo portava direttemente al superiore del convento, dandola a lui,
dicendolo: Prende per te questo. E, questa fu la sua espressione in
lettere. E l'elemosina fu denari di rial o bachalek (e nonostante che essi
davano i Sacerdoti tre (3) bachalek, davano a Padre Charbel rial majidiyan),
egli non conosceva le specie del denaro. E se egli non trovava il Padre
superiore, metteva il denaro majidi su un cerchio di canna che stava sotto
il suo letto".
"Una volta,
Gebrael Lahhoud di Amchit era nel convento di Annaya, e lì si è incontrato
con Padre Charbel nel corridoio. Egli lo ha dato 1 (un) rial majidiyan come
elemosina per una Santa Messa, e Padre Charbel lo ha preso, aspettando la
sua partenza dalla cella del Padre superiore, per entrare da lui,
raccontandolo quello che lo ha chiesto il su-indicato Gebrael, dandolo il
rial, dicendolo: Prende per te questo. Ed il Padre superiore, a Padre
Charbel: Lascia il rial con te e celebra una Santa Messa per lui. La
risposta di Padre Charbel fu: La mia Santa Messa è sul quaderno del
convento, non voglio lasciare questo denaro con me, prendelo. Allora, il
Padre superiore lo ha preso".
2-
Prendi questo satana lontano da me
"Ho sentito,
una volta da Frate Francis AlMechmchany e da Saba ElOuainy, che Padre
Charbel era con i Padri del convento in un funerale, e a ciascuno di loro
furono dati 3 (tre) bachalek. A loro rientro al convento, Padre Charbel ha
portato questi bachalek al Padre superiore. Il Padre superiore lo ha
risposto: lasciali con te, avrai bisogno di comprare un fazzioletto o un
altra cosa. Ed egli, ha obbedito subito all'ordine del superiore,
lasciandoli con sé. La sera, egli non poteva più tenerli con sé, perciò,
egli ha riportato il denaro di nuovo al Padre superiore, dicendolo: Prende
questo denaro da me, non voglio lasciare questo satana da me".
"E si racconta
da lui che, un uomo lo ha offerto un (1) bachlek come elemosina di Santa
Messa, ed egli lo ha portato nella sua mano dritto per il convento, dandolo
a Padre Roukos AlMechmchany
che era superiore del convento, il quale non ha voluto prenderlo, ma ha
detto all'eremita (vedi, a Padre Charbel): Lascialo da te. Allora, Padre
Charbel per Obbedienza lo ha preso tornando all'eremo e mettandolo su un
pezzo di legno in cella sua, dimenticandolo. E dopo un periodo, egli lo ha
trovato davanti, lo ha ripreso in mano per il Padre superiore, dicendolo:
Prende lontano da me questo satana maledetto".
3-
Datela a Padre Macarios
"E vi racconto una cosa successa con me. Nel mese di luglio
dell'anno 1898, ero nel convento di Sant'Antonio di Kozhaya, e Padre
Antonios Aalwan era in quei tempi lì, professando i suoi voti da un pò di
tempo",
"E mi ricordo che dopo la mia partenza dal convento di San Maroun di Annaya,
ho raccontato ad uno dei miei vicini le Virtù di Padre Charbel. Allora, egli
ha voluto mandarlo una elemosina per una Santa Messa, celebrandola per una
intenzione, dandomi 1/4 di majidi (denaro), per spedirlo a lui. Ho dato
questa elemosina di 1/4 di majidi a Padre Youssef AlHasrouny, chiedandolo di
consegnarla per mano a Padre Charbel, per celebrare una Santa Messa secondo
l'intenzione del mio familiare",
"Allora, ho preso l'elemosina offerta, e sono venuto all'eremo. E quando ho
incontrato Padre Charbel, ho detto a lui: Prego, questa è una elemosina per
l'intenzione di Frate Antonios Aytou,
ed egli mi ha risposto: Datela a Padre Macarios.Ho risposto a lui:
colui che l'ha offerta, mi ha chiesto di darla a te per mano",
"e non posso consegnarla ad un altro. Egli ha teso tutto il suo braccio, e
con gli occhi chiusi per terra, lo ha mesa nella sua mano, camminando subito
verso Padre Macarios, chiamando con una voce mai sentita che in chiesa: O
Padre Macarios. O Padre Macarios. Tenga questa elemosina per una Santa Messa.
E la sua mano era lontana da lui, come se fosse egli portava un scorpione. E
lo ha data a Padre Macarios senza mai guardarla, neppure sapere quanto era".
"Ed, a voi
questo esempio, tra migliaia: una volta è venuto da lui un visitatore
offrandolo una elemosina per una Santa Messa, dicendolo: prega per me, e
questa elemosina è per te e non per l'eremo. La risposta di Padre Charbel
fu: Mettela sull'altare con l'offerta ex-voto che hai meso, io non ho
bisogno del denaro. Allora, il visitatore ha voluto metterla nella mano
dell'eremita. E dopo un sforzo, egli è riuscito a mettere il denaro dentro
la mano dell'eremita, chiudandola sopra. E Padre Charbel non ha fatto altro
che prendere subito quell'offerta dandola al suo compagno Padre Macarios,
senza guardarla".
4-
Verso l'alba
"Una volta
egli è venuto da me raccontarmi – ed io ero allora il superiore del convento
– verso l'alba che, alcuni visitatori hanno dato a lui alcuni denaro di
quattro (4) bachalik, che essi mi ha consegnati, dicendolo:
compra quello che ti serve di personale. Ed egli mi ha raccontato come il
nemico del bene lo ha tentato tutta la notte a proposito dei 4 bachalik, per
conservarli per se stesso. Egli per Grazie di Dio lo ha vinto, dandoli a
me, come cui citato, ed io ho detto a lui: hai bisogno di qualcosa? Egli mi
ha risposto: Se volete, mi servano alcuni fazzioletti colorati ad uso
personale per pulire ed asciugare. Allora, ho dato a lui 4 fazzioletti
neri secondo la sua richiesta".
5-
Non guardo l'immagine dei soldi (Mc 10/23-25)
"E, mi ha raccontato Wardet Hanna Antoun Zaarour, la zia materna
della mia madre, e la moglie del mio zio paterno Challita, e figlia del
fratello di Padre Charbel, dicendomi che la sua madre possedeva un
copercchio d'argento che si metteva sulla testa della donne come ornamento.
E dopo il decesso, la sua figlia Wardet lo ha venduto per 300 ghorsh (300
centesimi), ciò circa 2 (due) lire ottomane d'oro. Ella ha portato questa
somma al suo zio Padre Charbel, come elemosina per celebrare Sante Messe in
Suffraggio della sua madre, la moglie del suo fratello (vedi, del fratello
di Padre Charbel). Ma, Padre Charbel ha rifiutato di prendere quei soldi,
dicendo alla sua nipote figlia del suo fratello, da dentro la camera, senza
vedere il suo volto: Date questi soldi al Padre superiore. Essa lo ha
risposto: Voglio darli a te, per celebrare Le Sante Messe tu. Egli lo ha
risposto: Io lo scrivo nel mio quaderno, e celebrero Le Sante Messe. Ma,
io non prendo soldi. Vai a darli al Padre superiore, e non strangermi a
guardare l'immagine dei soldi. Allora, ella ha fatto secondo la volontà
di Padre Charbel".
6-
Io celebro Le Sante Messe
"La mia madre,
dopo il decesso del suo padre Hanna (il fratello di Padre Charbel), è
partita per l'eremo. E lì, ella ha chiesto a Padre Charbel di celebrare Le
Sante Messe per l'anima del suo padre, offrandolo l'elemosina delle Sante
Messe. Egli lo ha risposto: Io celebro Le Sante Messe, quant'a
l'elemosina, consegnala al Padre superiore. Allora, ella ha fatto come
egli lo ha ordinato".
7-
Sono morto al mondo, quando mi sono fatto monaco (Mt 6/24)
"E la
seconda volta, il motivo della nostra visita fu il decesso del mio nonno,
Hanna Antoun Zaarour Makhlouf, il fratello dell'eremita Padre Charbel, ed il
suo decesso fu il 25 di gennaio l'anno 1897,
senza lasciare figli, a parte la mia madre, e la figlia non toglie
l'eredità, cioè, ella non poteva ereditare dal suo padre che la metà del suo
patrimonio. I vicini del suo padre hanno voluto la metà dell'eredità del suo
padre, dicendo che toccava a loro di prenderlo, essendo il fratello del
defunto monaco ed eremita, e secondo Lo Statuto dell'Ordine, egli non prende
patrimonio e non dà. La mia madre ha detto: si, il mio zio paterno Padre
Charbel può ereditare per lei. Ella è venuta al convento di San Maroun di
Annaya, per raccontare a Padre Charbel il decesso del suo padre (vedi, il
fratello di Padre Charbel), e chiederlo un attestato di cederla la sua parte
d'eredità dal suo fratello, il padre della mia madre, ed io ero in compagnia
sua. Era di primavera, al mio ricordo, e quando siamo arrivati all'eremo dei
Santi Pietro e Paolo, Padre Charbel non ha accettato di incontrare la mia
madre, ma ella è rimasto verso il lato esterno della chiesa dell'eremo e
Padre Charbel dal lato interno, con la porta chiusa, chiedendola cosa voleva
da lui? Ella lo ha risposto che il suo padre, il fratello di Padre Charbel,
è deceduto, chiedendolo un attestato di cederla la sua parte d'eredità.
Allora, egli lo ha risposto, in presenza mia: O figlia del mio fratello!
Il mio fratello è deceduto da qualchi mesi, mentre io sono morto dal mondo
da quando mi sono fatto monaco, professando i miei Voti Solenni nel convento
di San Maroun di Annaya, da 44 anni. Ed il defunto non prende eredità,
neppure dà in eredità. Perciò, tu non hai niente a fare con me. Neppure io
posso cedere una cosa che non mi appartiene. Allora, siamo ritornati
senza risultato",
"e questa espressione è diventata un versetto, che tutta la gente in quella
parte, raccontavano gli uni agli altri, mostrando il distacco di Padre
Charbel dal mondo, la sua equità e la sua anima monastica autentica",
"e, la sua nipote ha insistito a lui di scriverla un foglio descrivendo che
l'eredità è per lui, questo fu il desiderio della mia madre di risolvere la
dispute con i familiari in merito, e così, ella prendera in possesione il
patrimonio del suo padre. Egli lo ha scritto un piccolo foglio, ed ella lo
ha preso da lui, senza sapere in quel momento cosa egli abbia scritto
dentro. E ritornando a Bekaakafra, ella ha aperto il piccolo foglio,
trovandosi dentro il seguente: Io non prendo e non dò eredità".
"Egli non deve avvicinarsi col il suo cuore e con il suo corpo delle
occasione dei suoi genitori".
8-
Metteti l'ex-voto sopra
"Ed una volta,
lo hanno reso visita due dei suoi fratelli laici, insistando di offrire
alcuni centesimi, ma egli ha rifiutato di prenderli, e per la loro
insistenza, dicendolo che erano soldi ex-voto loro per l'eremo, [53] egli ha
accettato dicendoli: Metteti l'ex-voto sopra, senza ch'egli lo abbia
guardato o saputo quanto era; e quando una volta ho visitato l'eremo, egli
mi ha indirizzato queste parole: I miei due fratelli mi hanno reso
visita, ed hanno meso sopra questi soldi come ex-voto, prendili, allora
lo ho preso ed erano 8 bachalik".
9-
La Provvidenza Divina provvede (Mt 6/25-34)
"Egli non
capiva assolutamente niente delle cose dei soldi e delle monete. Egli non
guardava gli guardava mai, e non faceva mai distinzione tra pezzo e pezzo di
denaro, essendo mai l'abbia utilizzato in vita sua. Egli, lungo la sua vita,
non ha mai chiesto dell'abbondanza dei ex-voti in denaro, o della sua
mancanza, neppure delle entrate [24] dell'eremo dei ex-voti in soldi. Egli
pregava per l'abbondanza dell'agricoltura, ma non si preocuppava
dell'abbondanza o non della terra, dicendo: La Provvidenza Divina
provvede. Ed egli viveva La Povertà in tutto, nell'eremo, nel suo modo
di vestirsi, nel suo manngiare e nel suo bere, nel luogo di dormire e negli
istrumenti del suo lavoro manuale".
E: I vestiti di Charbel
I-
A sapere
"Il
vestire del monaco, il suo materasso e la sua coperta devono essere in
conformità con La Povertà",
"perciò, il vestire di Padre Charbel era come il più povero dei poveri",
"e dei novizi nell'Ordine",
"egli non si è indossato, un giorno, un vestito nuovo",
"ma, chiedeva con tanta umiltà"
"di vestirsi dall'avvanzato dai monaci e dai Frati, cioè i loro vestiti
vecchii"
"un abito monastico vecchio con buchi ricoperti"
"molto vecchio e, che possiamo contare i suoi fili"
"da lana locale rigida, sobre"
"abito monastico (nero) diventato rosso per il fatto del sciogliemente del
suo colore"
"sempre pulito, perché essi lo lavava a mano"
"aggiustandolo i buchi a mano, senza eleganza e senza mai interessarsi della
bellezza dell'abito"
ed "egli copriva e cuciva i buchi come la cucitura dei sacchi di juta
ogni 5 o 2 qararit
un puntino"
ed "egli non aveva dei vestiti per l'inverno o per l'estate",
"il vestito era di lana e la camicia di tessuto integrale"
e "rimaneva nello stesso vestito monastico, fino ad essere consumato.
Allora, davano a lui un altro, già indossato da un suo confratello prima di
lui".
"La
sua cintura è di pelle come tutti gli altri monaci"
"diventata stricciata per il fatto di portare pietre e piante secche spinoze"
ed "egli si indossava di un unico lungo calzone nero"
"ed una camicia di tessuto integrale"
"un gilet di un abito monastico vecchio, sotto la soutana religiosa"
"egli non si è indossato mai di calzze, lungo la sua vita, nonostante il
duro freddo"
"Si vestiva del capo nero sopra la sotana, in chiesa, e fuori l'eremo, a
parte durante il lavoro... e il suo cappuccio era sempre sulla sua testa,
[19] d'estate e d'inverno, giorno e notte, a parte durante La Santa Messa e
come lo precisa Il Rito Ecclesiale"
"ed il suo cappuccio copriva sempre la sua testa ed i suoi occhi, i suoi
orrecchi, una parte del suo viso ed il suo collo",
"e non ha mai alzato il suo abito monastico, neppure lo ha attaccato alla
sua ceintura durante il lavoro, come fanno i monaci che lavorano nei campi,
per non fare vedere il suo calzone lungo".
"Le
sue scarpe erano vecchie usate, con bucchi chiusi"
"conosciuti per vecchii medas (vedi, scarpe) dei monaci, con due orrechi"
"ed i suoi fazzoletti erano di tessuto integrale tinti di jaz, tinta sobre,
conosciuti per fazzoletti per lla pulizia"
"ed il suo vestito era poverissimo, ma pulito, un vestito vecchio, dalle
scarpe fino al cappuccio",
"senza chiedere mai niente per se stesso, anche se la cosa lui fu
necessaria. E si egli fu costretto a chiedere una cosa molto necessaria, lo
chiedeva dal Padre superiore con tanta simplicità, umiliazione ed umiltà".
"Egli odiava la sporcizia",
e nonostante ciò, "egli non lavava il suo vestito e la sua soutana monastica
che su ordine, anche se i suoi vestiti rimanevano su di lui per un anno",
"ed egli non deve lavare
il suo viso che una sola volta per settimana, e se ne c'era bisogno di
lavarlo prima, egli deve farlo su ordine del superiore".
II-
Racconti ed Eventi
1-
Senza righe rosse
"Quando era
d'usanza che il Frate calzaio facessi le scarpe con righe rosse attorno –
per i monaci d'allora – Padre Charbel, quando si ordinava per lui un paio di
scarpe, egli diceva al Frate calzaio di farle le sue senza righe rosse".
2-
Egli voleva riparare i bucchi dei suoi vestiti
"Per un
periodo, mi facevo il sarta dei monaci, nel convento di San Maroun di Annaya,
ai tempi del Padre superiore Ighnatios AlMechmchany che mi ha ordinato di
andare all'eremo e di esaminare i vestiti degli eremiti, e vedere il bisogno
del loro vestirsi. Lì, sono entrato nella cella eremitica di Padre Charbel,
senza trovare da lui un pezzo di vestito buono, alloro lo ho ordinato di
togliere i pezzi che coprivano i bucchi, ed ho cominciato a distruggerli
davanti a lui. Allora, egli ha cominciato a supplicarmi di lasciarli
affinché egli copriva i bucchi, ed utilizzarli, pensando di non buttarli,
per conservare la sua povertà. Sono tornato al convento, ed ho fatto per
lui due soutane, su ordine del Padre superiore. E quando le ho consegnate a
lui, egli si è scusato di vestirsi una soutana nuova, dicendomi di
supplicare per lui il Padre superiore ad inviarlo una soutana
vecchia che lui facilita il lavoro. E senza mandare a Padre Charbel delle
camicie, perché egli si indossava al posto della camicia un cilicio del
pelo (di capra, vedi, pezzo che pizzica, per mortificarsi), ed un gilet
del vestito religioso che copre il cilicio di pelo (di capra)".
3-
Questo lo metto sotto di me come materasso
"Ero
monaco da poco, e quando sono andato a visitarlo un giorno, lo ho trovato
lavare i suoi vestiti con le sue mani e sotto i suoi piedi, vedendolo lavare
anche il pezzo di cilicio di pelo (di capra). Allora, lo ho chiesto: cosa è
questo? Ed egli mi ha risposto: Questo lo metto sotto di me come
materasso. Fu ciò, per nascondermi la sua virtù".
4-
Fammi indossare come il mio camminare
"Ed una volta,
egli è venuto dal ex-superiore Padre Roukos AlMechmchany, e la sua soutana
era molto consumata, chiedandoli: Fammi camminare come la mia soutana o
fammi indossare come il mio camminare. Significando in ciò, al mio
credere: O mettemi nell'eremo dove vada bene questa soutana, o per la tua
generosità dammi una soutana meglio di stato, che vada bene quando vado in
compagnia tua. Aggiungendo a questo significato che, il Padre superiore è
entrato subito nella sua cella, togliendo la sua soutana che egli indossava,
poì lo ha fatto indossare a Padre Charbel. Essa lo è venuto più larga. Il
Padre superiore lo ha detto: Niente proibisce di usarla".
5-
Perché tu non ti ne prende cura di te stesso?!
"Lo ho visto con delle scarpe strappate, allora lo ho detto: Perché tu
non ti ne prende cura di te stesso?! Chiedeti delle scarpe buone, i tuoi
piedi sono come i piedi dei camelli?! Ed, egli non mi ha risposto nulla".
F: Il suo
materasso e il suo modo di dormire, il mobile della sua cella
I-
A sapere
1-
La cella di Charbel nel Convento
"La
sua cella si trova nel padiglione ovest del convento. La lunghezza del suo
corridoio est fino al muro ovest è di 325 cm, la sua larghezza da nord a sud
è di 225 cm, e la sua altezza è di 300 cm, con tetto di legno semplice,
tronchi e terra. Aveva una finestra verso ovest, alta di 80 cm, larga 40 cm,
ed il suo pavimento era coperto di pietre. La sua porta fu verso est, alta
di 175 cm, con larghezza di 80 cm, ed era di fronte alla porta e alla
finestra della chiesa, di fronte al Grande Altare".
2-
La cella dell'eremo
"La
sua lunghezza da est verso ovest è di 3 (tre) metri, la sua larghezza da
nord a sud è di 210 cm, e la sua altezza è di 240 cm. Aveva una finestra
verso est, di legno molto povero, [37] che si apriva in mezzo, con vitri",
"sempre chiusa e coperta con un tessuto nero, per non lasciare nessuno
guardarlo attraverso",
"dalla quale egli non vedeva che le montagne di Ehmej e montagne rocciose. E
nel muro orientale, fu un buco, serviva come un piccolo armadio",
"nel quale, egli metteva la làmpada ad olio",
"il suo pavimento è di pezzi di pietre della montagna, i suoi muri sono di
terra su muro di pietre. Il suo tetto è coperto di legno. La porta è di
legno molto semplice e molto povero, la sua larghezza è di 80 cm, la sua
altezza è di 170 cm, con chiusura manuale di legno
e maniche in legno dall'esterno",
"ed essa è un cella vuota e poverissima"
"aperta sempre",
"tinta di fumo",
"aveva un letto in legno, sotto il quale un pezzo rotondo di canna, dove
egli appogiava sopra i suoi libri spirituali"
"ed i suoi libri di Sacra Teologia, e l'acqua da bere",
"senza mai permettere a nessuno di entrare nella sua cella eremitica che
molto raro e all'insaputo dalla parte sua".
3-
Il suo materasso
"Il
suo materasso era composto da"
"foglie di alberi alti, da foglie di quercia e di resti degli alberi, sopra
il quale egli ha meso un pezzo fatto a base di pelo di capra, ed un pezzo
vecchio di tessuto sobre. Il suo cucino fu un pezzo di un tronco d'albero,
avvolto da un pezzo di una soutana monastica nera usata. Egli si riposava
sopra questo tipo di materasso sobre e rigido (vede, modeste e molto
povero), sia d'inverno, sia d'estate",
dunque "il suo materasso era rigidissimo",
"egli non aveva ni materasso, ni coperta pesante",
"un sacco di juta, sopra due pezzi di legno, era il suo materasso",
"alti da terra per dieci dita",
"con un pezzo di coperta attaccata a questo sacco di juta",
"ed egli, molto volte, dormiva sul pavimento di pietre sobre, per terra".
4-
Il suo dormire
"Egli
non passava mai la sera con i monaci, ma viveva nel convento la vita
d'eremita. In oltre, io sapevo ch'egli odiava il riposo, e non amava il
dormire, ed era nemico del non fare niente e del riposo, innamorato della
mortificazione e del lavoro",
"egli andava a dormire dopo la preghiera della Compièta, e le altre
preghiere, ciò circa le ore 20,30",
"e si alzava verso mezzanotte per la preghiera, secondo Lo Statuto
dell'eremo",
"senza mai mancare di pregarla per tutta la sua vita",
"e dopo la preghiera di mezzanotte, egli non tornava a dormire mai",
o "dopo tale preghiera, certe volte, egli si riposava per circa un ora, poì
ritornava alla meditazione e alla preghiera. E la sua veglia, non era che
nel pensare a Dio e nel pensare alle cose sipirituale"
"in chiesa".
"Egli
si alzava molto presto",
"prima dell'alba per la preghiera"
"in chiesa e per celebrare La Santa Messa, senza mai venire in ritardo in
chiesa, ma egli era sempre lì prima di tutti",
"e di giorno, egli non faceva mai la siesta".
"Ma, egli lavorava e pregava sempre",
"passando la maggior parte del suo tempo in chiesa, davanti al Santissimo",
"e passando la maggior parte della sua notte nella lettura teologica, [50],
nelle meditazione spirituale e nella recita delle preghiere",
"senza mai conoscere i giochi
in vita sua, ma egli prolungava le sue veglie di preghiera".
II-
Racconti ed Eventi
1-
Senza forza dal sonno (Mc 4/38)
"Notavo che
egli era senza forza dal sonno, per il motivo delle veglie in continuazione,
detto questo, mentre egli era dritto in ginocchio, certe volte lo prendeva
il sonno, egli incchinava la sua testa, e cadeva con il suo corpo, piano
piano, fino ad avvicinarsi verso terra. Allora, egli si rendeva conto
subito, e si metteva dritto, inginocchiato, vincendo così la fragilità della
natura, alzando i suoi occhi verso l'Alto, pregando dal profondo del suo
cuore. E nessuno l'abbia mai visto riposandosi di giorno, e mai con gli
occhi chiusi sotto l'ombra di un albero".
2-
Il cucino di lana (Mt 8/20)
"La sua cella
era senza lucchetto ni chiave, e questo fu conosciuto dai monaci che hanno
vissuto con lui nel Convento di Annaya, ed il suo materasso fu vecchio e
strappato, ed il cucino era un pezzo di legno avvolto da un pezzo di soutana
monastica consumata. Egli non aveva ni coperta pesante invernale, neppure
una coperta normale. Una volta, mentre Padre Charbel lavorava nei campi,
Frate Boutros AlFradis
ha colto l'occasione, ed entrando nella cella di Padre Charbel, egli ha
preso il cucino in pezzo di legno e lo ha buttato fuori, mettandolo al suo
posto un cucino di lana. Quando Padre Charbel è ritornato in cella sua,
trovandosi il cucino cambiato, ha supplicato il Frate su-indicato di
riprendere il cucino di lana e di ridarlo il cucino in pezzo di legno,
insistando con lui fino ad ottenere di nuovo quel cucino in legno".
G: Il mangiare di Charbel
I-
A sapere
1-
Nel convento
"La tavola del
monaco deve essere semplice, ed egli non deve utilizzare il mangiare che due
volte, a pranzo e a cena",
"nel convento, Padre Charbel mangiava con i suoi confratelli, a tavola, due
volte al giorno",
"ed i suoi pasti erano di pezzi di pane bruciato, piegati e mal cotti. E nei
campi, egli mangiava dai resti del cibo dei suoi confratelli che lavoravano
con lui, e dai resti del cibo dei servitori che lavoravano la terra con i
monaci",
"e tante volte, se essi dimenticavano di chiamarlo a mangiare, egli
continuava a lavorare".
"Quando egli
fu nel convento, mi capitava di aiutare i monaci nei lavori dei campi, e
Padre Charbel stava con noi. Egli non mangiava che su ordine del capo dei
lavori nei campi, allora, egli prendeva quello che quest'ultimo dava a lui,
si ritirava e mangiava. Non lo ho mai visto mangiare al di fuori dei tempi
dei pasti",
"il suo pasto era un pasto di mortificazione",
"ed egli non mangiava e non beveva mai fuori del refettorio",
"egli non mangiava assolutamente niente fuori del refettorio comune. Egli
non mangiava che il pane spezzato, o il pane attaccato nel contenitore",
"senza mai lamentarsi se i pasti si ritardavano, neppure mai chiedere al
cuoco o a colui che teneva la riserva del grano un pasto speciale o
lamentarsi d'un pasto tale, ma al contrario, egli chiedeva i resti dai
pasti, i pezzettini del pane, chiedendo di lasciarli a lui, per umiliarsi in
più e per il fatto di essere mite e convinto del giusto necessario",
"senza mai fumare. Egli non prendeva mai cose da piacere"
"e senza conservare in cella sua cosa da mangiare".
"Egli non ha
mai detto: sono malato e non mangio di questo cibo. Non lo ho mai sentito
parlare del pasto e della qualità del cucinato o della mancanza in merito.
Egli non ha mai mangiato fuori del convento, a parte nei campi dei monoci
nel tempo del lavoro. E quando egli lavorava nella vigna, nei giorni
dell'uva e del fico, egli non gustava neppure un grano solo d'uva o un fico.
Egli mangiava con calma ed attenzione"
"come se fosse in chiesa",
"senza parlare con nessuno, con il sguardo per terra come se fosse in
contemplazione. Egli non ha mai detto che tale cibo era salato, dolce o
bruciato. Egli non beveva ni vino, ni alcool",
"neppure caffé",
"ed, in una parola, egli si nutriva soltanto per il fatto del bisogno della
nutrizione, senza mai chiedere il piacere nei pasti",
"egli lavava quasi sempre i piatti e gli ustensili della cucina e bevave
l'acqua del lavaggio, facendo ciò con tanta gioia",
"ed, i pasti erano in vasi d'argila ed i cucchiai erano di legno".
"Certe volte ero con lui nel lavorare la terra con l'aratro, ed
egli ci aiutava. Egli non beveva l'acqua, nonostante il caldo tremendo,
mentre noi bevevamo molto a causa della fatica e del caldo",
"e Padre Charbel non si curava mai nel suo mangiare, nel suo bere e nel suo
vestirsi. Egli era in questo mondo, senza essere di questo mondo, ciò egli
non era attaccato a niente in questo mondo. I suoi desideri, inclinazione e
le sue nostalgie erano tutti verso Dio Il Santissimo".
2-
Nell'eremo
"Egli mangiava una sola volta al giorno, dopo la preghiera dell'ora
nona",
"ed, il suo cibo era molto povero, insalata ed olive. Egli prendeva dal
convento le buccie delle patate, e le faceva bullire un pò, e le mangiava.
Perciò la sua vita era la stessa, una vita devota in tutto. Egli non alzava
mai la sua voce durante i pasti, quando lo serviva una cosa, guardava
dall'angolo dei suoi occhi",
"egli non mangiava mai carne, il suo cibo si cucinava con olio, a parte
nelle grande feste, come a Natale, a Pasqua, la festa di Sant'Antonio, e
nella festa dei Santi Pietro e Paolo Protettori dell'eremo, il suo cibo era
con la margarina",
"egli non veniva mai a pranzo che dopo essere chiamato dal suo compagno,
anche se egli rimaneva tutto il giorno senza mangiare",
"senza mai occuparsi del mangiare o del luogo dove si trovano le cose per
preparare il cibo",
"ed il suo cibo era molte povero e molte sobre, egli non curava mai se
stesso nel mangiare"
"e se lo capitava di essere dimenticato dal suo compagno, egli rimaneva fino
il giorno dopo senza mangiare, e questo fu molto conosciuto da tutti".
"E quando egli scendeva dall'eremo al convento prendere il
mangiare, lì, prendeva il pane con la muffa per lui"
"che spesso si buttava per i cani",
"offrendo al suo compagno il cibo buono ed il pane corretto, mentre egli
mangiava i resti del giorno prima",
"e da tantissime mortificazione che egli praticava, prendeva l'acqua per i
suoi compagni dalla fontana di Annaya, distante mezz'ora di cammino a piedi,
mentre egli beveva l'acqua dal pozzo dell'eremo".
"Fu per l'eremo un campo per la cultivazione della frutta,
dell'uva, del fico, delle pere ed altro, lavorato e cultivato dai eremiti, e
portati al convento, ed una parte offerta ai visitatori, ed egli lavorava e
cultivava la gran parte di quei frutti, senza mangiarne di essi",
"frutti, egli ne mangiava pochissimo. Egli non mangiava che su ordine del
suo compagno che lo chiedeva di mangiare, ed egli lo faceva per obbedienza",
"mangiando quello che lo veniva offerta da Padre Macarios",
"ed, egli non beveva mai acqua, che durante l'unico pasto, dalquale egli
nutriva il suo corpo",
"senza mai bere bibite. E noi eravamo sempre meravigliati, nonostante
essendo anche noi monaci, del suo modo di vivere di estreme mortificazione",
"e, se egli pregava o lavorava o mangiava, faceva tutto ciò come se fosse in
estasi, fino ad essere svegliato da quest'estasi dal suo compagno".
II-
Racconti ed Eventi
1-
I pezzi di pane nella finestra (Gv 4/31-34)
"Al nostro ritorno tardi dai campi, Frate Francis veniva da Padre
Charbel dandolo 4 (quattro) pezzi di pane secco, per la cena. Egli prendeva
quei pezzi di pane sotto il sua braccio, entrava in chiesa, mettendoli nella
finestra, e si metteva in ginocchio a pregare. Poì, entrava come in estasi a
lungo, e certe volte egli rimaneva così per un ora e mezzo circa, e certe
volte lo vedevo dormire. Quando venivamo per la preghiera della notte, Frate
Francis entrava in chiesa e suonava le campane per la preghiera, poì egli
prendeva i pezzi del pane dalla finestra, portandoli nella riserva, perché
Padre Charbel dimenticava il suo stomaco per Dio. Non sò se Padre Charbel
lasciava il pane a posto, o lo dimenticava. Ma, egli lasciava spesso il
pane, restando su un unico pasto al giorno, nonostante i suoi lavori duri. E
nessuno lo lasciava un minuto solo senza farlo lavorare, neppure lo
lasciavano pregare in chiesa, secondo il suo santo desiderio in merito".
2-
Egli non mangiava d'uva
"Mi ricordo
che, ai tempi delle mietiture, e l'uva era già matura, noi, novizi portavamo
l'uva dalla vigna del convento per mangiarla e rallegrarsi, e chiamavamo
Padre Charbel, insistando, di mangiarla con noi, ma egli inchinava il suo
dosso",
"e non mangiava l'uva [192], mentre lavora nella vigna".
3-
Egli lavava il piato del suo vicino e
ne bevava l'acqua del lavaggio nel suo piato
"Lavoravo nella riserva della cucina del convento, ed il Padre superiore mi
ha permesso di mangiare con i monaci nel refettorio. E Padre Charbel non
mangiava ch'una sola volta al giorno, vedi, a mezzogiorno, tre tlami (pezzi
di pane),
ch'egli divideva e metteva nel suo pasto di makhlouta,
mangiandoli con un cucchiaio, con cura e devozione, senza guadare ni destra
ni sinistra. Ed, alla fine del mangiare dai suoi compagni, egli prendeva il
piato del suo vicino, lo lavava mettando l'acqua del lavaggio nel suo piato,
e la beveva, per mortificare se stesso. E dopo il mangiare, noi prendevamo
riposo, mentre egli andava visitare Il Santissimo Sacramento, nel tempo
della nostra pausa di riposo. Ed, a prima colazione anche, egli andava
pregare in chiesa, perché egli non mangiava ch'una sola volta al giorno".
4-
Il grano duro tagliato cucinato con la margarina
"E se capitava ch'egli mangiava una volta d'inverno nel convento,
egli prendeva l'ultimo posto. E mi ricordo qui, quando volevano onorare il
Padre superiore, lo preparavano un piato di grano duro tagliato cucinato con
la margarina. Allora, il Padre superiore a vedere Padre Charbel a tavola del
convento d'inverno, e, dopo d'invitare senza riuscire Padre Charbel a
sedersi vicino a lui, egli mi diceva: Prendi un pò di questo piato, ciò di
grano duro tagliato cucinato con la margarina, e mettelo davanti a Padre
Charbel. Ma questo cibo rimaneva davanti a Padre Charbel, senza ch'egli lo
toccava".
5-
Senza olio
"Lo ho visto
una volta bullire un pò d'erbaggio ed erbaggio selvatico di diverse specie,
una parte di questi egli si è abituato a mangiarla ed un altra parte erano
erbe per le bestie soltanto. Allora, lo ho detto: maestro mio! Quest'erbe
non si può mangiarle! Indicandomi le erbe che non si mangiano. Ed egli mi ha
risposto: Va bene. Egli ha tagliato quest'erbe e quest'erbaggio,
mettendosi sopra il sale, misculandoli senz'olio. E dopo di finire i suoi
impegni, Padre Macarios è arrivato, ed era d'abitudine sua di preparare il
mangiare, ed egli ha chiesto a Padre Charbel: Hai meso dell'olio? E Padre
Charbel lo ha risposto: Non, possiamo mangiare senz'olio. Ed, il
periodo era periodo di Quaresima. E così, tutti i due hanno mangiato quell'erbe
che noi buttavamo alle mucche?
6-
Due giorni senza mangiare
"Egli non
entrava per mangiare, ogni giorno, che su ordine di colui che presiede",
"perciò, egli non mangiava che su chiamata del suo campagno. E tante volte,
durante la permanenza di Padre Macarios nel convento, fuori dell'eremo, per
compiere alcuni servizi a nome dell'Obbedienza, egli chiedeva il permesso di
ritornare all'eremo di pomeriggio. Noi lo chiedevamo con insistenza di
rimanere con noi. Ma, egli rispondeva: Devo ritornare all'eremo per dare da
mangiare a Padre Charbel. Ed, una volta lo ho detto: non sà mangiare di per
sè? Per chiedere ogni volte di salire e farlo mangiare? Egli mi ha risposto:
Egli non mangia mai, senza essere chiamato da me ed offrirlo da mangiare. E
lasciarlo due giorni senza chiamarlo a mangiare, questo non lo stringeva mai
a chiedere del cibo, ed egli non mangiava mai da sua propria volontà".
7-
Il pane bruciato
"E Padre
Macarios scendeva al convento per aiutare nel fare il pane, lì, egli
raccoglieva ogni pane bruciato o guasto, dicendo: Questo è per il mio
maestro! Indicando in ciò Padre Charbel. E Padre Charbel stesso scendeva per
aiutare nel fare il pane, raccogliendo il pane guasto o bruciato, portandolo
a mangiarlo. Faceva ciò per mortificarsi",
"e lo ho visto con i miei propri occhi, quando egli veniva al convento
prendere la provisione, raccogliere i pezzettini del pane ed il pane
bruciato. Egli mi chiedeva di raccoglierli per lui, come la sua provisione
propria. Ed, egli non conservava nulla in cella sua, per mangiare o per
bere".
8-
Il suo modo di mangiare
"Lo ho visto
mangiare, per cinque volte. Egli veniva una sola volta a mangiare, ogni 24
ore, e per Obbedienza al suo compagno Padre Macarios. Questo Padre era
eremita, e servitore di Padre Charbel, e nonostante ciò, Padre Charbel
obbediva a Padre Macarios, come se egli obbediva al suo superiore. Lo visto
chiamato a mangiare, venire con braccia chiusi, guardando per terra, con
tanta devozione, e quando è arrivato, egli è rimasto in piedi fino ad essere
ordinato dal suo compagno a sedersi. Allora, egli ha pregato e si è meso
seduto per terra, ed il suo abito religioso copriva i suoi piedi. Egli non
iniziava mai a mangiare che dopo l'ordine del suo compagno. Lo ho visto
mangiare l'insalta di farfhine (vedi, sepcie d'erbaggio), e non c'era
davanti a lui che i rami sobri, con tanti semi e pocche foglie. Egli metteva
il pezzo di pane nel quel piato di legno, raccogliendo i pezzetini di pane
ed i pezzetini bruciati, prima di rompere un pezzo di pane nuovo. Una volta
lo ho visto mangiare, e tutto il suo pasto fu quella insalata, ed un altra
volta mangiare il grano duro tagliato cucinato con pomodori. E quando egli
finiva da mangiare, il suo compagno l'ordinava a mangiare l'uva, allora egli
prendeva tre o quattro grani".
9-
I rami d'erbaggio (farfhin e prezzemolo)
"Mi ricordo
una volta, c'ero con i miei confratelli novizi a lavorare vicino all'eremo,
lì abbiamo voluto preparare la taboulé. Allora, abbiamo cominciato a
raccogliere il prezzemolo, il farfhin ed altre specie d'erbaggio. Dopo
ch'abbiamo preso le foglie, abbiamo buttato i rami. Poì, ho visto Padre
Charbel raccogliere quei rami, tagliandoli e facendoli l'insalata con olio e
sale sopra e mangiarla".
10- Con tanta voglia
"Una volta,
Padre Macarios ha detto a Padre Charbel: Fratello mio, non c'è più cibo per
te, a parte questo poco che io ho lasciato al gatto nel suo piato – perché
ti ho dimenticato. Allora, Padre Charbel lo ha detto: Padre mio, non c'è
problema. Mi contentero del cibo preparato per gli animali i più modesti,
con tanta voglia".
11- Una scatola rovinata dalla rougine attorno sopra
"Un volta, ero
presente all'eremo all'ora del mangiare di Padre Charbel, ed egli mangiava
con tanta cura e calma. Il suo sguardo per terra, scegliendo i resti, i
pezzetini di pane ed il pane bruciato, e egli mangiava. Quando egli abbia
terminato, si è alzato, lavandosi il suo piato di legno ed il piato del suo
compagno, mettendosi l'acqua del lavaggio dentro una scatola rovinata dalla
rougine attorno sopra, portandola nella sua cella. Ho chiesto a Padre
Macarios del fatto, dicendolo: cosa fa [30] Padre Charbel con quest'acqua
del lavaggio? Mi ha risposto: Egli è partito berla, e così egli fà tutte le
volte. E mi dicevo nel mio cuore, come egli può vivere con quel cibo e in
tale situazione? Egli non gustava mai frutta o altro. Il Padre superiore del
convento di San Maroun Ighnatios AlTannoury
mi mandava prendere l'uva per il convento dalla vigna dell'eremo. Lì, Padre
Macarios ordinava Padre Charbel ad accompagnarmi e a prendermi l'uva. Non lo
ho mai visto gustare un grano d'uva. E quando lo trovavo da solo nell'eremo,
chiedendolo di prendermi l'uva, egli non mi rispondeva, ma aspettava
l'ordine del suo compagno per raccogliermi l'uva. Un giorno, ero lì
presente. I due eremiti mangiavano, e alla fine, Padre Charbel ha chiuso le
sue braccia, inchinandosi la testa davanti al suo compagno, chiedendolo:
Cosa volete che io faccio adesso o Padre mio? Egli lo ha risposto: Vai a
pregare. E così egli faceva in tutto. Egli pregava sull'ordine
dell'Obbedienza. Lavorava sull'ordine dell'Obbedienza, mangiava sull'ordine
dell'Obbedienza e dormiva sull'ordine dell'Obbedienza".
12- Commosso fino a piangere
"Di
pomeriggio, all'ora del pranzo degli eremiti, Padre Charbel ed il suo
compagno Padre Macarios AlMechmchany si sono seduti per prendere il loro
pasto, c'ero anche io con loro, ed il pasto fu delle patate cucinate con la
pasta del pomodoro, ed era un può liquido, e Padre Charbel prendeva il pane
bruciato piegato ed i pezzetini caduti del pane, mettandoli nel suo piato. A
vederlo, ciò, ho preso compassione di lui, e mi sono commosso fino a
piangere, dicendo nel mio cuore: quest'eremita pratica delle mortificazione
così dure, e noi monaci non prendiamo che il cibo delizioso ed il materasso
tenero".
13- Nessuno mi ha dato l'ordine
"Mentre i
monaci lavoravano nei campi con i lavoratori, hanno pranzato, dimenticandosi
di chiamare Padre Charbel. E così hanno fatto il secondo giorno, e Padre
Charbel ha lavorato durante questi due giorni senza mangiare niente. Il
Padre superiore ha notato ciò, chiamando da lui Padre Charbel, lo ha
chiesto: Hai mangiato oggi? Egli li rispose: Non. Ed ieri? Hai
mangiato? Ed egli: Non. Perché? E la sua risposta fu: Perché
nessuno mi ha dato l'ordine. A sentirlo, il Padre superiore ha ordinato
di portarlo da mangiare subito".
14- Io non mangio per volontà mia
"Vi
confirmo, se egli rimaneva due giorni senza mangiare, non chiedeva mai cibo.
Egli non mangiava che su ordine del suo compagno, dicendolo: Mangia. E lo ho
visto una volta, dopo l'ora del mangiare, senza venire prendere nulla,
allora lo ho chiamato per il pasto, ed egli mi ha risposto: Io non mangio
per volontà mia. Cioè, io aspetto la chiamata del mio compagno".
15- La provisione è diventata tanto! (Mc 6/30-44)
"Ho
sentito dire dal mio nonno materno, che la cassa della provisione è finito,
una giorno, nel convento. Un monaco è venuto dirlo al Padre superiore,
allora il Padre superiore ha chiamato Padre Charbel, chiedandolo di
aspergere l'acqua benedetta sopra, pregando sulla cassa della riserva. Padre
Charbel ha subito obbedito, ed la cassa vuota della provisione fu riempita,
per miracolo, di grano duro".
"E dai suoi
miracoli, un anno tale, la provisione rischiava di finire nel convento,
allora fu chiamato Padre Charbel eremita, ed egli ha pregato dando la sua
benedizione e la provisione è diventata tanto. E quest'evento fu ripetuto
tante volte, come lo testemoniano tantissimi, e tanti di loro sono ancora
viventi, per esempio, Padre Ighnatios AlMechmchany, Padre NeemetAllah
AlMechmchany, Frate Elias AlMehriny, Frate Boutros Nassif AlMayfouqy ed
altri"
"e le giare dell'olio si sono riempite! grazia alla preghiera di Padre
Charbel! e su domanda dal Padre superiore, dopo ch'egli ha saputo che erano
vuote!".
H: La mitezza di Charbel
I-
A sapere
"Egli era
molto mite e soddisfatto dello stato nel quale fu trovato, senza chiedere
mai altro, chiedendo soltanto Il Volere di Dio e La Sua Santa Benedizione.
Dove l'Autorità monastica lo mandava, lì, egli trovava il suo bene e la sua
gioia. A lui, tutto era uguale, sia fare passare la scopa per pulire, sia
cucinare o lavorare con gli istrumenti manuali nei campi, trovando in tutto
ciò Il Volere di Dio"
"ed, il suo compagno lo curava da sua propria iniziativa, chiedendolo dal
superiore quello che serve",
"privandosi dalle cose ordinarie necessarie per conservare la vita, si
contentava di quello che era di poco valore, di più modesto e di più
difficile, ed egli era calmo, come se fosse in estase permanente",
"umile e dolce, dominando i suoi impulsi e desideri".
"Egli era come
il bambino, era naturale, voleva bene a tutti senza essere dalla parte di
nessuno. Nel suo comportamento con i suoi confratelli, era molto clemente
verso di loro, ma duro con se stesso",
"era molto onestò nel suo agire. Egli non ha mai fatto torto a nessuno, ma
si mortificava molto. Padre Charbel non ha mai parlato di se stesso, e
faceva tutto per ordine dell'Obbedienza: lavori, preghiere vocale, il suo
Ufficio Divino. Egli non ha voluto lavorare lavori duri, per mortificarsi, e
pregare davanti al Santissimo ore ed ore, neppure chiedere ciò, ma egli si
rallegrava quando lo faceva su ordine dell'Obbedienza, compiendo tutto ciò
con tanta gioia",
"egli era saldo nella sua convinzione, perseverante nelle sue
mortificazione, contento nel praticarle, fino all'ultimo respiro della sua
vita. Egli non si è mai lamentato di una tale o tale cosa in vita sua",
"ma era molto semplice nel suo mangiare, nel suo bere, nel suo vestirsi e in
tutto il suo agire. Egli non era in contatto con nessuno, ma agiva con la
gente ed i monaci per ordine dell'Obbedienza".
II-
Racconti ed Eventi
1-
O Padre Generale
"Padre
Moubarak Salameh AlMtainy, Abate Generale, ha visitato il convento di Annaya,
ed ha voluto prendere il pranzo con gli alluni dell'Ordine, preparato per
loro davanti all'eremo. L'eremita Padre Charbel è venuto salutarlo, allora
il Padre Generale lo ha detto: O Padre Charbel, oggi sarai con noi a pranzo.
Vogliamo farti pranzare con noi un buon pranzo. E la risposta di Padre
Charbel fu: Noi abbiamo professato per le cose difficile, e questa è una
cosa semplice. E l'Obbedienza in cosa dal genere è molto buona. A
sentire ciò, il Padre Generale ha pensato che Padre Charbel prendera a
pranzo quello che lo verra offerto, mangiando con lui. All'ora di pranzo, il
Padre Generale ha chiamato Padre Charbel, e lui è venuto con le braccia
chiuse. Il Padre Generale lo ha detto: Vuoi mangiare con noi? Padre Charbel
si è trovato all'imbarasso e ha cambiato colore, cominciando a girarsi le
mani l'una sull'altra, dicendo con una voce bassa e devota: O Padre
Generale! O Padre Generale! Come d'un lato, egli non voleva desobbedire
all'ordine o piuttosto al desiderio del Superiore Generale, e dall'atra
parte, egli non voleva mangiare dal cibo preparato al Superiore Generale ed
alla sua comunità. Il Superiore Generale ha capito ciò, dandolo la libertà e
dispensendolo dalla sua participazione a pranzo con loro. E, Padre Charbel è
ritornato al suo eremo".
2-
Guarda cosa mi dà il tuo diacono?
"Mi ricordo
cui, che la gente offriva all'eremo dei fazzoletti come ex-voto",
"ed egli, una volta ha portato al superiore una quantità di essi. Il Padre
superiore lo ha detto: Dateli al diacono. Egli lo ha fatto. Dopo si è girato
al superiore dicendolo: O maestro mio, se mi permette uno fazzoletto, per
asciugarmi gli mani. Il superiore lo ha risposto: Erano tutti con te!
Perché non hai preso uno!? Egli, lo ha risposto: Non prendo niente senza
di te. Il superiore, allora, ha detto al mio padre: Datelo un
fazzoletto. Il mio padre lo ha scelto un fazzoletto rosso nuovo, Padre
Charbel ha sorriso, dicendo al Padre superiore: Guarda cosa mi dà il tuo
diacono? Il superiore lo ha risposto: Scegli quello che vuole",
"ed egli non ha preso che un fazzoletto blu, il più brutto di tutti".
I.
L'intelligenza di Charbel
I-
A sapere
"Egli
appariva come uno che non sapeva nulla",
"ma in verità, egli era temperante ed intelligente. Alla domande, egli
rispondeva con tanta chiarezza ed in breve, mostrando all'esterno ch'egli
non sapeva nulla e pigro",
"egli non ha mai pronunciato che le parole necessarie, parole construttive
per il prossimo e per la salvezza della sua anima. I suoi discorsi erano
sempre attorno i suggetti religiosi. E tutto quello che faceva era per la
sua Salvezza Eterna e La Salvezza del Prossimo",
"ed egli era molto ortodosso nelle risposte teologiche, ed era molto
limpido, per il fatto del suo silenzio",
"il suo saper fare le cose molto bene, era ben visibile nei suoi lavori ben
fatti, e nel mettere ogni cosa nel suo posto giusto",
"e nonostante la qualità della sua intelligenza e la forza del suo sapere,
egli si è fatto servo di tutti. Le sue mortificazione e la sua dominazione
sugli impulsi, ci fanno pensare al detto del profeta Davide - nei Salmi –
sono diventato come la bestia, ed io sono tutti i giorni con Te".
"Egli era
semplice di cuore e le intenzione, ed aveva Un Unica Intenzione: Dio. Ma
desidero dire una cosa: tu non deve pensare ch'egli non sapeva nulla: egli
aveva il saper fare bene dei Santi.
"- Egli non ha
mai fatto torto ai suoi superiori o ai suoi confratelli. Egli faceva tutto
con tanta precisione, in ordine e cura.
"-Egli non ha mai dimenticato un giorno il suo dovere, ma era
sempre vigilante nel fare quello che volevano i suoi superiori".
Ed, "egli non ha mai lasciato una occasione ai suoi superiori ed
altri a trovare una mancanza tale o tale nel suo agire. Non ho mai sentito
un giorno che il superiore l'abbia rimproverato per un minimo sbaglio. La
sua osservanza ben precisa dello Statuto Religioso, aveva come significato
essere ben cosciente di esso",
"e la sua parole in spirito era di alto valore, perché egli ha camminato
verso La Perfezione, nel Cammino Ideale, senza mai deviarsi di Esso. Nel suo
agire, egli metteva ogni cosa nel suo posto, senza mai pronunciare una
parola fuori posto. Nelle sue risposte teologiche, le sue parole erano
forte, e la sua limpidezza lo ha preservato dalle scrupoli e del dire cose
non dette. E spesso, dava consigli ai superiori ed ai monaci di imitarlo".
"Non dovete pensare che il suo distacco dalla gente o dalle cose
del mondo, fu per pigrizia o inconscienza, ma egli era molto intelligente e
molto saggio. La sua simplicità era cristiana. La sua devozione era piena di
saggezza, senza mai vedere in lui scrupoli o cosa dal genere, neppure nel
suo minimo agire. Tutto il suo agire piaceva pienamennte a tutti, che siano
superiori, compagni, servitori, vicini al convento o all'eremo, e ai
visitatori, senza mai lamentarsi in nulla di lui, e senza dubbio egli era di
una alta saggezza. Ed avevo una grande stima e grande rispetto per la sua
persona, evitando di scherzzare tanto con lui",
"egli era ben distinto per il suo grande rispetto e la sua grande reverenza
a Dio. In chiesa, anche se la sua testa lo veniva tolto, egli non guardava
ni destra ni sinistra. Il suo rispetto per l'Autorità era fino il fondo. Era
ben preciso nell'osservare i Santi Riti e le Sante Celebrazione della Santa
Chiesa. Egli celebrava tutte Le Processione, ogni giorni, con il suo
compagno all'eremo".
"Egli era
molto ullimanato nei studi, nel convento di Kfifan, ma egli si mostrava
sempre come se fosse non sapere nulla",
"ed in ciò che riguardava le mortificazione e la dominazione del corpo,
nonostante essere dure, tante e permanente, senza interruzione, esse non lo
hanno causato malattia, e questo significa che esse erano accompagnate della
Temperenza",
"e non era mai artificiale nel suo praticare le Virtù, ma era semplice,
autentico e fedele".
"Egli era
tanto devoto, con lingua devota anche. Il suo agire equilibrato, invitava
tutti coloro che lo hanno conosciuto a rispettarlo. Egli non ha mai causato
scandalo o caduta a nessuno, e nessuno parlava male di lui. Ma tutti lo
consideravano Santo, chiedando la sua benedizione",
"ed era saggio non da saggezza di questo mondo, ma da Saggezza
Soprannaturale".
II-
Racconti ed Eventi
1-
"Chiedete e vi sarà dato" (Mt 7/7)
"Padre Charbel
possedeva un volontà di ferro e di fuoco, l'aiutava a dominare tutti i suoi
desideri ed i suoi sentimenti. Egli mi diceva sempre: Fratello mio, il
mondo inganna, e Dio sà tutto quello che c'è in noi. E colui che Lo chiede
La Grazia con fudicia, Egli l'esaudirà, chiedeLo a darti quello dalquale ne
hai bisogno. E nel periodo che io ho passato a San Maroun, non ho
trovato in lui una minima mancanza, neppure i monaci che lo hanno
conosciuto, che siano superiori o dalla comunità. Egli desiderava essere
chiesto di compiere un servizio, non soltanto dalla parte dei superiori o
confratelli, ma anche dalla parte dei lavoratori e servitori del convento.
Per esempio, se il servitore del convento lo chiedeva di trasportare
l'aratro, egli lo portava subito. Ed io ero stato un testimone occulare di
tanti episodi dal genere. Non ho mai saputo che qualcuno l'abbia denunciato
ai superiori per una cosa. I suoi superiori e confratelli avevano grande
rispetto e grande stima per lui, chiedendo la sua preghiera nelle malattie e
nella difficoltà. E l'inlfluenza della sua devozione fu grandissima su
tutti".
2-
Da noi non ci sono ladri
"Una volta, un
certo signore è venuto al convento per ascoltare La Santa Messa, dove si
radunavano i soci ed altri nella chiesa del convento, ogni domenica e festa,
lasciando il suo bastone alla porta, ed è entrato in chiesa, e Padre Charbel
non era ancora definito per l'eremo. Dopo La Santa Messa, l'uomo ne è uscito
senza trovare il suo bastone. Allora, egli ha alzato la sua voce dicendo
delle brutte parole, e Padre Charbel fu costretto ad uscire dalla chiesa,
dicendolo con calma e dolcezza: Fratello mio, fratello mio,nel convento
nessuno alza la sua voce. L'uomo lo ha detto arrabbiato: Mi hanno rubato
il mio bastone. Ci sono ladri nel convento? E Padre Charbel con sorriso e
tanta calma lo ha risposto: Non, fratello mio, non ci sono ladri da noi.Guarda
questo grande vaso di pietra, è lì da quando fu costruito il convento, e
nessuno lo ha rubato. La timidezza ha preso l'uomo, senza dire più una
parola, ridando lui e coloro che hanno sentito, perché quel vaso era di
pietra gigante e peseva più di 2500 kg. Neppure vinti persone potevano
muoverlo".
3-
Un bravissimo maestro
"La sua
intelligenza si vedeva nella precisione del suo lavoro. Non mi ricordo che
un giorno il superiore, il suo compagno o il contadino con chi egli lavorava
sia lamentato di una minima mancanza nel suo lavoro, o darlo o ad altri una
minima osservanza. D'abitudine, i Frati monaci chiedevano al Padre superiore
di non mandarli un frate che non sapeva fare nulla, dicendolo che tale frate
faceva più male che bene, guastando il lavoro. Il suo saper fare le cose
molto bene era una cosa ben distinta e ben visibile, la sua vita era piena
delle virtù e la sua coscienza era finissima, senza mai lasciare dire di lui
che egli aveva un minimo scrupolo. Ma, ogni cosa da lui era piena di sagezza.
E la sua intelligenza grandiosa, si faceva vedere bene che egli abbia
lasciato il mondo. E nonostante che non abbia studiato nelle scuole
superiore, egli era un bravissimo maestro nelle cose spirituale e dalle
quale furono incapaci i Padri i più famosi [77] dell'Ordine, scienza ed
esperienza".
J: La biblioteca di
Charbel e la sua cultura
I-
A sapere
1-
I suoi libri
"Dai libri nei
quali egli meditava [215], ...Pensieri, Preparazione alla morte
del Santo Alfonso Maria Liguori, Le Confessione di Sant'Agostino",
"La Perfezione Cristiana",
"La Teologia Morale, che era il suo libro di lettura, ed il libro
dell'Imitazione di Cristo stampata in carattere Karshouni
nel quale era innamorato e lo leggeva sempre".
"Egli leggeva sempre libri di Teologia",
"Il giardino dei monaci",
"La vita di Sant'Antonio Il Grande",
"La lenterna monastica. Le soluzione spirituale ed I Libri
Santi",
"e non c'era niente in cella sua, a parte il suo materasso normale, ed i
suoi libri di preghiera e meditazione",
"e dai libri da lui letti e, che si trovino nelle biblioteche dei conventi:
La scale delle Virtù, di Giovanni della scala. Vita eremetica,
di San Basilio. Mayamer Sant'Efrem. I discorsi di San Isacco Il
Siriaco nella vita monastica. Mayamer il vecchio spirituale nella
vita monastica, di Giovanni AlDalyati. Disprezzare le cose vane del
mondo, del maestro Didoks Stalé dai monaci di San Francesco. La
bilancia del tempo ed Il costas dell'Eternità dell'uomo, di Padre
Giovanni Eusebios Nirmbark Gesuita. Le Glorie di Maria, di Sant'Alfonso
Di Liguori",
ed, anche, La vita dei Santi, Il Statuto del novizio, ed I
Statuti e Norme dell'anno 1732...
2-
La sua cultura
"Padre Charbel
era puremente un uomo di Santità, visto come uno che non sapeva nulla, ma
nelle Cose Spirituale egli era un grande colto",
"ed io ho saputo di persona che era"
"bravissimo ed intelligente, molto colto nei Studi di Teologia Morale, la
grammatica della lingua siriaca e, in modo particolare tradurla in arabo, e
qualcosa della grammatica della lingua araba. E le sue risposte erano guiste
e convincente",
"perché in Teologia Morale e nelle Cose Spirituale era del livello di Padre
AlKafry così celebre",
"nei suoi dialoghi in Teologia con i Preti, egli parlava con tanta voglia"
"da cose accadute, nel quadro della Teologia Morale, relative alle cure
delle anime e al Sacramento della Penitenza",
"e, la sua lingua rifletteva l'abbondanza del suo cuore ardente nelle Cose
Spirituale e Divine".
II-
Racconti ed Eventi
1-
Discorsi di Devozione
"Andavo spesso
all'eremo per le cose del convento, e lavoravo anche con Padre Charbel. Egli
scendeva al convento aiutando a fare il pane di forno, tutta la giornata.
Egli faceva dei discorsi spirituali che ci sono arricchiti in tante cose.
Egli era bravissimo in quelle risposte, più di tutti, piene di sapere molto
preciso, dolce e musculate alla sua umiltà. Egli non rispondeva che su
richiesta",
"parlando con noi Discorsi di Devozione che riflettevano La Sua Fede
profonda. Egli citava dei Verseti dalla Sacra Bibbia e dai Libri Spirituali.
Proponandosi che ciascuno di noi [129] cominciasse Un Versetto che inizia
con la lettere con laquale finiva il Versetto di prima. Ed egli spiegava i
suoi significati".
2-
Leggi questo Capitolo
"Ho conosciuto
direttemente Padre Charbel nel settembre dell'anno 1897, nell'eremo dei
Santi Pietro e Paolo, nella località di Annaya, durante la mia visita al
convento di San Maroun di Annaya, dopo alcuni mesi della mia Professione dei
Voti Perpetui. Mi accompagnava in tale visita Padre Ibrahim AlHaqelani,
deceduto in fama di Santità. E da lì, siamo saliti a visitare l'eremo [34],
e al nostro arrivo, siamo entrati in chiesa, e abbiamo trovato Padre Charbel
inginocchiato con tanta devozione e senza muoversi, fisso nel suo stato.
Abbiamo pregato un pò, guardandolo, ma egli non ha mostrato nessun sguardo
verso di noi. Poì, siamo usciti dalla chiesa, trovandosi Padre Macarios
preparare il cibo. E gli eremiti non mangiavano ch'una sola volta al giorno,
verso pomeriggio, nell'eremo di Annaya. Ed il cibo fu composto da lenticche,
ceci, faggioli, grano duro tagliato ed altri cereali, chiamato macedonia, ed
è un tipo di minestra. E, al taglio della cipola, che si metteva con quei
cereali, dopo di essere bruciata nell'olio, Padre Macarios ha chiamato Padre
Charbel il cui è venuto subito, dicendolo: prende questa cipola a friggere
nell'olio, ed egli lo ha presa senza guardarsi. Allora, Padre Macarios
eremita assistente a Padre Charbel, ma più piccolo d'età di lui, è andato
prendere due piatti vuoti su un cesto, con un pò di pane e di farfhin
(specie d'erbaggio). Egli ha preso di Padre Charbel la cipola fritta,
chiedendolo di pulire il farfhin. E egli ha subito obbedito, mettendo le
foglie del farfhin (erbaggio) in un piatto, ed i suoi rami in un altro.
Quando Padre Macarios ha servito il cibo in due piatti, ha detto a Padre
Charbel: Mangia. Ed egli ha cominciato a mangiare. Dopo di finire da
mangiare, egli ha chiuso i suoi braccia, con lo sguardo verso basso, senza
una minima parola. Padre Macarios lo ha detto: Vai a visitare Il Santissimo
Sacramento, poi torna a lavare i piatti. Egli è andato visitare Il
Sacramento, e noi siamo partiti dall'eremo. Nell'estate dell'anno seguente,
1898, sono andato con un gruppo dei miei confratelli studenti a visitare
l'eremo, lì abbiamo trovato Padre Charbel in chiesa a pregare, senza mai
guardarsi. Dopo che abbiamo pregato, guardandolo con la nostra speranza che
ci guardi, egli non si è girato mai verso di noi, rimanendo fermo. Siamo
usciti dalla chiesa per la piazza che stava davanti. Per causa del nostro
rumore, Padre Charbel ha aperto la porta della chiesa, mettendosi nel suo
mezzo con braccia chiusi, guardandosi, con il viso illuminato e sorridente.
Allora ci ha preso la timidezza, siamo avvicinati verso di lui, salutandolo
e tentando di bacciarlo la mano come benedizione, ma egli non ci ha lasciato
farlo. Egli si è contentato di mettere la sua mano sopra la nostra,
dicendoci a bassa voce: La Pace. Davanti a lui siamo rimasti un
minito con devozione, ed egli ha chiuso la porta tornandosi alla sua
preghiera, e noi ci siamo allontanati verso il bosco. Ed io sono ritornato a
vederlo a posto, entrando in chiesa, senza trovarlo. Sono andato nel
corridoio dell'eremo, senza trovarlo neppure lì. Sono salito sul tetto, e su
lo ho trovato seduto, sulla pietra rotonda e lungha con laquale si passava
sulla terra dei tetti, in mano [35] il libro della Vita di Sant'Antonio Il
Grande. Al mio arrivo, egli mi ha dato il libro dicendomi: Leggi questo
capitolo. E lo ho letto al suo udire. Alla fine della mia lettura, egli
ha preso il libro senza una minima parola, ed è partito senza più rivederlo".
K: La Confessione di Charbel
I-
A sapere
1-
La rivelazione dei pensieri
"Il
novizio rivela i suoi pensieri al suo superiore ed al suo maestro di
noviziato, fuori della Confessione... ogni sera, se lo è possibile...
mettandosi in ginocchio davanti al suo Padre spirituale, con tanta umiltà e
devozione, scoprando la sua testa e baciando la terra... dicendo con tanto
rispetto: O Padre mio, il mio cuore è straniero e lontano da Dio... sono
imperfetto e ho commesso errori davanti a Dio... ed egli comincia a
rivelare i suoi pensieri di buono e di brutto che abbia commesso... e
chiedera dal suo Superiore il proffito ed i consigli, attacandosi bene a
quello che lo sarò detto".
2-
Confessioni settimanali
"Egli
oddiava il peccato e fuggiva le sue cause, anche lontane",
"egli pure non lo nominava. E tutti coloro che lo hanno conosciuto,
testimoniano che egli non abbia mai commesso un peccato veniale
volontariamente",
"e, lungo la sua vita, egli non ha trasgredito I Commandamenti di Dio e
della Sua Santa Chiesa, neppure I Statuti del suo Ordine Religioso, ma egli
soffriva dalla trasgressione degli altri al riguardo",
e con ciò, "egli faceva un esame di coscienza ogni sera, dei lavori della
sua giornato, come il commerciante saggio, per vedere se egli ha guadagnato
o ha perso in tale giorno. Se egli abbia vinto, ringraziava Dio, chiedendoLo
La Grazia di aumentarsi nel fare sempre del bene con tanta voglia, affinche
il suo guadagno sarà più alto e la sua ricompensa più grande. E, se egli
trovava che abbia perso, anche un pò, egli si dispiaceva della perdità,
prendando le buone decisione per riparare il sbaglio, grazie al suo sforzo
di trovare i suoi radici",
"e le sue Confessione era in continuazione durante la sua vita da laico,
monastica e sacerdotale",
"confessandosi una volta alla settimana",
"Egli si confessa una volta alla settimana, almeno",
"ed, i monaci si confesseranno le domeniche e le feste",
"egli era molto prudente e saggio, senza un minimo scrupolo, visto la sua
profondità nella Vera Scienza dello Spirito",
"egli non ha rispinto un consiglio [5] buono durante la sua intera vita".
"Nel
convento di Kfifan, egli aveva due Direttori Spirituali: Padre NeemetAllah
AlKafry, diventato in poi Superiore Generale, ed il Santo NeemetAllah
AlHardiny",
"ed all'inizio della sua vita eremetica, il suo Direttore Spirituale fu
Padre Alichaa AlHardiny. E dopo il decesso di Padre Alichaa, il suo
Direttore Spirituale fu Padre Libaos AlRamaty, che fu trasferito all'eremo
di AlQattara, ed infine, Padre Macarios AlMechmchany, il cui, durante la sua
vita Padre Charbel è deceduto ".
3-
Il servizio dei Fedeli
"Padre Charbel ha preso La Potestà di ascoltare Le Confessione, dal
Patriarca Boulos Massaad, il 2° febbraio l'anno 1863",
"egli ascoltava La Confessione dei Fedeli quando il Padre superiore lo
chiedeva di farlo",
"essendo non incaricato per il servizio delle anime. Ma, tutti coloro che
venivano confessarsi da lui o prendere i suoi consigli, lodavano il suo
santo zelo per il loro bene, e l'influenza dei suoi consigli nelle loro
anime",
"testimoniando e lodando la sua intelligenza ed i suoi saggi consigli"
"costruttivi per gli altri, e per il loro progresso nella Vita Spirituale",
"essendo molto generoso nei suoi consigli ai suoi comtemporanei, quando era
necessario",
"ed io, di persona, ho sperimentato la forza dei suoi saggi consigli, quando
mi sono cnfessato da lui",
"Mi sono confessato da lui tante volte",
"Era il mio Direttore Spirituale".
"Egli
pregava per i peccatori, dando loro dei Consigli di Salvezza, quando egli
ascoltava la loro Confessione",
"amonendo duramente per il peccato che tale o tale abbia commesso, chiedando
una penitenza riparatrice dura",
"ed ho sentito un penitente che si è confessato da Padre Charbel, trovandosi
i suoi consigli influenzare l'anima, più dei consigli di coloro dai quali
egli si era confessato dei Padri Gesuiti ed altri",
"egli vedeva in Spirito, più degli maesrti".
"Egli fuggiva le confessione delle donne, per prudenza verso la
virtù della purezza, e nonostante ciò, egli obbediva al Padre superiore di
ascoltare le loro confessione, quando quest'ultimo lo chiedeva di farlo".
II-
Racconti ed Eventi
1-
Egli versava La Speranza nei loro cuori
"L'influenza del suo esempio sugli altri era molto grande",
"egli si sforzzava di piantare La Speranza nei cuori degli altri",
"siano monaci o laici",
"se un monaco si ammalava gravamente, nel convento, egli chiedeva al Padre
superiore di chiamarlo Padre Charbel per amministrarlo I Santi Sacramenti",
"Confessione e Viatico ed altro",
"per incoraggiarli, lasciando questo mondo, versando nei loro cuori La
Speranza nella Risurrezione",
"egli veniva e passava tutta la notte vicino l'ammalato, seduto su una
sedia, senza mai lasciarla che per pregare il suo Ufficio Divino in chiesa,
se la situazione dell'ammalato lo permetteva",
"e, quando il superiore lo ordinava di partire pregare su un ammalato, egli
andava con tanta voglia".
2-
Solo dai monaci
"Frate Sarkis
Ehmej è deceduto nella casa dei sui genitori a Ehmej, per la sua età
avanzata, armato da tutti I Sacramenti, in presenza del Curato Youssef Issa
e di Padre Charbel Bekaakafra il 14 marzo 1874".
3-
Egli era un saggio consigliere
"Egli era
molto semplice in tutta la sua vita, nei suoi lavori e nei suoi detti. Nei
suoi detti spirituali, egli era molto intelligente, ed era un saggio
consigliere. E mi ricordo una volta, egli mi disse: La parola che provoca il
peccato, non deve dirla, se essa è un bene, tu può pronunciarla, se essa non
lo è, tu non deve dirla mai".
4-
I suoi consigli nel confessarmi mi
hanno invitato alla devozione
"Quando Padre
Charbel è uscito dalla chiesa per entrare nella sua cella, lo ho incontrato
chiedandolo di ascoltare la mia Confessione. Egli è entrato in chiesa,
dicendomi: Seguimi. Dopo La Confessione, guardavo il tetto ed i muri
della chiesa, trovandomi delle fissure ed il pericolo di crollarsi, allora
lo ho detto: nostro Padre, voi passate tutta la notte in questa chiesa, e
questo eremo è sotto il rischio degli fulmini. Basterebbe il tuono per farla
una scossa, e farla cadere sopra di voi. Perché non la restaurate? Egli ha
detto: Non, fà niente. Allora, lo dirò al Rev.mo Padre superiore,
avertandolo per restaurarla, lo ho detto io. Egli mi risponde: Non! Non
deve dire nulla, dove troverò un luogo più santo che quest'Altare dove
morirò? A sentirlo, ho inchinato la mia testa, ed i suoi consigli nel
confessarmi mi hanno invitato alla devozione. Poì, egli è uscito ed è
entrato in cella. E noi siamo partiti da lì".
5-
Le qualità del confessore furono tutte in lui
"La sua
Santità conosciuta da tutti. Egli aveva tanta comprehensione per tutti ed
era molto bravo, ed i suoi consigli per coloro che si confessavano da lui,
facevano gioire i loro cuori. Mi sono confessato da lui tante volte, e
desidero di tutto il mio cuore di trovarmi un confessore come lui, da chi mi
confesso tutta la mia vita, perché egli aveva una memoria straordinaria, e
ciò faceva capire al penitente che egli sapeva tutto, per il fatto del
ricordarsi lo stato del penitente, nonostante il suo ritorno confessarsi da
Padre Charbel dopo una lunga assenza, per la seconda volta. E nonostante
ch'egli era sapiente e preciso nel consigliare le anime, dava la medecine
necessario con durezza ferma, ed attirava il cuore di colui che si
confessava da lui, senza che tale o tale scappasse dalla durezza dei suoi
rimproveri riguardo il peccato, e per la penitenza dura che egli dava loro",
"e, le qualità erano tutte in lui:
- Egli era molto saggio nei suoi consigli, nelle sue domande e nei
suoi rimproveri.
- Egli era un giudice sapiente, sapeva tutta la sua Teologia
Morale.
- Egli era un
bravissimo medico spirituale, sapeva dare la medecina che guarisce.
- Ed, egli era
un Padre molto tenero, apriva al peccatore i suoi braccia, facendo da lui un
innamorato della Penitenza e dalla Confessione".
6-
I suoi consigli rimanevano impressi nel cuore
"Egli
ascoltava le confessione degli uomini, che lo chidevano ciò, d'un modo
limitato, ed egli mandava loro, in principio, dal suo compagno nell'eremo. I
suoi consigli, nel Confessionale, rimanevano impressi nel cuore, come mi lo
ha raccontato il mio padre, confessandosi da lui per circa sette o otto
volte, all'età di 25 anni",
"ed i suoi consigli erano molto efficaci per La Salvezza delle anime".
L: Servo di tutti
(Mt
20/28)
I-
A sapere
"L'agire
personale e le azione esteriori del monaco, davanti i suoi confratelli,
devono essere tutti pieni d'umiltà e del dimenticare di sé",
perciò, "alcuni dei suoi confratelli monaci... ridevano dalla sua estrema
semplicità",
"ed, egli era il modello del Cristiano per la sua umiltà. Si sforzzava per
nascondere la sua Virtù e le sue buone azione. Egli si fatigava e si agitava
delle lode della gente per lui".
"Egli era lo
specchio dell'Umiltà. Egli fuggiva la gente ed anche i monaci, ed era
innamorato del noscondimento, del ritirarsi in disparte e nel silenzio. Egli
era un essere umano d'apparenza, ma viveva in cielo. E quando la gente
chiedeva la sua preghiera, egli diceva loro: Confidatevi in Dio, Egli
provvede per voi, ed egli si allontanava da loro".
"Se qualcuno
lo rimproveva, nonostante essere non colpevole, egli si metteva in
ginocchio, braccia chiusi, chiedendo il perdono, con la testa inchinata
verso terra, senza mai alzarsi che sul suo ordine",
"Egli deve mettersi subito in ginocchio, silenzioso con braccia chiusi,
senza giustificarsi, restando inginocchiato fino all'ordine del superiore,
allora egli prendera la sua benedizione e partira al suo lavoro",
"e, quando qualcuno lo diceva che egli è Santo, egli non rispondeva,
manifestando allo stesso tempo il suo disaggio, muovendo la sua testa con un
viso scuro",
"considerandosi l'ultimo di tutti ed un gran peccatore. E, quando lo
chiedevano la sua preghiera, egli rispondeva: Sono peccatore".
"Egli era l'umiltà in persona, non parlava mai di se stesso,
ed in risultato, egli era morto dal mondo",
"mentre alcuni monaci lo dispresavano e le sue estreme mortificazione in
vita sua, ed uno di loro era quello incaricato della riserva, mettandolo
nella sua làmpada acqua al posto dell'olio",
"e la gente lo dispresava per il suo modo di vestirsi tanto povero",
"egli si è mortificato tantissimo fino a volere scogliersi totalmente, se lo
poteva, apparandosi senza volontà, e di un certo modo senza cervello, senza
sensi, molto povero nel vestirsi, nel mangiare, nel dormire, nel
inginocchiarsi, nel suo materasso, nella sua cella, nel suo durissimo
lavoro",
"dimenticando se stesso".
"Egli accettava le umiliazione, fino a gioirsi se qualcuno lo
rimprovevava",
"egli non si è mai vergognato per il suo vestirsi molto povero, il suo cibo
povero, la sua cella poverissima, senza mai fuggire quello che evitavano la
dignità e l'orgolio dell'uomo.
Nonostante essere sacerdote, esperto in Teologia Morale, vecchio nell'Ordine
e modello in Virtù, egli praticava i lavori manuali molto duri, a vero dire,
molto modesti. Egli non chiedeva mai degli incarichi, neppure gli impegni
della missione che andavano molto bene con la sua Vita Sacerdotale, di più
dai lavori che egli praticava",
"senza mai chiedere un ufficio più alto [21] agli altri. Egli chiedeva
sempre, per se stesso, le cose di meno e l'ultimo posto. Si sentiva dalla
sua bocca dire: Io non merito essere in mezzo ai miei confratelli monaci,
neppure avere la loro dignità, perché io sono meno di tutti",
"egli considerava se stesso l'ultimo dei monaci, cuore e persona, convinto
della sua nullità e della sua piccolezza, dimenticando totalmente se stesso",
"e quando lavorava con noi nei campi, egli agiva come se fosse servo di
tutti",
"sciegliando per se stesso i servizi ed i lavori più umili, come fare
passare la scopa, il lavaggio dei piatti, nonostante che quei servizi non
erano per i monaci ed i Sacerdoti",
"facendo tutto ciò subito e con tanta voglia",
"e, quando la comunità dai monaci si avvicinava da lui baciando le sue mani
come benedizione, egli si sforzava a non lasciarli farlo".
II-
Racconti ed Eventi
1-
"Straniero"
"Padre Charbel
nel convento (vedi, di Annaya) era straniero dalla zona monastica. Egli era
l'unico della zona di AlJebbet, ed obbediva pienamente a tutti. Tanti, dai
monaci e laici, davano a lui ordini, per divertirsi di lui, ed egli obbediva
sempre. Nessuno lo diffendeva o aveva un rispetto per lui, a parte il Padre
superiore, il quale prendeva rabbia contro colui che prendeva Padre Charbel
in giro, o contro colui che lo disprezzava. Mentre Padre Charbel, lavorava,
pregava ed obbediva. Non usciva nulla da lui, che manifesteva il suo
disaggio di coloro che lo prendevano in giro. Egli non parlava che
rarissimo, in risposta a colui che lo parlava",
"Quale disprezzo sulla riva straniera, non ti ha toccato per me? Voglio
nascondermi da Terra, ed essere l'ultima in tutto per Te O Gesù".
2-
Dio mi aiuti all'Obbedienza
"Quando il mio
zio Padre Abd AlAhad ElHousainy era superiore del convento dei Santi Sergio
e Bakhos Qartaba,
c'ero io lì diacono, al suo servizio. Un giorno, siamo venuti al convento di
San Maroun di Annaya, dove abbiamo trovato i monaci ed i lavoratori facendo
gran fuoco (per il calcario), e Padre Charbel lavorava con loro dandogli il
legno. Padre Roukos AlMechmchany si è girato verso Padre Charbel - il quale
non era ancora salito all'eremo – dicendolo nello scherzo, al mio sentire ed
al sentire di coloro che erano presente: Tutti hanno deciso
di buttarti dentro come legno, perché esso è venuto di meno, essendo il
corpo dell'uomo meglio del legno nel bruciarsi e così la pietra sarà ben
presto pronto. A sentire queste parole, Padre Charbel si è meso
inginocchiato, dicendolo: Dio mi aiuti all'Obbedienza. Ciò: Sono
pronto a sacrificarmi per Obbedienza. Commosso, Padre Elias AlMechmchany,
Assistente Generale,
ha sgridato Padre Roukos, dicendolo: Vergonati dal pronunciare tale parole!
Perché tu prendi in giro Padre Charbel, non sai che in lui c'è Il Spirito di
Dio, Dio ci dià la benedizione delle sue preghiere. E Padre Roukos ha
chiesto il perdono da Padre Charbel - dopo di ascoltare il rimprovero di
Padre Elias - e Padre Charbel ha risposto: Dio perdona a tutti".
3-
Io sono il primo dei peccatori
"Nessuno
sentiva la sua presenza, visto il suo amore per il nascondimento. E, quando
i visitatori chiedevano la sua benedizione, egli lo dava senza guardarli,
dicendo: Chiedete a Dio di darvi secondo la vostra fede. E si
qualcuno lo diceva: Tu sei Santo. Egli mostrava il suo disaggio, dicendo:
Io sono il primo dei peccatori. Ed, all'eremo, egli praticava tutti i
lavori molto modesti, facendo quello che rende di meno il suo stato (cioè le
cose umile e non per lui). Nonostante essere il superiore dell'eremo, egli
dipendeva dal suo suo compagno Padre Macarios, che era più piccolo in età di
lui, ed a lui egli obbediva. In persona, Padre Charbel lavava i piatti,
passava la scopa pulendo l'eremo, e se capitava rimproveri per tale o tale
dal superiore, o attirare l'attenzione di tale o tale per una cosa, in sua
presenza, e nonostante essere lui (Padre Charbel) il non-colpevole, egli si
metteva subito in ginocchio come facevano d'abitudine i monaci, chiedendo il
perdono, come se fosse lui il colpevole, ed egli non si rimetteva in piedi
che su ordine del superiore".
4-
Il resto del cibo del gatto
"Vi raccontò
un episodio che io visto con i miei propri occhi, un episodio che mi ha
toccato nel cuore profondemente, e che mi ricordo fino oggi, commosso e con
tanto rispetto e ammirazione. Una volta, Padre Charbel mangiava con il suo
compagno, ed ero presente lì, ed il loro pranzo era del grano duro tagliato
con erbaggio del bosco lessati. Quando Padre Macarios abbia finito da
mangiare, egli ha pulito la pentola (in argilla) con un pezzo grande di
pane, buttandolo poi per terra, al gatto. Ma, il gatto, come ho visto, non
aveva fame, ed ha leccato soltanto il cibo, lasciando il pezzo di pane.
Padre Charbel lavava la pentola ed i piatti, e quando è tornato dove era il
pezzo di pane per terra, e dove si passava, egli lo ha preso mettandolo
sulla sua testa, dopo di pulirlo dalla polvere, facendosi Il Santo Segno
della Santa Croce, lo ho mangiato. Egli ha fatto ciò, come se fosse non ha
sentito la mia presenza, perch'egli non alzava mai i suoi occhi da terra. Ed
io ero sicuro che egli non guardava nessuno, con il suo sguardo in basso.
Perché spesso mi chiedeva: Da dove sei? E nonostante la mia risposta,
egli tornava il secondo giorno a chiedermi di nuovo la stesso domanda, per
il fatto che egli non alzava verso di me il suo sguardo".
5-
Cosa mi riguarda da queste cose?
"Egli
desederiva essere mal-trattato da tutti. E lungo la sua vita, il suo sguardo
era in basso, anche di fronte ai suoi compagni, e pure dal paesaggio
naturale del mondo. Un giorno, stavo con Padre NeemetAllah Mechmech,
ed nelle nostre mani un occhiale per vedere a lunga distanza, e stavamo ad
osservare da lontano Beirut. Egli è passato davanti a noi portando una corda
per cercare legna sulle sue spalla. Lo ho detto: prendi quest'occhiale e
vedrai da lontano Beirut, come se fosse essa davante a te qui. Egli mi ha
risposto: Non, non, cosa mi riguarda da queste cose? Ed, egli è
partito al suo lavoro".
6-
Non devono mettere tentazione
"Ho sentito
Padre Elias AlMechmchany rimproverare la comunità, i lavoratori e servitori
del convento a non mettere tentazione – siano in parole o altro – a Padre
Charbel, dicendogli: Egli è L'Uomo di Dio, ed in lui c'è Lo Spirito di Dio,
dovete rispettarlo. E Padre Elias AlMechmchany lo voleva tanto bene, ed
aveva una grande stima per la sua Virtù rara. Una volta, tale Padre Elias ha
detto davanti a me: Molte volte, ho tantato di chiedere a Padre Charbel a
non praticare più i lavori duri nei campi, chiedendolo di fare qualcosa di
leggero nel convento, come riposo per il suo corpo. Egli finiva il lavoro
che lo chiedevo di farlo nel convento, ed partiva subito per i campi".
7-
"Beati voi, se vi insulteranno e vi perseguiteranno" (Mt
5/11)
"Una volta,
mentre egli recitava la preghiera dell'Ufficio Divino, lo ha chiamato Padre
Ighnatios AlMechmchany, dicendolo con durezza: Lascia la preghiera e vieni
qui, e Padre Charbel ha subito obbedito",
"sopportando, certe volte, gli insulti degli altri ed il loro prendere in
giro per lui, con umiltà, pazienza e gioia",
"colui che si umilia, sarà rialzato, ed il umile di cuore trova un riposo
per la sua anima, e colui che sarà insultato, il suo Guadagno è così grande
in Cielo, perciò Padre Charbel si rallegrava e si gioiva".
-
"Rallegratevi e gioite perché la vostra Ricompensa
è
grande nei Cieli" (Mt 5/11)
"Mentre
stavamo a fare la vendemia della vigna dell'eremo, il Padre superiore mi ha
ordinato di andare cercare l'acqua dal pozzo dell'eremo. Ed, al mio arrivo
al pozzo, ho attaccato la giara con la corda, buttandola con velocità
dentro, senza prudenza. Padre Charbel era dietro di me ad osservarmi, senza
che io facessi attenzione alla sua presenza, ed mi ha detto: Fratello
mio, Sant'Antonio ha scelto il discernimento, e tu butti la giara con
velocità, essa rischia di rovinarsi, e sarà fuori uso, e ciò è contro la
povertà. Allora, lo ho risposto con durezza: Vai nella tua chiesa! Tu
vivi nell'eremo facendo finta che sei Santo! Egli mi rispose, con gentilezza
ed umiltà, con la testa inchinata: Perdonami fratello mio per volere bene
a Cristo. E ciascuno di noi è partito, lui in chiesa ed io per la vigna",
"ed, in ogni evento che obligava a parlare ed a contestare, egli deve
precedere il suo fratello, nel dirlo: Perdonami".
-
"Cosi hanno perseguitato i Profeti prima di voi" (Mt
5/11)
"Un giorno
stavo a lavorare la terra con l'aratro nella vigna dell'eremo con alcuni dei
lavoratori del convento, e lì Padre Charbel metteva al riparo del passaggio
delle mucche i rami della vigna, ed è capitato che la mucca è passata sopra
un ramo secco e lo ha rotto, allora Padre Macarios ha detto a Padre Charbel:
Questo ramo si è rotto per la tua mal-attenzione, e subito Padre Charbel si
è inginocchiato con i braccia chiusi, in silenzio, pregando e chiedando
perdono per l'accaduto".
"Ed il suo compagno Padre Macarios mi ha raccontato, ed era più
piccolo di Padre Charbel e d'ufficio, dicendo: Padre Charbel mi ha detto una
volta: Se sono un asino, sopportami per Cristo".
M: Nessuno sentiva la sua voce
(Mt
12,19)
I-
A sapere
"Il monaco
deve praticare il silenzio con sagezza",
"perciò, Padre Charbel era di pocchissime parole, non sentiamo la sua voce
che nella Lettura del Santo Vangelo e Le Parole di Consecrazione",
"e nella preghiera comune sul coro",
"egli non parlava con nessuno, che siano uomini, donne o monaci",
"e lo Statuto era incarnato in lui. Tu non lo vedevi che in chiesa. E nel
lavoro, tu non sentiva la sua voce. Tu non lo vedevi mai, a titolo
d'esempio, divertirsi con un visitatori o con un lavoratore di trasporti
sull'asino. E nel lavoro, egli non parlava con nessuno",
"ed, egli non perdeva mai tempo nella novità della gente, non chiedeva di
nessuno, e su domanda, egli rispondeva con gentilezza, con calma ed in
parole brevissime".
"E la serata, cioè il tempo breve primo del dormire, egli la
passava nel silenzio, perché era di poche parole, per mortificazione. Egli
non parlava che su domanda Teologica o Spirituale. Allora, in tale
situazione, egli parlava a lungo"
ed a parte ciò, il suo modo di vivere era simile ad un monaco dei monaci
silenziosi",
"la sua lingua è per parlare con Dio, per il Silenzio, per ritirarsi e
nominare sempre da solo Dio",
"egli è monaco di Lavoro, di Preghiera e di Silenzio",
"era silenzioso e contemplativo. E dalle sue parole [129] si vede che era
molto umile",
"egli era di un silenzio perfetto, pensava sempre, e contemplava Le Cose
Celeste, stato che faceva pensare a vederlo che egli era in Un Altro Mondo",
"egli non aveva da fare con nessuno, a parte con i suoi superiori",
"e se fosse necessario parlare con qualcuno, egli non prononciava che Parole
Spirituale, sempre".
"Qui, in
chiesa, e su, nell'eremo, egli era come L'Angelo, nessuno sentiva la sua
voce",
"a parte nella Santa Messa",
"e, Il Silenzio accompagnava tutti i suoi lavori",
"ed era un Silenzio originale",
"e, in breve, dico: Sono molto meravigliato dal suo modo di vivere in
Silenzio, mortificandosi, pregando e lavorando. Non capivo il significato
del suo stile di vita, come lo capisco oggi. Ma, da allora dicevo: Costui è
Santo, e questa parola la ripettevano tutti coloro che lo hanno conosciuto",
"osservare il Silenzio per una settimana, era da noi considerato una cosa
strana. E Padre Charbel è rimasto, per circa cinquanta (50) anni, in questo
convento (vedi, di San Maroun di Annaya) e nell'eremo, silenzioso, lavorando
e pregando, mortificandosi nel vestirsi e nel mangiare. Egli non aveva un
giorno di riposo, o un giorno di gioia mondana, neppure un giorno solo".
II-
Racconti ed Eventi
1-
Quando era necessario rispondere
"Il Silenzio è
obligatorio nel nostro Satuto, dopo la preghiera della Compieta, a tavola ed
in chiesa. E se un monaco parlava con Padre Charbel in tale ore, egli non
rispondeva che quando era necessario rispondere. I monaci lo prendevano come
modello, offrandolo ai novizi come esempio e modello da imitare, in modo
speciale dopo il suo decesso. E non c'era in mezzo dei monaci uno come lui,
nella sua osservanza stretta per il Statuto Religioso".
2-
Egli non spegnera un filo di candela che fuma (Mt
12/19-20)
"Quando
capitava che un novizio che trasgrediva il Statuto, Padre Charbel non lo
denunciava mai al superiore, ma egli era muto, sordo e non si metteva mai
dentro una cosa mai chiesta a lui per ordine (vedi, in nome della Santa
Obbedienza)".
3-
Ho perso la strada
"Una volta
Padre Charbel è andato ad un funerale a Mechmech. Al ritorno, egli ha fatto
tardi fino sera. Lo ho chiesto perché hai fatto tardi. Egli mi rispose:
Ho perso la strada, per motivo della forte nebbia, e mi sono reso conto che
sono già a Hjoula, perciò, piano piano,ho cercato da lì la strada per
rientrarmi al convento. Allora, lo ho detto: Non hai trovato gente per
strada?! Ed egli: Ho trovato tanti. Lo ho detto: Perché non hai
chiesto loro la strada? Ed egli non ha risposta per niente. In verità, egli
non chiedeva nulla a nessuno, e non parlava con nessuno, anche se egli
perdesse la strada. Il suo caso è strano, i Solitari e Eremiti non hanno
vissuto come lui. Non ho trovato come lui, e nessuno mi ha raccontato, prima
o dopo di lui, aver conosciuto gente come lui, che siano monaci, laici,
Sacerdoti o Vescovi. Sei Grandioso O Dio nei Tuoi Santi, ed il caso di Padre
Charbel è grandioso e strano".
4-
Egli era di pochissime parole
"Lo conosciuto
di pochissime parole. Egli mi ha chiesto tante volte: Da dove sei? Ed
una volta mi ha chiesto: Dove studi tu? Lo ho risposto: a Kfifan.
Egli mi disse: Nel Santo Vangelo è scritto: Voi siete veramente i Miei
Discepoli.Che significato ha il termine "veramente"? Allora, io ho
risposto quello che sapevo. Poì, lo ho chiesto una risposta litteraria. Ed,
egli mi ha risposto: Fratello mio, io non lo sò".
5-
Egli non ha pronunciato neppure una parola con noi
"Ho conosciuto
di persona Padre Charbel entro l'anno 1893 e l'anno 1895, spinto dal mio
desiderio di conoscere gli eremiti ed eremi del mio Ordine Religioso. Siamo
venuti all'eremo (vedi, dei Santi Pietro e Paolo in Annaya), ed eravamo
quattro monaci dal nostro Ordine, mi ricordo di due e, furono Padre Ibrahim
Harfouch e Padre Youssef Ghbalé. Abbiamo chiesto d'incontrare l'eremita
Padre Charbel. Padre Macarios (eremita), il suo compagno è venuto
incontrarci. Lo abbiamo chiesto di chiamarci Padre Charbel, egli ci è fatto
sedere e lo ha chiamato. Siamo seduti con loro, ma Padre Charbel è rimasto
in piedi. Ci siamo alzati salutandolo, bacciando le sue mani e chiedando la
sua benedizione. Egli ci ha benedetti. Ci ha chiesto: Da dove veniti,
fratelli miei? Allora, abbiamo risposto alla sua domanda, dandolo i
nostri nomi e da quali conventi siamo venuti e da dove siamo. Egli ci ha
detto: C'è qualche monaco defunto nei convento dove siete passati, per
celebrarlo La Santa Messa? Lo abbiamo risposto: Non. Egli ci ha lasciato
ed è entrato nella sua cella, e noi siamo rimasti con il suo compagno, che
ci ha detto: è ora del nostro mangiare, permetteti a noi di portare il cibo,
e mangiati con noi. Egli ha preso un piccolo vaso d'argilla, mettando
dentro, in pezzettini, del pane secco con erbaggio, versando sopra un pò d'acetto,
cipola e d'aglio, chiamando Padre Charbel a prendere del cibo con lui. E
Padre Charbel ci ha chiamato, anche, di mangiare con lui. Lo abbiamo
ringraziato, senza mangiare. E, durante il mangiare, Padre Charbel non ha
pronunciato neppure una parola, con noi",
"Egli deve osservare il Silenzio... a tavola",
"ma, Padre Macarios parlava con noi".
6-
Pratichi-tu i tuoi doveri spirituali?
"Ed,
una volta, è venuto il suo fratello da Bekaakafra a visitarlo, bussando alla
porta dell'eremo, Padre Charbel è venuto vedere chi era. Il suo fratello
dall'esterno ha risposto: Il fratello dell'eremita Charbel, e Padre Charbel
lo ha detto: Pazienti un pò, affinche vado chiedere all'eremita se egli
vuole aprirti. Tornando dal suo compagno, egli lo ha chiesto: Il mio
fratello è alla porta, vuoi-tu che vado ad aprirlo? Il suo compagno lo
rispose: Certo, vai ad aprirlo. E tutto il suo discorso con il suo fratello
era questa espressione: Come stai? Stai bene? Pratichi-tu i tuoi doveri
doveri spirituali insieme alla tua famiglia? Poi, Padre Charbel ha
salutato subito il suo fratello, il quale è ripartito dall'eremo".
7-
Come Santo Nastir
"Santo Nastir,
al suo ingresso al convento, ha trovato un asino all'entrata, egli si è
detto davanti all'asino: Nastir, Nastir, tu sei uguale a quest'asino, se
egli parla, tu parlerai nel convento. E Padre Charbel, come lo sperimentato
di persona, era molto intelligente e sapeva tutta La Teologia Morale,
innamorato ed immerso nello Studiare, e con ciò, egli era come Santo Nastir
asino nel suo Silenzio, filosofo nella sua preghiera e vita, eremita
solitario da quando era ancora nel convento. Non lo ho mai sentito dire che
era stanco, o aveva fame oppure sete".
8-
Innamorato di Gesù ed in pieno ascolto per Lui
"Padre Charbel
era bravissimo, non era mai di carattere chiuso, come coloro che odiavano
trovarsi con la gente. Ma, egli ha deciso che la sua lingua non parlasse che
per dare lode a Dio nella preghiera vocale pubblica, obbedando ai suoi
superiori quando lo chiedevano, o in risposta ad un vicino in quello che era
per Il Bene Spirituale di quest'ultimo. Perciò, egli era di pochissime
parole. A prendere lui la parola in prima, era una cosa molto rara, ma il
suo parlare era quasi sempre in risposta. In ciò, egli era distinto da tutti
gli altri eremiti, non soltante nell'osservare Il Statuto dell'Eremo, ma nel
suo Silenzio permanente e nei suoi lavori continui, e la sua vita era una
catena continua, composta da tre nodi: Osservanza dello Statuto Religioso –
Preghiera – Lavoro. Ed il quarto nodo fu Il Silenzio. Egli era simile ai
monaci silenziosi che ad un monaco Libanese. E, ognuno dei monaci ed
eremiti, ammirava quel Silenzio profondo e continuo in Padre Charbel".
9-
Egli non mi rispondeva
"Quando lo
aiutavo a togliere l'erba spinoza ed i tronchini di legno, egli non apriva
mai la sua bocca e non mi diceva una parola. E quando lo parlavo, nei campi,
per il fatto di annoiarmi dal silenzio, egli non mi rispondeva".
10- Egli non si divertiva mai
"Ho vissuto
con monaci ed eremiti molto devoti, ma non ho visto come Padre Charbel. Gli
altri eremiti, e i viventi di loro, ci parlavano quando andavamo a
visitarli, ed essi si divertivano con le novità, e ci guardavano per faccia.
E essi facevano una buona accoglienza ai loro familiari. Mentre, Padre
Charbel non parlava con nessuno, non si divertiva mai, e non guardava mai in
faccia un essere umano".
11- La gente lo considerava muto
"Padre Charbel
è un Angelo in corpo d'uomo. Era filosofo senza orgoglio. Egli è un esempio
di Santità e Perfezione. Egli ha una lingua, ma l'uomo pensa ch'egli è muto",
"ed, egli era un piccolo bambino nelle mani della sua madre, a differenza
che non si sentiva la sua voce".
12- Egli parlava molto raro
"Nel periodo passato da me a San Maroun, al tempo di Padre Charbel,
non ho visto in Padre Charbel eremita che l'uomo silenzioso, separato dai
monaci, e non soltanto dalla gente, egli faceva tutto per ordine
dell'Obbedienza, come se fosse un apparecchio. Egli non parlava mai davanti
a me per racontarvi quello che egli diceva, e non posso descrivirvi il suo
agire, perché egli non si dava da fare negli affari degli altri",
"egli lavorava con i novizi tre o quattro ore, ed essi parlavano attorno a
lui, ma egli era sempre silenzioso e non parlava che molto raro".
13- Egli non apriva mai discorsi con me
"Egli
non apriva mai discorsi con me, nonostante che gli due eremiti mi parlavano.
Non lo ho mai visto parlare con i visitatori o altri, e se qualcuno lo
chiedeva di benedirlo l'acqua, egli faceva la preghiera sopra o lui versava
dell'Acqua già Benedetta".
N: je m’égayais dans mes
souffrances (Col 1,24)
I-
A sapere
"Il monaco
deve ringraziare Dio nella malattia più che nella salute, pieno di fede che
Dio vuole il suo bene",
"Padre Charbel soffriva dai dolori duri nel suo ventro. Egli non prendeva
mai medecina, e nonostante i sui dolori pesanti di più in più, non prendeva
mai calmante, ma diceva: Che sia fatta La Volontà di Dio".
"Egli ha sopportato i dolori duri e continui nel suo stomaco,
specialmente più duri ancora nei giorni della neve, senza mai lamentarsi,
neppure chiedere di essere curato. E nonostante, i dolori duri
nell'apparecchio digestivo, specialmente d'inverno, nessuno lo ha guardato,
ed egli non ha chiesto il medico",
"e d'estate, egli non ha mai preso del liquido freddo per rinfrincarsi,
neppure delle cose d'inverno per riscaldarsi, nonostante che il freddo è
durissimo nell'eremo di San Maroun",
"senza mai dire una volta che era malato",
"e nella stagione invernale, egli si vestiva come nell'estate, nonostante il
duro freddo e la neve attorno all'eremo, senza mai mettersi vicino al fuoco
riscaldarsi [232] come gli altri eremiti, i suoi confratelli. Ma, egli
passava il suo tempo in chiesa, pregando, quasi sempre inginocchiato sul suo
pavimento".
"Egli si
indossava sotto il suo povero abito religioso del pelo di capra, sempre"
"sul suo corpo ed al posto della camicia - di flanella, che metteva la gente
di allora",
"e mi dicevo dentro di me, come egli poteva sopportare ciò?! in modo
particolare d'estate",
"ed egli aveva una cintura di ferro con spine attorno al suo corpo e sulla
sua carne",
"egli flagellava se stesso, come lo ho sentito dire dai suoi compagni",
"Non lasciatemi con gli inganni della Terra, ma lasciatemi arrivare alla
Luce Pura. Allora, diventero un vero uomo. Lasciatemi imitare Le Sofferenze
del Mio Signore".
II-
Racconti ed Eventi
1-
Questo sarà sulla mia coscienza contro La Povertà
"Tutto quello
che lo veniva da Dio, o dalla gente, egli lo accettava con pazienza e
tranquilità. Egli era malato di alcolonge,
che lo veniva spesso. Egli non ha mai preso un medicinale per tale malattia,
ma sopportava i suoi dolori con pazienza grandiosa, sforzandosi di
nascondere i suoi dolori davanti agli altri",
"ed, una volta stavamo a lavorare la terra con l'aratro nella vigna
dell'eremo, io e Frate Elias AlMehriny, con il lavoratore Sleiman ElManzily.
Padre Charbel era con noi, insieme a Padre Macarios il suo compagno
nell'eremo. Ho notato durante il lavoro [107] Padre Charbel piegarsi su se
stesso, inchinarsi con le mani attorno, al livello dei suoi reni, gemendosi
dai dolori forti, allora ho chiesto a Padre Macarios: Cosa ha l'eremita? Lo
vedo soffrire! Egli mi rispose: Lo prendeno dolori ai reni molto forti. Lo
ho detto: egli deve andare al suo letto, e noi chiederemo un operaio. E la
risposta di Padre Macarios fu: Padre Charbel vuole mortificarsi. Ed abbiamo
continuato il nostro lavoro, io era dietro il buffalo, e Padre Charbel stava
davanti a spostare un grande vigna da davanti colui che aveva in mano
l'aratro, ma lo ho visto troppo stanco. Il suo gemito si è aumentato, e ciò
significava che il suo dolore aumentava ancora. Allora, lo ho detto, piano
piano maestro mio, mi fermo il buffalo. Egli mi rispose, con voce bassa e
interotta: Non, o maestro mio, questo sarà sulla mia coscienza contro La
Povertà. Egli ha continuato il suo lavoro per tutto il giorno,
nonostante il suo dolore. E di pomeriggio di quel giorno, dopo il nostro
pranzo, noi che siamo venuti dall'eremo con l'aratro per la vigna
dell'eremo, ed il nostro pranzo fu riso e lenticche ed insalata di farfhin,
ciòè baklé (specie d'erbaggio), ho visto Padre Charbel raccogliere i rami
del farfhin (erbaggio) caduti per terra – dopo che Padre Macarios abbia
preparato l'insalata – e tagliarli per mangiarli",
"e, al mattino del giorno seguente, lo ho rivisto non troppo bene, e questo
significava che egli soffriva dolori insopportabili, chiedendomi a Padre
Macarios del suo stato. Egli mi ha detto: Sono tornati i dolori a Padre
Charbel l'eremita. Prendandomi compassione di lui, lo ho chiesto di lasciare
il lavoro, ma egli non ha accettato di abbondonarsi, rimanendo a lavorare
con noi per tutto il giorno, con coraggio più grande, come se egli fosse in
piena salute"
2-
Mi sono uscite le lacrime
"Parlando dalle sue mortificazione, si è reso noto per voi da quello che ha
preceduto che, la sua vita era modellata con le mortificazione. Il suo corpo
puro si è abituato alle mortificazione e la sua anima si è piaciuta in esse
[110], sottomandosi i suoi sensi alla forza della sua anima pienamente, fino
ad umiliare e mortificare se stesso è diventato una cosa naturale in lui,
piutosto dire un rifuggio nel quale egli si riposava, dopo settanta (70)
anni di esercizio. A voi, ora, delle cose che io ho visto in lui: Nel mese
di maggio l'anno 1897, abbiamo cominciato a lavorare la terra con l'arartro
nella vigna dell'eremo. E quando siamo messi a fare la prima colazione,
Padre Charbel è rimasto a costruire i muri, allora ho supplicato Padre
Macarios di chiamarlo condividere con noi il cibo, ed egli mi rispose: Padre
Charbel mangia di pomeriggio. E quando abbiamo iniziato il pranzo, Padre
Charbel è andato per la costruzione dei muri, come da sua abitudine. Ho
supplicato Padre Macarios a chiederlo, per ordine (vedi, per obbedienza) di
venire mangiare con noi, per compassione mia della sua salute magra. Egli mi
ha risposto: Padre Charbel mangiera dopo da solo. E verso pomeriggio,
abbiamo lasciato le mucche pascolare nel bosco. E dopo un pò, sono ritornato
all'eremo per bere, e lì ho visto Padre Charbel eremita mangiare i rami
dell'erbaggio che noi abbiamo lasciato per terra – farfhin cultivato –
uguali alle penne, raccogliandoli da terra, tagliandoli, e mangiarli. A
vederlo, mi sono uscite le lacrime, per commossione, ed ho cominciato a
rimproverare Padre Macarios dicendolo che egli non doveva lasciare Padre
Charbel l'eremita mangiare i rami del farfhin (specie d'erbaggio, come lo
sappiamo già), dopo i suoi lavori duri e la sua sofferenza molto dolorosa.
E, la risposta di Padre Macarios fu: Padre Charbel mangia così con tanta
gioia. Lascialo e il suo fare. Allora, mi sono ritornato a me stesso
dicendomi: Ah! Dove siamo noi dalle Virtù di questo Padre, in verità, in lui
si sono incarnate tutte Le Virtù dai Padri eremiti di Alisqit (vedi,
d'Egitto), ed egli ha aggiunto a quello che leggiamo nel libro L'orto dei
monaci e nel libro della Perfezione Cristiana".
3-
Mi ha preso una scossa di compassione
"Lo
ho visto una volta portare il legno sulle sue spalle da molto giù del bosco,
fino su, al complesso della vigna. Egli portava un masso molto pesante,
salando con esso fino l'eremo, allora, a vederlo, mi ha preso una scossa di
compassione, per un anziano che ha superato sessanta cinqua anni, e che
portava i pesi come questi. E rimproverandomi Padre Macarios, egli subito si
è salvato dicendomi: Così Padre Charbel vuole mortificare se stesso".
4-
Eremo, riso e margarina?
"Una volta lo ha detto Padre Macarios suo compagno: Tu soffre dei
dolori renali, lasciami preparati una minestra di riso con margarina. Egli
lo ha risposto con una voce bassa: Eremo, riso e margarina? Non".
5-
Con Le Sofferenze di Cristo
"E quando lo
chiedevo perché egli aveva avvolto attorno la sua testa un ramo di vite, e
la sua mano dove si piegava un filo di pelo, egli mi rispondeva, certe
volte: La mia testa mi fà male: con Le Sofferenze di Cristo".
6-
Nessuno sapeva dai suoi dolori
"Ho sentito
dire che gli eremiti hanno cucinato alcune specie d'erbaggio selvatiche, e
c'erano alcune specie tossiche in mezzo, Padre Charbel ha mangiato ciò, e si
è fatto male, senza dire una parola. E nessuno sapeva dai suoi dolori e
malattie".
7-
Egli camminava scalzo sulle erbe spinoze secche
"Quando egli
stava nell'eremo, lo vedevo con vestiti strappati, portando, sul suo dosso,
un masso di erbe spinoze secche,
e quando egli lo avvolgeva con la corda, calpistava ciò scalzo, allora
usciva il sangue, per il fatto delle spine dure".
8-
Calze di lana
"Il suo
superiore lo ha ordinato di indossarsi calze di lana pesante, fatte nel
nostro paese, per allontanare l'umidità dai suoi piedi, perché egli era
malato nel suo stomaco, ed egli lo ha fatto una volta per compiere l'ordine
dell'Obbedienza, per non metterle più per tutta la sua vita".
9-
Riscaldarsi poco
"Quando faceva molto freddo d'inverno, Padre Macarios lo chiamava
riscaldarsi un pò in cucina, e Padre Charbel obbediva, ma partiva subito
dopo di riscaldarsi un pò. E per la notte, egli si riposava nella sua cella,
nonostante che il suo compagno si riposava vicino al fuoco, per motivo del
fredissimo clima nell'eremo".
10- Ho cominciato a ridere di lui
"Una volta
egli strappava delle piccoli alberi spinozi nei campi, vicino all'eremo, per
farli da cinta alla vigna. Lì, egli si è meso in disparte, dove abbia
pensato che nessuno lo vedeva, cominciando a pulire la sua soutana monacale
da piccoli insetti. Allora, lo ho visto indossato da pelo di capra, senza
camicia, sulla carne. Ho cominciato a ridere di lui dentro me, senza capire
il significato di quel modo di mortificarsi, fino dopo il suo decesso e
l'apparizione dei suoi miracoli".
11- Non devo godermi dei dolci!
"Una volta,
Padre Macarios, suo compagno, lo ha chiesto a bullirlo alcune erbe amare,
per calmare i suoi dolori, ed egli ha accettato ciò da lui, a condizione
di non metterlo dentro del zucchero. Allora, Padre Macarios lo ha detto:
Quest'erba è amara, tu non può prenderla! E la risposta di Padre Charbel fu:
Non devo godermi dei dolci! E Il Mio Signore Gesù ha bevuto l'acetto e
l'amaro, sulla Croce, quando aveva tanta sete e soffriva grandi dolori!",
"Nelle mie lacrime, sorrido quando contemplo I Tuoi Dolori O Gesù".
12- Un ictus leggero
"Ho sentito
dalla mia zia Wardet, che un ictus leggero ha preso Padre Charbel, quattro
anni circa, prima del suo decesso, e dal quale egli fu guarito".
O: Pace permanente
(Gv 14/27)
I-
A sapere
1-
Nel dolore
"Il
Coraggio di Padre Charbel è molto raro, La Sua Fonte è Il Cielo e non La
Terra. Tutto il suo tempo, egli era calmo e gentile, come se fosse tutto era
buono per lui",
"non lo ho mai sentito contestare tale o prenderla con tale, o lamentarsi
dai lavori d'estate o d'inverno",
"e quando cadevano i fulmini sull'eremo, egli non si muoveva in chiesa, dove
pregava",
"sopportando tutte le difficoltà... e nonostante ogni difficoltà... egli
metteva davanti ai suoi occhi Il Suo Scopo Soprannaturale. Egli ha preso su
se stesso alcune, ma piutosto tante mortificazione alle quale egli non era
impegnato prima. E da quelle mortificazione, il suo digiuno continuo, le sue
lunghe veglie, e il suo modo di sopportare il durissimo freddo",
"ed egli soffriva dai dolori (nel ventro), dolori notevoli certe volte
durante i lavori, senza lamentarsi. Il suo compagno Padre Macarios lo
diceva: O maestro mio, vai riposarti e preghi davanti al Santissimo. Ed egli
obbediva a lui, subito.Ma, egli non si è mai annoiato da queste sofferenze",
"ma, egli continuava a compiere i suoi lavori, nonostante questo dolore,
senza mai dirlo o lamentarsi di ciò",
"e senza mai chiedere di renderlo il suo dolore più leggero",
"ripetando sempre: O Gesù! O Vergine!"
2-
Nel disturbo
"Come da sua
abitudine, quando Padre Charbel si presentava o veniva essere chiamato, egli
salutava con la parola seguente: Gloria a Dio. Egli rimaneva in
piedi, con le braccia chiuse, fino a ricevere l'ordine per sedersi. E se non
veniva ordinato a sedersi, egli rimaneva in piedi",
"e se qualcuno lo diceva: Gloria a Dio. Egli rispondeva: Dio ti benedica",
ed "egli era calmo, di buon comportamento, dolce di carattere, ed umile come
una colomba",
"piuttosto, egli era l'incarnazione dell'umiltà, della gentilezza e della
delicatezza. E colui che lo guardo, subito lo vuole bene",
e "se qualcuno lo causava qualche disturbo, egli sopportava ciò con pazienza
e sorriso anche".
"Colui che lo vedeva pregare e parlare con La Reverenza Divina,
commosso a vedere ciò, prendeva da Padre Charbel un buon esempio, essendo
molto devoto, e questo si vedeva già sulla sua faccia, in ogni tempo,
specialmente all'ora della sua preghiera, e La Luce Celeste usciva sempre
dal suo viso".
"Il corridoio lungo e stretto dell'eremo, non superava un metro di
larghezza. E quando Padre Charbel passava lì, incontrandosi con qualcuno,
egli si filava senza mai lasciare il suo abito toccare l'abito dell'altro".
3-
In ogni cosa
"Egli era
sempre in Presenza di Dio, perché la sua apparenza che era il riflesso del
suo cuore, faceva capire che egli non viveva che per Dio. Nelle sue
preghiere, nella sua Santa Messa e nei suoi lavori, egli era sempre con
Dio... A lui non importava essere lodato dalla gente o disprezzato, e la
stessa cosa fu il suo modo di agire, al suo riguardo dalla parte dei monaci.
Egli era molto convinto del suo stato [99], distaccato dalle cose del mondo
e dalle sue vanità, temperente in tutto il suo modo d'agire",
"egli si dava da fare soltante nei suoi doveri, senza mai aspettare le lode
di nessuno, neppure essere dalla parte di tale o di tale. E la sua cura per
uno dei suoi confratelli, era per compiere Il Commandamento della Carità. La
simplicità monastica estrema fu ben nota in tutti i suoi detti, i suoi
lavori, e nel suo modo di vestirsi. Egli non denunciava mai nessuno dei suoi
confratelli ai superiori, neppure nessuno dei lavoratori. Egli non si dava
mai da fare con nessuno".
II-
Racconti ed Eventi
1-
Dio provvede in tutto
"Egli non si lasciava mai prendersi dai sentimenti, come la
tristezza, se capitava un male al convento o a qualcuno dei suoi
confratelli, o godersi o gioirsi nelle cose che lo facevano gioire, ma egli
era sempre lo stesso, nonostante i cambiamenti nelle cose, contendo sempre
su L'Altissimo. E spesso, egli ripeteva questa espressione: Dio provvede
in tutto, questa è La Volontà di Dio".
2-
Viaggiamo per L'Eternità
"Lo sò, dal suo abbondono per il mondo, e dalla sua consacrazione
al Servizio di Dio, e la sua vità d'estremo distacco, che egli era pieno di
Speranza in Dio. E non mi ricordo un esempio in particolare, perché la sua
vita intera era pienissima dei comportamenti lontani dalle vanità mondane di
ogni genere, ed era ben orientata verso L'Altra Vita. E sò che, egli non si
gioiva in una cosa mondana, e non si attristava su una cosa terrestre, ma
egli diceva sempre: Che sia fatta La Volontà di Dio, cosa ci riguarda in
questo mondo? Noi qui siamo in viaggio per L'Eternità".
3-
Il suo cuore ed il suo cervello erano in Cielo
"Egli non parlava mai di cose mondane, ma i suoi discorsi erano in
Cielo. Egli non ha mai desiderato cose su questa Terra, e non desiderava mai
che il convento sia più ricco. Egli non si ventava mai della ricchezza dei
terreni del convento o altro. Egli non si gioiva mai delle raccolte
agricole, o di una cosa che faceva gioire attorno a lui. Egli non si
attristava mai se le raccolte agricole dei campi venivano di meno, e non lo
ho mai visto un giorno cedere ad una cosa che faceva gioire o che faceva
attristare, ma sempre La Sua Fede in Dio si vedeva sul suo viso. Egli non
parlava mai dai genitori o familiari. Egli non nominava un lavoro suo che
meritava il ringraziamento. Egli non chiedeva da nessuno un aiuto. Egli non
si dava da fare per un superiore, per lo scopo di ottenere il suo accordo e
la sua attenzione. Ed, in una parola, il suo cuore ed il suo cervello erano
in Cielo, e le cose corporali da lui, erano come i rifiuti, facendo così
secondo il detto dell'Apostolo (vedi: di San Paolo)".
4-
Pregate per lui
"Egli aveva
Una Grande Fede in Dio, i genitori/familiari del malato venivano da lui
chiedendolo di pregare per il loro ammalato. Egli, certe volte rispondeva:
Il vostro malato è vivo, pregate per lui. Come se fosse abbia
ispirato La Volontà di Dio e trasmetterLa loro. E certe volte, egli
rispondeva: Chiedete, pregate per lui. Pregando con loro. Ordinando
ad essi di contare su Dio Santissimo, ed altre volte, egli consolava
loro consigliandogli di rimanere saldi nella Pazienza e rendersi alla
Santissima Volontà di Dio. Queste cose che io aggiunto alla sua
precizione nell'osservanza dei suoi doveri e dei Statuti dello stato
monastico, e le sue mortificazione soprannaturale, ti fanno vedere
chiaramente La Sua Virtù di Sperenza pura. Egli non gioiva mai se veniva ben
impostato religiosamente un Padre che egli conosceva. Ed egli non si
attristava per il decesso di tale o di tale. Egli non chiedeva mai se è
divenuto ricco tale o tale da suoi familiari. E in una parole, egli era
uguale a se stesso nella gioia, nella tristezza, nelle circonstanze buone e
nelle circonstanze dure".
5-
Che sia fatta La Sua Volontà
"Il Creatore è
La Sua Unica Speranza. Il mondo nei suoi occhi non contava per niente. Egli
non era mai attaccato ni al denaro, ni alle proprietà, neppure ai familiari.
Ed in caso di incoveniente, egli non si attristava mai, ma ripetteva la sua
parole d'abitudine: Che sia fatta La Volontà dell'Altissimo. Egli non
si è dato da fare con nessuno della gente. Ed il suo modo di comportarsi con
i suoi superiori era breve: Essi ordinavano lui, ed egli obbediva senza una
minima esitazione. E ho saputo che una volta alcuni dei familiari suoi sono
venuti a visitarlo, ma egli non gli ha incontrati".
6-
I carboni sparsi
"Ho sentito
dal Padre Semaan AlEhmeji, eremita anche lui, e vivendo un periodo con Padre
Charbel nell'eremo di San Maroun,
che Padre Charbel era nelle sue mortificazione, preghiere, veglie, Povertà,
Obbedienza e Virtù Religiose, il modello del monaco perfetto. Raccontandomi
alcune cose di lui, ad esempio, la preghiera nell'eremo era che ogni eremita
celebrasse La Santa Messa da solo. Padre Charbel serviva La Santa Messa ai
suoi due compagni Padre Macarios AlMechmchany, già nominato, e a Padre
Semaan AlEhmeji, uno dopo l'altro, e uno di loro a torno, serviva a Padre
Charbel La Sua Santa Messa giornaliera, ciò per risparmiargli il fredissimo
inverno. Una volta, dopo che Padre Charbel abbia servito le due Sante Messe
dei due Padri sopra-nominati, e faceva molto fredo, per causa della alta
neve, questi due Padri sono partiti riscaldarsi vicino al fuoco, mentre lui
si stava preparandosi a celebrare La Santa Messa, e visto il caldo dove
stavano tutti i due Padri, essi furono presi dal sonno, ed all'improviso il
recipiente del fuoco fu battuto contro il muro e tutti i due furono
svegliati spaventati dai carboni sparsi, venendo in chiesa, hanno trovato lì
Padre Charbel indossato dai Santi Vestiti della Santa Messa, dritto davanti
Il Santo Altare, aspettando chi sarà colui che lo servirà La Santa Messa. Al
loro arrivo, egli non ha dimostrato un minimo lamento, neppure dire una sola
parola. E tutti i due Padri hanno intuito l'accaduto come segno per fargli
venire servire La Santa Messa".
7-
Egli compiva quello che procurava del bene ai monaci
"Padre Charbel
non si è mai preoccupato dal come compiacere ai monaci e alle gente che egli
conosceva, e mai cercare servirgli per essere lodato da loro. Ma, egli era
sempre desideroso nel procurarli del bene ed il bene del convento ancora,
convinto di fare ciò, a Gloria di Dio e per la sua Salvezza. Egli quando
vedeva uno dei Frati ordinato ad un servizio come di preparare la pasta per
fare il pane, stanco di tale lavoro, egli chiedeva permesso al suo
confratello nell'eremo per prendere, con tanta gioia, il posto di tale Frate
a chi si voleva un pò di riposo, o per il fatto di essere impegnato in un
altro dovere, ed anche se tale servizio chiedeva a Padre Charbel di stare lì
per tutta la giornata e fino a mezza notte, senza mai lasciare i suoi
confratelli che dopo finire tutto il pane da fare, e senza mai mangiare
nulla",
"e a colui che lo chiedeva una cosa, egli rispondeva: Sotto il tuo
ordine, confratello mio".
P: La Gioia di Charbel, nessuno ha
potuto toglierLa (Gv
16/22)
I-
A sapere
1-
Era sempre allegro
"Padre Charbel
era sempre umile ed allegro"
"il viso nel Signore",
"sorridente",
"contente del sua stato, senza mai annoiarsi o lamentarsi di freddo o di
caldo",
"senza mai lamentarsi di una cosa",
"ringraziando Dio",
"perseverante, paziente e contento, senza mai vivere noia o esitazione nel
fare del bene, senza mai perdere di coraggio, senza mai vivere tristezza e
senza agitazione o paura",
"praticando le mortificazione svelto, con facilità, gioia e continuità sino
al suo ultimo giorno della sua vita terrena",
"saldo e gioioso d'animo",
"contento in tutti i suoi lavori",
"senza mai fermarsi, a un livello molto alto e al quale non tanti ci
arrivano. Egli era sempre contento e allegro",
"ed egli precedeva tutti con velocità e buona volontà",
"veloce e contento, senza esitazione (nelle Virtù), neppure lamenti",
"ed egli era saldo e contento nel praticare quelle Virtù".
2-
Egli serviva con gioia
"Padre Charbel
considerava se stesso servitore di tutti, compiendo con tanta gioia e con
tanta voglia, tutto quello che lo ordinavano di farlo i suoi superiori, pure
i novozi e servitori. Egli considerava se stesso con loro, come l'asino con
il suo padrone",
"egli obbediva al servitore e ai lavoratori del convento, d'una obbedienza
gioisa e labboriosa",
"piutosto, egli amava tutti, ed era generoso con loro. Egli considerava se
stesso gioiso, per ogni servizio che egli poteva rendere al più modesto
della gente, pure ai servitori",
"servando con gioia gli operai che lavoravano, certe volte, nei campi del
convento o nella vigna dell'eremo",
"ed egli compiva i lavori più modesti e i servizi più umili, con tanta
gioia",
"e pieno di gioia, Padre Charbel compiva alla perfezione ogni cosa a lui
chiesta",
"riempendosi di gioia quando lo ordinavano a compiere un lavoro duro, e non
come gli altri monaci, con un largo sorriso sempre sul suo viso".
"E quando il superiore – a titolo d'esempio – lo ordinava di andare
pregare sulla testa di un ammalato, egli partiva con tanta voglia e tanta
gioia [43] pregando sulle loro teste, affinché Dio dasse loro la guariggione
e la salute. Egli era di grande zelo per la Salvezza della gente,
accogliendo gli uomini per La Confessione, con gioia e con gentilezza, cosa
che facilitava il loro Ritorno a Dio L'Altissimo".
3-
Il godere dello spirito
"A
raccontarlo una cosa strana o che faceva ridere, la sua risposta a ciò era
sempre un dolce sorriso",
"a vederlo ridere, per me era una cosa molto rara, mentre quando egli
parlava di Cose Teologiche, a nome dell'Obbedienza: egli era sorridente nel
suo modo di parlare",
"Il suo modo di parlare con ognuno, deve essere sorridente",
"egli non ha mai perso tempo in una carità che lo faceva perdere tempo nella
sua carità per Dio, neppure imperdirlo di volere bene a Lui, ma tutti i suoi
sentimenti furono carità verso Dio, compiendo i suoi doveri con grande
gioia",
"ed egli non si è mai annoiato dalle Cose Spirituale, ma tutto il suo godere
fu in Esse",
"e davanti al Santissimo Sacramento, dal suo cuore uscivano delle
espressione profonde che ci facevano capire la sua carità grandiosa e salda
per Dio nascosto nel Santissimo Sacramento",
"e quando egli beveva Il Preciosizissimo Sangue, e mangiava Il Santissimo
Corpo (del Signore Iddio Gesù Cristo Presente nella Santissima Eucaristia),
Tutto Ciò fu per lui come se fosse prendere La Cosa Più Dolcissima nel
mondo, e bere Una Bevanda Celeste",
"ed egli non trovava gaudio, riposo e gioia che in chiesa davanti al
Santissimo Sacramento",
e "nella Santa Messa e nella preghiera".
4-
Contagione di gioia
"Vivevo Un
Godere Grandioso nel mio servizio per La Sua Santa Messa, e non sapevo il
motivo di Ciò?! Sia glorificato Dio!",
"e certe volte, dopo la preghiera della mezza-notte, pregavo con lui la
preghiera del Santo Rosario, e lui stava in ginocchio [58] a lo recitavo con
gaudio e calore, che passavano da lui a me. Perciò, da tutto il mio cuore,
desideravo che mi chiamasse a recitae Il Santo Rosario con lui",
"e nella Recita del Santo Rosario intero, mi sentivo vicino a lui di un
calore soprannaturale che riempiva la mia anima, e vivevo un gaudio mai
vissuto da me prima",
"ed il silenzio di Padre Charbel, costringeva tutti, senza che egli lo
chiedeva loro, ad essere silenziosi come lui e devoti nel parlare, contenti
di lavorare con lui".
II-
Racconti ed Eventi
1-
Più dolce della dolcezza
"Ho
supplicato Padre Charbel, al momento del mio arrivo all'eremo, e dopo di
presentarlo il permesso del Superiore Generale, di farmi lui gli esercizi
spirituali per il mio sacerdozio, ed egli mi ha risposto: Tu sei maestro
in Israele
e ne hai bisogna di fare esercizi spirituali sotto la guida di Padre
Charbel?! E nonostante ciò, io sono sotto il tuo ordine in quello che vuole.
Ed egli mi ha fatto gli esercizi. Ho desiderato che fossero più lunghi di
una settimana. Ad ascoltare le sue parole fu per me come se fosse
prendere teriakan
e miele, perché le sue parole attraversavano la pietra da un lato ad un
altro. Parole che rendono il ferro meno duro. Ed egli, per colui che lo
ascolta, è più dolce della dolcezza! Perciò, ho preso come risoluzione
su me stesso, di passare ogni anno i giorni delle vacanze scolastiche da
lui, all'eremo, per lungo la sua vita. In pratica di quello che ho
desiderato dal profondo del mio cuore, ho passato quattro anni consecutivi
da lui all'eremo. E tutti le volte, egli mi accoglieva con un sorriso
evangelico".
2-
Egli lo ha detto sorridendo
"La maggior
parte delle volte, egli lavorava con noi nel seminare il grano duro, su
domanda del capo dei campi e su ordine del superiore del convento. Un
giorno, noi novizi e nostri amici che sono venuti per lavorare la terra con
l'aratro, stavamo lavorando nel campo sopra la sorgente dell'acqua, e dopo
di finirlo, ci siamo trasferiti ad un altro campo, prendendo con noi i
buffali e gli aratri, ma i semi, gli istrumento di lavoro manuali nei campi
ed altri di simili sono rimasti lì, in attesa di essere portati dei Frati
novizi, da Padre Charbel e dagli altri lavoratori",
e "visto quello che sapevamo a proposito dell'Obbedienza di Padre Charbel e
di lui, abbiamo voluto mettere alla prova la sua Virtù",
e "questo episodio è accaduto in mia presenza",
"raccogliendo tutti gli istrumenti e le cose dei campi, che avevamo, ciò gli
istrumenti manuali e la giara d'acqua, il recipiente dell'acqua da bere, il
cesto dei semi ed il secchio del cibo",
"chiedando
a Padre Charbel, come per scherzo, di portare queste cose. Egli mi rispose:
Sotto il tuo ordine",
e "abbiamo cominciato a farlo portare ciò, cosa per cosa. Egli accettava
tutto con tanta voglia, portando gli istrumenti manuali sopra-indicati ed il
cesto dei semi, su una spalla e su un altra, la giara d'acqua nella sua
mano, il specchio nel suo braccio",
"il recipiente dell'acqua da bare è rimasto per terra (vedi, Padre Charbel
era già sopracarico), allora lo hanno detto: Portalo. Egli gli ha risposto:
Come? Lo abbiamo risposto: con il tuo piccolo dito, ed egli lo ha
fatto",
"restando per terra alcune cose che egli non ne poteva più portarla (essendo
già sopracarico al massimo), e non sapeva più dove metterlo su di sé, ed a
vederci ridere, egli si è girato verso di noi, dicendosi sorridendo: Guai
a coloro che fanno portare alla gente dei pesi pesanti, ed essi rifiutano di
muoverli con uno dei loro diti! (vedi, Santo Charbel ripeteva Un Santo Detto
del Signore Iddio Gesù Cristo, a Lui Solo Onore e Gloria in Eterno), e
dicendo ciò, egli è partito con le tantissime cose che ha portato sopra di
se, con tanta voglia e grande gioia, poi noi abbiamo preso le cose che sono
rimaste".
3-
Con gioia e gaudio
"Padre Charbel
non si è rinunciato soltanto ai beni ed onori del mondo, ma egli si è
rinunciato a quello che egli aveva di più caro al cuore dell'uomo, cioè alla
propria volontà. Egli ha rinunciato completemente alla sua volontà, fino ad
abbondonarla odiendola, applicando quello che ci ha chiesto Cristo: "Colui
che non odia tutto incluso se stesso, cioè la sua volontà, egli non può
essere il mio discepolo", cioè un vero obbediente. Perciò, l'Obbedienza di
Padre Charbel al suo superiore fu cecca, simile all'Obbedienza del bambino
ai suoi genitori. Egli obbediva anche ai suoi confratelli monaci, in mezzo
dai quali egli viveva, fino ad obbedire al più piccolo di loro. La sua
Obbedienza per loro non fu soltanto in quello che era un bene e un benifico
per tutti, me egli obbediva loro nelle cose che erano contrarie al suo
parere. Egli si precipitava subito a compiere l'ordine senza domanda, e
senza rifiuto, ma con gioia e gaudio. E di quello che si sà di lui, che
quando egli finiva un lavoro che abbia cominciato per ordine del suo
compagno, o per ordine del suo servitore all'eremo, egli si metteva in piedi
a braccia chiuse davanti colui che lo ha ordinato a farlo, dicendolo: Ho
finito questo lavoro Padre mio, o fratello mio, cosa volete che io
facia adesso?".
Q: Carità Grandiosa
(Gv 13/1)
I-
A Sapere
1-
Il suo cuore è per Dio
"L'uomo peccatore al momento del Giudizio,non si preoccupera del
Giudizio difficile più della sua vergona davanti alla Carità di Dio.E colui
che arrivera davanti al Signore, vuoto della Carità egli morira di vergona",
perciò "Padre Charbel diceva una parola che dimostrava l'interno del suo
cuore, e la parole è la seguente: Dio Mio, a Te è il mio cuore. Egli
a dato a Dio questo suo cuore intero. Senza mai volere bene alle cose
mondane",
"e la sua anima ardeva nel Fuoco della Carità per Dio... Ed i momenti a lui
tanti cari, furono quelli passati davanti al Santissimo Sacramento. E non è
una cosa strana, perché colui che ama, si arde nel rimanere vicino a colui
che vuole bene e nel stare sempre insieme a lui. E, il cuore dell'uomo si
trova, soltanto, dove c'è il suo tesoro".
"I detti dicono: Il piede dell'uomo va dove il cuore ama. E sapiamo
benissimo che Padre Charbel, la maggior parte dei suoi tempi, piuttosto in
ogni occasione anche se fosse breve, fu davanti al Santissimo Sacramento,
inginocchiato, a vero dire in estasi, come è accaduto al momento del fulmine
abattuto sulla chiesa dell'eremo".
"Egli
ha preferito completamente La Carità per Dio, che il suo volere bene per il
suo corpo che egli ha mortificato per Dio. Egli non attaccato il suo cuore a
niente, ni a un vestito, ni a un cibo, neppure al riposo, ma egli ha
scarificato tutto per voler bene a L'Altissimo. La sua Carità infinita per
Dio, lo ha portato a volere bene essere disprezzato e ad essere considerato
nulla",
"egli non ha mai cercato, lungo la sua vita, di fare del bene per essere
applaudito dal suo superiore, neppure cercare l'amicizia di un Frate
qualunche",
"egli non ha mai chiesto di nessuno dei familiari suoi, dei stranieri o dei
monaci",
"e egli non si muoveva o si commueva per un discorso aperto vicino a lui",
"ed egli non lavorava mai per piacere a qualcuno, neppure per piacere a se
stesso, ma per compiere l'ordine dell'Obbedienza",
perciò, "egli non ha mai pensato a se stesso, ma era interamente per Dio",
"nella sua Carità per Dio, egli ha raggiunto un Altissimo Livello, cosa che
noi non capiamo con facilità, egli non faceva secondo il suo proprio
desiderio inlinato di stare sempre davanti a Dio, ma, con tanta voglia,
accettava quei momenti che li concedeva l'Autorità Monastica in merito, per
parlare al Suo Ben-Amato Gesù".
2-
Il suo cuore è per tutti
"Egli serviva
il prossimo con la sua preghiera... Egli non ha mai voluto servire il
prossimo per essere ringraziato da lui",
" ed egli non aveva un amico esclusivo",
"e non ho mai saputo un giorno che egli aveva preferenza per un confratello
di un altro, ma egli gli considerava tutti i suoi confratelli in Cristo",
e nonostante che "egli era per colui che aveva più virtù di altri, ma una
carità puremente umana, non aveva posto nel suo cuore".
"Lavorando con i suoi confratelli, egli prendeva a carico suo i
lavori duri per farli riposare",
"come i servizi più umili",
"ed il trasporto dell'uva sulle sue spalle, ed anche il trasporto del legno
senza essere domandato a lui di farlo dalla parte del superiore, ma spinto
dalla sua Carità per loro",
"perché egli è venuto (al convento) per amare Dio e Il Prossimo, e non per
odiarli. Egli è venuti per lavorare duro ed essere maltrattato, e non per
essere lodato e riposarsi. Egli è venuto per servire gli altri, e non per
essere servito dagli altri".
"Padre Charbel pregava per la Conversione dei peccatori, e per il
Ritorno alla Fede di coloro che si sono persi, ed egli non aveva mai nemici",
"e certe volte egli ritardava l'ora della sua Santa Messa, dando l'occasione
ai pastori lontani di arrivare in tempo per partecipare al Sacrificio
Divino. [161] E specialmente nelle domeniche e nei giorni festivi".
"Egli aveva tanta compassione verso i poveri e i sofferenti. E
quando essi venivano all'eremo d'inverno e di freddo, egli permetteva agli
uomini di riscaldarsi e di asciugarsi dall'acqua che abbia bagnato i loro
vestiti. Ma, le donne non venivano in tale periodi, sapendo già che non
saranno ricevute da Padre Charbel, neppure lasciarle entrare all'eremo",
"ed egli era caritevole verso tutti, poveri e ricchi",
"e nonostante che Padre Charbel non si dava da fare con i visitatori che
nelle Cose Spirituale, essendo i suoi compagni incaricati a riceverli e ad
offrirli da mangiare, egli in assenza di loro",
"ricevava il povero e l'affamato che si presenteva",
"offrandolo il suo cibo preparatosi dai suoi compagni",
"il suo cibo personale, che era poco, ed egli resteva senza mangiare",
"e di persona, ho visto tutto ciò parecche volte",
all'Esempio di Cristo "O falegname libero, il Tuo Tesoro fu l'Offrire, dando
a mane aperte il tuo pane al bisognoso".
II-
Racconti ed Eventi
1-
La famiglia di Charbel (Mt 12/46-50)
"Una volta, il
suo fratello e la sua sorella sono venuti visitarlo nell'eremo, allora Padre
Macarios è venuto dirlo a Padre Charbel, chiedendolo di accogliergli, e la
risposta di Padre Charbel fu: Tu sei il mio fratello e la mia sorella,
facia loro il necessario,offrandoli da mangiare e da bere, poì lasciali
ritornare al villaggio dicendoli che io prego per loro tutti i due affinché
siano salvati dagli inganni di questo mondo, ed egli non gli ha
incontrati. A dire che, dal giorno del suo ingresso al convento, fino al suo
decesso nell'eremo, egli non è mai andato al suo villaggio e da suoi
familiari, neppure una sola volta".
2-
Vuoi pranzare?
"Il Rev.mo
Padre Moubarak Massaad AlAchkouty monaco Libanese, mi ha raccontato che una
volta è venuto all'eremo all'ora del mangiare degli eremiti, allora Padre
Charbel ed il suo compagno lo hanno chiesto: Vuoi pranzare? Egli ha
risposto di si. Ma, il pranzo era per due persone, ciò per Padre Charbel e
per Padre Macarios. Padre Charbel si è privato del suo cibo offrandolo al
Padre su-indicato, mentre lui si è contentato di quello che era attaccato in
fondo alla pentola d'argilla. Sapendo già che gli eremiti non mangiano che
una sola volta al giorno".
3-
Lavorate per Il Cibo che rimane (Gv 6/27)
"Padre Charbel
pregava molto per la Conversione dei peccatori, gli ammalati, dando i
Consigli di Salvezza ben precisi nelle circonstanze giuste. Mi ricordo
sempre una parola che egli mi ha detto: Non deve lavorare mai per la vita
di quaggiù, ma deve lavorare per La Vita dell'Aldilà e per Il Giudizio,
perché Colui che si giudichera sà tutto, e non c'è ne bisogno di sentire
nessuno a proposito. Egli aveva tanta compassione per le anime del
purgatorio, in modo particolare per coloro che non hanno nessuno a
ricordarli in questa vita. Egli si ricordava di loro, e chiedeva agli
altri di pregare per loro".
4-
Per compassione di lei
"Un giorno, da
piccolo, sono venuto con mia madre, nel mese di novembre, all'eremo per
ascoltare (vedi, partecipare) alla Santa Messa lì. Strada facendo, la
pioggia troppo forte ci ha bagnato molto. Sono arrivato all'eremo, e l'acqua
usciva da miei vestiti e dalle mie scarpe. Al nostro arrivo all'eremo, sono
entrato dentro, preparandomi quello che serviva per celebrare La Santa
Messa, per servirLa a Padre Charbel. Egli mi ha guardato, ed ha visto
l'acqua che correva da me, allora mi ha chiesto di antrare in cucina ad
asciugarmi i vestiti. Lo ho risposto che non c'era bisogno. Allora, egli
è andato cercarmi una scarpe per darla a me, e cambiarmi le scarpe che erano
bagnatissime, ma non le ho meso perché erano troppo grande. E quando La
Santa Messa fu cominciata, e dopo il primo incenso, egli ha visto la mia
madre fuori dalla chiesa, ascoltare La Santa Messa, ed ella era bagnatissima
dell'acqua della forte pioggia che abbiamo preso per la strada. La
compassione al suo riguardo fu grande da Padre Charbel, ed egli mi ha
fatto segno di farla entrare e di ascoltare La Santa Messa dal fondo
della chiesa. Ho detto ciò alla mia madre, ed ella è entrata. Questo fu
un cosa strana, perché Padre Charbel non permetteva l'ingresso delle donne
in chiesa, ma la sua compassione per la mia madre, dal freddo e dalle forte
tempeste, lo ha spinto a permetterla ciò".
5-
La sua carità per i monaci
"Dai suoi strane virtù rare, la sua carità per i suoi confratelli
monaci. Egli non si è lamentato di nessuno, ma compiva i suoi doveri con
tanta devozione. Era molto duro verso se stesso, e misericordioso verso gli
altri. Egli ha passato la maggior parte della sua vita religiosa nel
convento di San Maroun di Annaya amato da tutti quanti, da genti diversi,
senza mai essere per tale o per tale. Egli correva per ogni guasto nel
convento. E il Padre Antonios AlMechmchany, superiore del convento allora,
ha detto di lui: Ho nel convento due bravissimi monaci del nostro Ordine, e
non soltanto dal nostro ma di tutti gli Ordini della Chiesa, e questi due
speciali monaci sono Padre Charbel e Frate Elias AlMehriny".
6-
La sua carità per il Prossimo
"La sua carità
si è manifestata nei suoi consigli di Salvezza per coloro che lo chiedevano,
e nelle Confessione degli uomini che alcuni venivena trovarlo da posti
lontani. Egli era pieno di compassione per gli ammalati ed i sofferenti,
pregando sull'acqua di colui che lo chiedeva farlo, come benedizione e per
ottenere guariggione da malattie, per liberarsi da catastrofe che si
abattevano su campi, vigne ed alberi. E quando il Padre superiore lo
ordinava una missione, egli andava fuori del convento e dell'eremo
compierla. E certe volte di notte, per pregare sulla testa degli ammalati e
la loro guariggione con La Potenza di Dio, ed il recupero della loro salute.
Egli era molto gentile con tutti, caritetevole verso di loro, dando i
Consigli ed i Buoni Rimedi ai suoi confratelli, ai lavoratori nel convento e
ai soci, aiutandoli nei loro lavori".
7-
Come serve la madre il suo bambino
"Nel passato, era d'usenza, se un monaco si ammalava o diventava
vecchio, egli veniva servito dai monaci del suo villaggio o dai monaci
familiari suoi, se essi abitavano lo stesso convento. E nel convento di San
Maroun di Annaya, vivevano tanti monaci. Cosa detta, se capitavano casi
simile, sopra-indicati, Padre Charbel si contenteva di visitarli. Ma, se un
monaco, vecchio o ammalato, non aveva nessun familiare o del paese suo nel
convento, allora, in tali casi, Padre Charbel stava vicino ai tali monaci,
giorno e notte, senza mai abbondonarli, servando loro come serve la madre il
suo bambino. Mi ricordo che, nel convento di San Maroun di Annaya, fu un
Prete di Ehmej: Padre Moussa AlEhmeji,
anziano e malato. Da Ehmej non stava nel convento che Padre Eliseo,
anziano e che ha perso la sua ragione. E dall'inizio della sua malattia,
Padre Moussa fu assistito da Padre Charbel, il cui di notte dormiva da lui,
sul pavimento. Una mattina, uscendo da lui, venando in chiesa per pregare e
celebrare La Santa Messa, ho visto sulle sue spalle del sputo. Lo ho
chiamato dicendolo: Non è degno di celebrare La Santa Messa con questa
soutana. Facendo caso, egli lo ha cambiata. A dire che, il Padre malato
sputava tutta la notte senza rendersi conto che Padre Charbel dormiva da lui
per custodirlo".
8-
Charbel "l'innamorato"
"AmaTi, è la mia unica sofferenza, e più lo sento ardere in
me, più la mia anima ha nostalgia di Te. O Gesù Mio, fammi morire per carità
Tua",
perciò, "il cuore di Padre Charbel era innamorato nella carità di Cristo
Gesù Il Signore Dio, ed egli non si godeva nella sua vita senza di Lui. E la
sua lingua ripeteva sempre: Dio à la Mia carità e basta",
e "tutto quello che egli abbia fatto, lo faceva per volere bene a Dio, e
colui che ama, si sacrifica. Perciò, noi lo vediamo sacrificare, per volere
bene a Dio, il suo corpo, la sua volontà, il suo inteletto ed i suoi
sentimenti. Per Lui, egli ha tolto dal suo cuore il volere bene ai genitori
ed ai vicini. Allontanandosi delle glorie del mondo, egli si è privato dal
godere mondano. Egli non trovava gaudio, riposo e gioia che in chiesa
davanti Il Santissimo Sacramento. E mi ricordo che nel periodo di neve e di
freddo, quando ciò lo impediva di uscire lavorare fuori nei campi, e non
c'erano lavori per lui al interno del convento, egli passava tutto il suo
tempo a parlare a Dio nelle sue lunghe visite al Santissimo Sacramento. E
colui che ama, pensa sempra a Colui che egli ama, ed allunga La Permanenza
con Lui.[59] E Padre Charbel amava allungare la sua Permanenza con Il
Santissimo Sacramento, piutosto, la sua vita intera ardeva in Dio, perché
egli pensava sempre a Lui. E quando lo parlava qualcuno, egli era come uno
che si svegliava da un profondo sonno, perché nei suoi duri lavori manuali,
egli era sempre immerso nella Contemplazione in Dio. Non mi ricordo che egli
abbia attaccato il suo cuore ad una cosa in questo mondo, o sentirlo dire un
giorno che tale cosa era per lui, o volere tale cosa, senza mai attaccarsi a
qualcuno. Ed il Volere Bene a Dio, quando arriva al suo grado massimo,
fatigà il corpo e lo scoglie, per la forte nostalgia a Colui che Lo vogliamo
bene. E Padre Charbel è divenuto molto magro, pelle ed ossa".
9-
Lasciami fare al posto tuo, fratello mio
"Nella sua
carità per il prossimo, niente d'umano (vedi: essa era una Carità Divina),
se egli vedeva un lavoratore o un Frate fare un lavoro faticoso, egli
correva verso di lui dicendolo: Lasciami fare al posto tuo, fratello mio.
E lavorava al posto suo quel duro lavoro. E nonostante ch'egli non era
obligato a fare vari lavori, come fare il pane o altro, egli veniva chiedere
il permesso al Padre superiore per aiutarci, rendendo il nostro lavoro più
leggero. Egli non aveva preferenze di persone, nell'Ordine. Egli considerava
tutti con tanta stima, come se essi fossero i suoi superiori. Mentre con la
gente di fuori, egli non si dava da fare con loro, ma pregava per loro
tutti. E se il suo superiore lo ordinava di partire visitare un ammalato e
pregare per lui, egli obbediva subito e con tanta voglia".
10- Per volere bene a Dio
"Egli ha sacrificato se stesso ed i suoi sentimenti per volere bene
a Dio, contentissimo al massimo di farlo. Non soltanto sacrificare se
stesso, ma, egli supportava le grande fatiche dei lavori duri che si offriva
a compierli per conto dei suoi confratelli e lavoratori del convento, per
farli meno fatica, per volere bene a Dio ed al Prossimo. Egli non aveva
preferenza tra un superiore e un monaco, tra un lavoratore al convento e un
altro lavoratore, tra un Frate o un altro Frate. Egli non faceva nulla che
causava pene a nessuno. Ma, egli veniva incontro al suo vicino, aiutandolo e
dandolo l'occasione per riposarsi. Il più grande servizio che egli rendeva
al suo vicino, è la sua preghiera continua per lui, non per il suo bene
fisico soltanto, ma piuttosto per ottenere Le Grazie Celeste e La Salvezza
dell'anima. Egli non ha rifiutato nessuno che lo chiedeva il suo aiuto
spirituale".
11- Carità senza limite
"Egli non mi manifestava, neppure ai novizi con me da Bekaakafra
(vedi, il suo villaggio), una minima attenzione o sentimenti, e non parlava
mai con noi. Una volta, il Padre Elias AlMechmchany, superiore del convento
lo ha chiesto: Padre Charbel, tu non ti sente attaccato in modo speciale, o
volere bene ai Frati novizi del tuo villaggio più che ai altri Frati,
essendo ciò una cosa naturale, che si trova nell'uomo. Egli lo ha risposto
con una voce bassa, come d'abitudine: Non, ni nel mio cuore, neppure d'un
modo apparente, tutti i Frati sono uguali per me",
"ed egli era misericordioso verso gli operai che lavoravano nel convento,
fino a non darli mai degli ordini, ma tante volte egli obbediva loro, quando
essi lo ordinavano".
12- Egli non ci guardava
"Sono
andato insieme a Padre Efrem, nativo dal mio villaggio Bekaakafra, per farsi
monaci nel convento di Annaya, pensendosi che lì saremo contenti per il
fatto della presenza, allora, di Padre Charbel nel convento, e saremo da lui
ben curati ed incoraggiati della sua presenza. Ma, la cosa fu al contrario,
egli non ci guardava, neppure non si dava da fare con noi. E non abbiamo
visto da lui al nostro riguardo una minima attenzione o sentimenti,
nonostante che eravamo dal suo villaggio".
13- Egli piangeva su un chiita (vedi, musulmano) (Lc
19/41)
"Padre Charbel
amava tantissimo le anime, e soffriva moltissimo dalle sue lontanenza da
Dio. E Padre Youssef Beyrouty, da Qartaba, che si trova attualmente nel
servizio della Parrocchia verso Baalbeck, mi ha raccontato che: una volta
egli è entrato da Padre Charbel, durante la sua permanenza all'eremo, e lo
ha visto piangere amaramente, battando con le sue mani la sua testa, con
tanta amarezza. Chiedandolo il motivo? Egli non lo ha risposto. Padre
Youssef (Beyrouty) ha insistito una seconda volta, ed una terza, e Padre
Charbel lo ha risposto: Ti lo racconto, sotto segreto, e ti chiedo di non
dirlo a nessuno che dopo il mio decesso: Il motivo del mio pianto, è
deceduto oggi uno (chiita musulmano) di Almat (vedi: sotto l'Eremo dei Santi
Pietro e Paolo di Annaya), e la sua anima è andata in Gehenne",
"e subito dopo, si sono sentiti colpi di arma di fuoco da Almat. E si è
saputo che un uomo ricco lì, uomo che era immigrato nell'America, è
deceduto".
14- Anche gli animali
-
"Egli toccheranno i serpenti con le loro mani"(Mc
16/18)
"Nel periodo
di lavorare i campi delle vigne, sono andato con i monaci e gli operai del
mio convento di Annaya, nella vigna dell'eremo per lavorare lì. Durante il
nostro lavoro, abbiamo visto una serpente con delle macchia, d'una vista
spaventosa, allora ci siamo precipitati ad amassarla, ma non siamo riusciti
a farlo. Essa girava quei terreni, fischiando d'un modo schifoso ed
orribile, alzando la sua testa e la sua coda allo stesso tempo. E quando
abbiamo visto che eravamo incapaci di fare qualcosa, pieni di grande paura,
mi sono reso conto gridando: Dove il nostro Padre Charbel? Chiamatelo. Egli
lavorando da solo, ad un angolo più basso nel campo della vigna, ad un posto
nascosto da noi, a sentirsi chiamarlo, egli è venuto subito. Quando è
arrivato di fronte alla serpente, essa si è fermato come uno blocco nel suo
posto, e Padre Charbel ci ha chiesto dicendoci: Non toccatela.
Ciascuno di noi aveva nella sua mano qualcosa per amassarla, tale una
pietra, l'altro un strumento dai lavori manuali nei campi, un terzo un
bastone da lavoro. Egli si è girato verso tale serpente, dicendola con la
mano allongata: Vai da qui. Essa è partita, e egli ha contiunuato a
farla segno fino a farla scomparire, poì è ritornato al suo lavoro. E noi
abbiamo ringraziato Dio che ci ha salvati da questo [54] pericolo. A dire
che, Padre Charbel non ha mai amassato un animale, un insetto tossico,
neppure piccolo, come la formica o il scorpione, per la sua compassione
verso di essi. Ed ho letto nei Libri Spirituali che, alcuni Santi non
facevano nessun male ad un animale o insetto, per il fatto della loro Fede
che Dio gli abbia creati, e Lui ne prende cura di essi".
-
"Il bambino mettera la mano nel covo dei serpenti velenosi"(Is
11/8)
"Una volta stavamo, con l'aratro, a lavorare la terra della vigna
di Almourouj vicino alla vigna dell'eremo, ed era l'ora del mangiare degli
eremiti. Padre Charbel fu chiamato a condividere il pasto con gli eremiti, e
lì fu vista una grande serpente entrando nel muro, allora abbiamo deciso di
distruggere quel muro ed amassarla, ma Padre Charbel ci ha impedito di
farlo. Mettandosi vicino al muro, egli ci ha detto: Non vi permetto di
amassarla",
"tutte le Creature sono uguale, che siano velenosi o non. Dio le ha
create per un benificio. Non dovete amassare quella serpente",
"e lo ha chiamata, dicendola: Vai, o benedetta. Allora, essa è uscita
davanti a noi è, passando in mezzo, è uscita dalla porta della vigna, e noi
eravamo otto operai, assistiti dagli eremiti, nei lavori della vigna".
-
"Il lupo dimorerà insieme con l'agnello"(Is
11/6)
"Quando ero un
Frate studente, un anno sono andato passare gli estati nel convento di
Mayfouq, dormando nella cella di Frate Bartolomaos Aytou, ho visto dentro
[86] e nel materasso e nel letto tanti di quei insetti che pichiano (vedi,
bak), ma erano deboli e delicati, e nessun'insetto mi ha pichiato,
nonostante che essi camminavano sul mio viso e sulle miei mani. Stuppefato
molto di ciò, ho chiesto a Fratel Bartolomaos il motivo, con meraviglia, ed
egli mi ha risposto: Non vedi, sul tavolo della cella, la bottiglia
dell'acqua che fu benedetta da Padre Charbel? Da quando ho asperso di
quest'acqua benedetta nella mia cella, questi insetti sono diventati magri e
non pichiavano più".
-
Pietà
"All'eremo, furono delle ape, una volta alcune sono cadute dentro il vaso di
pietra che conteneva l'acqua da bere per esse, allora Padre Charbel è venuto
prenderle una per una sul punto del suo dito, mettendole sotto il sole per
compassione. Una di queste ape lo ha pichiato. Egli togliendo fuori dal suo
dito l'ago dell'ape, lo ho alzata verso il sole per asciugarne le ala, e
ripartire volando. Lo ho detto: Maestro mio, levando l'ago della ape, lo fà
morire. Egli ha detto: Pietà, è vero. Ed egli è entrato in chiesa".
R. La libertà ed il coraggio di
Charbel
I-
A sapere
"Se
rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete
la verità e la verità vi farà liberi... chiunque commette il peccato è
schiavo del peccato" (Gv 8, 31-34), perciò "niente lo interessava
in questo mondo",
"egli non si ha mai interessato per le cose private, ma si sforzava in
continuazione a compiere i suoi doveri, senza mai darsi da fare
assolutamente per piacere agli altri e riceverne le loro lode",
"possedando un coraggio eccezionale nel conservare La Verità di Dio",
"per La Verità, egli non temeva e non privileggiava nessuno. Egli
disprezzava gli onori, piuttosto egli si rallegrava negli insulti al suo
riguardo. Essere lodato o disprezzato dagli altri, per lui era la stessa
cosa. Fu famoso da lui questo detto: Nessuna importanza ha uno se egli viene
lodato da se stesso o degli altri, ma egli deve essere lodato dal Signore"
"egli non veniva mai all'incontro di un vescovo o di uno ben stante che
venivano visitare il convento. Ed in una parola, egli viveva sulla Terra, ma
i suoi pensieri ed il suo cuore furono in cielo, senza mai dare importanza a
quello che stava attorno a lui, come se fosse solo in esilio sulla Terra,
sapendo benissimo che la sua Patria è Il Cielo".
II-
Racconti ed Eventi
1-
Egli non ha attaccato il suo cuore a niente
"Il suo cuore
non era attaccato a niente, neppure alle sue devozione private o ai suoi
doveri spirituali. Egli, chiamato dall'Obbedienza, lasciava la preghiera
delle ore, o qualsiasi altro lavoro nel quale egli si campiaceva. A titolo
d'esempio, mi ricordo questo: Una delle notte, egli pregava la preghiera
della notte vocalmente in chiesa con il suo compagno, un messaggero è venuto
dirlo: Il Superiore
ti chiede di venire. Egli, senza esitazione, è sceso subito al convento con
lui di notte, lasciando la preghiera del chorus. E lì, egli ha compiuto
l'ordine del superiore, pregando sull'acqua che ha asperso sulle capre
infette della malattia almerara",
"e la malattia si è fermata, ed il gregge fu guarito",
"poi, egli è ritornato all'eremo, dopo di chiedere il permesso al Padre
superiore, visto che quest'ultimo ha insistito a Padre Charbel, per farlo
dormire nel convento".
2-
Da dove entra in te il peccato!?
"Egli
era un uomo osservante alla perfezione dello Stuto Religioso. Egli lavorava
nel forno del pane senza mai parlare, silenzioso sempre, ma gli altri
scherzavano certe volte. Ma, nonostante che egli conservava il silenzio
permanente, non lasciava una occasione passare senza dare una lezione
spirituale al prossimo, d'un modo che egli faceva capire un Sagezza Extra, e
senza mai ferire quel prossimo",
"egli aveva delle risposte poche e rarissime, che ci facevano capire un
sapere totale, non soltanto delle situazione dell'Ordine, ma di altre
situazione, come lo ho sentito da tanti monaci. Una volta, mentre egli
aiutava i monaci, d'inverno, a fare il pane nel forno del convento, è venuto
visitarli il curato Youhanna Chehadé dal villaggio di Mechmech, ed era
incaricato patriarcale nella Casa di Jbeil, ben noto, di una famiglia ben
vista, ricco, sapendo fare con i governatori ed i grandi del Paese, ben
considerato da se stesso, di grande statura, vivando una vita lussuosa, una
vita che non era compatibile con la simplicità di quei giorni, neppure con
lo Stato Clericale. E tutti lo guardavano con stima, in tutte le zone di
Kesrouan, di Jbeil e di AlBatroun. Quando egli è venuto al convento (vedi,
il curato Youhanna Chehadé, sopra-nominato), era indossato sopra il suo
vestito clericale, di un cap di lana-forrure, cap che indossavano i principi
e la gente ben stante. E il cap di forrure era molto pesante. Egli è entrato
al forno del pane per guardare, e si è fermato a parlare con gli monaci,
fino ad arrivare a parlare del peccato",
"e delle sue cause. Ed il curato diceva che era contento per i monaci, essi
sono lontani dalle cause del peccato",
"e Padre Charbel era in silenzio come d'abitudine, ed ascoltava, le sue mani
parlavano attraverso il lavoro, parlava per mezzo del suo silenzio buoni
consigli ed omelie. Tutti lo hanno guardato, girandosi verso di lui, a
sentirlo parlare senza essere chiesto a lui di farlo, essendo uno che
rispondeva quando lo veniva chiesto un consiglio o una cosa, alzando le sue
occhi un pò verso il curato Hanna su-indicato, e sulle sue labbra un piccolo
sorriso":
"E tu! Da dove entra in te il peccato!?
Esso non può arrivare a te: la tua forrure (lana) è pesante! Tutti si
sono mesi a ridere facendosi dei movimenti con gli occhi, l'uno all'altro,
avendo visto in tale espressione un grande profito, ed un appello molto
saggio al curato sopra-nominato. Ed era una confirma che Padre Charbel
distaccato dal Mondo, nel suo silenzio, e nel suo atteggiamento lontano dal
darsi da fare nelle cose che non riguardavano il suo Ordine Religioso, egli
capiva, da un piccolo gesto o da una piccola parola che sentiva, la gente
del suo secolo e quello che facevano. E l'accaduto con questo curato, vedi
il suo sopravestito di lusso di lana (forrure), ha manifestato il dispiacere
di Padre Charbel al suo riguardo".
3-
"Dove non si lavorino i giorni di festa, là bisogna dirli che in
tale data accadrà tale o tale festa!!"
"Una volta, il
Padre superiore Roukos AlMechmchany ha detto a Padre Charbel in chiesa:
Celebra La Grande Santa Messa. Padre Charbel ha obbedito subito, essendo
molto famoso per la sua obbedienza in tutto, a parte nel peccato. Ed era un
dovere di dire in quella Santa Messa che, nella settimana successiva c'era
una festa non lavorativa, ma egli ha finito La Santa Messa senza dirlo. Alla
fina di essa, il Padre superiore si è avvicinato a lui, dicendolo: Tu non
hai parlato della festa dell'Ascenzione! Non lo sai che è una festa non
lavorativa!? Ditelo ai Fedeli. I Fedeli soci del convento venivano per La
Santa Messa. Allora, Padre Charbel ha subito risposto, con tanta gentilezza
ed umiltà: O maestro mio, è festa non lavorativa in luogo suo: Coloro che
lavorino di domenica e giorni di festa, non si può dirli che è festa non
lavorativa. Dove non si lavorino i giorni di festa, là bisogna dirli che in
tale data accadrà tale o tale festa. E questo significa che,
invano dirlo dove si lavora i giorni delle domeniche e di feste non
lavorative. Egli ha detto questa espressione per uno scopo, essendo il Padre
superiore stesso faceva lavorare i novizi, certe volte, di domenica e di
giorni festivi, per il fatto di compiere i numerosi lavori del convento,
spinti dal bisogno e dalla vita cara di quell'anno. Ma, Padre Charbel non
lavorava con loro di domenica e di giorni festivi, neppure loro osavano
chiamarlo al lavoro, in tali santi giorni, per stima alla sua santità e per
rispetto alla sua virtù. Perciò, Padre Charbel ha risposto così in chiesa,
vincendo per La Verità di Dio e La Sua Legge Divina che bisogna osservare,
senza avere paura di nessuno. E il Padre superiore ha capito il volere di
Padre Charbel, e ha fatto attenzione al suo sbaglio, e le parole di Padre
Charbel, con questo modo di dirle con dolcezza, furono per lui una omelia
molto importante, ben capita da lui, ed egli si è fermato in seguito a fare
lavorare i novizi ed i lavoratori in tali giorni di prescrizione. E la
comunità ha visto questa esortazione come una Voce di Dio, e furono contenti
in essa".
4-
La sua dimora è Il Cielo! (Fil 3/20)
"Quando ero
stato un frate appena ha professato, ho esaminato la sua Virtù, dicendolo:
Seguimi sul tetto dell'eremo. Ed egli mi ha obbedito. Allora, lo ho offerto
degli occhiali per vedere a lunga distanza, affinché egli vedesse Beyrouth.
Egli mi ha detto: Guarda tu da solo! Ed è ritornato in dietro".
S: Un devoto equo
I-
A sapere
"1- Verso Il Suo Signore
"Perché egli
rendeva a Lui gli Atti di Devozione dovuti dal Creato verso Il Suo Creatore"
"alla Perfezione. Egli osservava La Sua Legge ed i Suoi Commandamenti",
"ed egli aveva sempre il suo cuore verso Il Suo Signore, con le braccia
alzate verso Lui, per darLo sempre L'Onore dovuto verso di Lui",
"con fermezza continua fino la morte".
"2- Verso il prossimo
"Perché egli
non ha mai fatto del male a nessuno",
e "non ha mai fatto torto a nessuno, neppure causare disturbo a tale o a
tale, ma piuttosto egli considerava se stesso il servo di tutti e il servo
fedele del Suo Signore",
e "osservava benissimo i suoi voti religiosi, cosa che lo ha procurato
grande rispetto da tutti i suoi confratelli monaci, e quando egli scendeva
dall'eremo al convento, essi si radunavano per salutarlo, baciendolo la
mano",
"egli trattava bene tutti",
"ed onorava tutti quanti con gentilezza e educazione",
ed "egli non ha mai creato disturbo a nessuno della gente, ne in presenza,
neppure in assenza sua, ne per i loro beni, neppure per la loro fama, oppure
per un altro modo".
II-
Racconti ed Eventi
1-
Egli rimaneva in chiesa fino all'uscita di tutti
"Egli andava
nella sua cella dopo la preghiera della Compieta. E non lo sò se egli
dormiva subito o passava il suo tempo pregando. E per la preghiera della
mezzanotte, egli precedeva tutti i monaci in chiesa",
e "dopo la preghiera della mezzanotte, tutti ritornavano a dormire fino
l'alba, e fino le campane della preghiera del mattino. Padre Charbel
rifiutava dormire dopo la preghiera della notte, come tutti i suoi
confratelli monaci, ma rimaneva vegliando con Il Signore Colui che non dorme
mai e veglia sempre su di noi, in chiesa, in stato di estasi mentali fino
all'alba e al raduno dei monaci per la preghiera del mattino, rimanendo in
chiesa fino all'uscita di tutti".
2-
Inginocchiate e veglie
"Egli dormiva,
come si appare, nelle ore del dormire dei monaci, e si alzava con loro. Ma,
in verità, il suo dormire era pochissimo. Egli passava la grande parte della
sua notte in preghiera, perché come vi lo ho già detto, lo vedevo quasi
sempre in chiesa, nelle ore del riposo degli altri monaci. Quasi tutte le
volte, era lui l'incaricato di suonare le campane della mezzanotte per la
preghiera",
"egli non dormiva mai di notte. Ogni volta che mi alzavo dal sonno, vedevo
la sua cella illuminata ed egli seduto o inginocchiato pregando nei suoi
libri",
"e dopo la preghiera della mezzanotte, egli non dormiva mai. Egli si
inginocchiava in chiesa su un cercchio di piccoli sassi per mortificarsi di
più, tutto il resto della notte".
3-
Preghiera per i novizi
"Mi ricordo
che il superiore del convento del noviziato di AlNaamet (al sud di
Beyrouth/Libano), l'anno 1888, abbia visitato gli eremiti nell'eremo di San
Maroun, e Padre Charbel fu uno di loro, e l'abbia trovato con il suo
compagno seduto per il mangiare, ed il suo cibo fu insalata di rami di
farfhin (erbaggio). E quando egli è ritornato al convento, ha detto che egli
ha chiesto agli eremiti in San Maroun di pregare per i novizi, ed essi lo
hanno promesso di farlo".
4-
"Ed egli pregava per le anime del Purgatorio"
"Padre Charbel faceva tanto Il Segno della Santa Croce sul suo viso... Lo ho
chiesto: maestro mio nostro Padre Charbel, perché tu lo fai oggi con
frequenza, e non come la tua abitudine? Fare ciò è di gran bene, e così lo
farò anche io, e non sarò privo del suo bene? Padre Charbel lo rispose, con
un viso illuminato: Oggi siamo nella settimana dei Defunti. E nel Segno
della Santa Croce c'è Il Tesoro Immenso delle Indulgenze.Colui che le
guadagna, può offrirle in nomi di quelle povere anime che soffrono nel
Purgatorio, quelle anime chi non hanno nessuno che prega per loro. Ogni
volta che tu fai Il Segno della Santa Croce sul tuo viso con Fede, e tu sei
in Stato di Grazia, tu guadagnerai 50 giorni di Indulgenza. Ed entrando in
chiesa ed uscendo da essa, ungendo la tua testa con L'Acqua Benedetta, e
facendo Il Segno della Santa Croce, in Stato di Grazia, tu guadagnerai 100
giorni di Indulgenza, ogni volta. E se tu dirai O Maria, tu guadagnerai 25
giorni di Indulgenza, anche ogni volta.
"E
si tu fai Il Segno della Santa Croce, per esempio, 20 volte al giorno, tu
guadagnerai 1000 giorni di Indulgenza. Offrando queste Indulgenze per Il
Riposo Eterno di un'anima o per anime che soffrono nel Purgatorio, quanto
diventeranno di meno le loro sofferenze! E quanto guadagnerai tu dei meriti
moltiplicati di questa tua pratica devozionale! E ciò ti procurera fatica o
qualcosa del genere? – Mai.
"E
l'uomo lavora nei suoi campi dandogli l'acqua del suo sudore, aspettando un
anno o la gran parte dell'anno per la raccolta. Se la raccolta sarà tanto,
egli salterà di gioia. Quanto di più è doveroso e vantaggioso ripetere a
nominare La Vergine nel Suo Nome. ChiamandoLa con rispetto: O Maria, 100
(cento) volte al giorno, colui che lo fà, guadagnera 2500 giorni di
Indulgenza. Egli non si fatica, neppure sarà disturbato, ma rimarrà nel suo
lavoro abituale, senza mai guastarsi di una cosa, e guadagnera tanto merito,
e procurera L'Eterno Riposo alle anime del Purgatorio. E rendera di meno il
periodo della loro sofferenza. E Questo Grande Nome lo aiutera contro ogni
tentazione diabolica. E se l'uomo si abituasse al Segno della Santa Croce,
ed a chiamare La Vergine, le tentazione suoi di ogni genere, saranno di
meno. Perché il Segno della Santa Croce è Un Mezzo per cacciare i demoni. Ed
Il Nome della Vergine è per vincere su di essi e buttarli nel fuoco della
loro perdizione.
"Ascolta me, tieni una devozione permanente per aiutare le anime del
Purgatorio, ti dico che facendo ciò, tu farai debito a Dio. E La Sacra
Bibbia dice: Colui che dà al povero, fà debito a Dio. E Dio non fà perdere
il merito di un bicchiere d'acqua fresca offerto in Suo Nome. Come si può
dire che Egli fà perdere il merito di un gran benefattore per l'anima la più
cara per Lui, per l'anima che soffre. E la sua Salvezza di quest'anima è
sicura. Ed ella ha bisogno di rendere di meno i giorni nel bagno della sua
purificazione!".
T: Fedeltà al Ben-Amato
I-
A sapere
"Chiunque
guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo
cuore",
"la gente insiste nel trovare la felicità nel peccato (l'impurezza...).
Ed il peccato non dà loro che il disturbo, la tristezza, la miseria morale
ed il vuoto... E Gesù Cristo solo è capace a darvi La Vera Felicità",
"perciò, la purezza (di Padre Charbel) fu una purezza angelica, e ciò è ben
visibile dalle sue mortificazione, e dal suo modo a non preoccuparsi nel
mangiare o nel vestirsi o nel bere. Mentre, i suoi vestiti molto vecchi e
tanto poveri, sono da soli una testimonianza che parla dalla sua purezza",
"egli odiava ogni modo di vita lussuosa",
"ed egli non lavava mai i suoi suoi piedi,
a quanto io lo sappia. Egli non levava mai dalla sua testa o dai suoi occhi
il suo cappuccio. E Padre Charbel è diventato nelle sue mortificazione come
una ombra, molto magro. In lui c'erano soltanto osse e pelle. Ed egli
diceva, anche gli altri dicevano:Ciò non è vita di un uomo, ma vita di un
angelo terrestre, in lui è morto la natura
umana".
"Egli non guardava mai in faccia nessuno, qualsiasi sia",
"ma aveva sempre il sguardo per terra, evitando al massimo avere che fare
con la gente, per dedicarsi in tutto il suo essere al Suo Creatore",
"e se capitava per lui parlare con un uomo, egli non alzava mai il suo
sguardo verso di lui, anche se tale fosse un monaco, ed ho visto ciò con i
miei propri occhi. E le sue parole con gli uomini, furono per pocchi minuti
soltanto",
"egli non ha mai alzato i suoi occhi verso una cosa, ma gli aveva sempre
verso il basso, come egli faceva nelle sue contemplazione in chiesa",
"senza mai guardare una donna, assolutamente",
"Il monaco deve impedire estremamente i suoi sensi".
"Nell'eremo, neppure di fronte ad essa non furono delle donne
assolutamente. Egli fuggiva le donne, nonostante la decenza delle donne di
quelle zone, e la loro simplicita nel vestirsi, specialmente nei suoi tempi",
"spesso, delle donne passavano per la strada pubblica, e Padre Charbel
andava per i campi o per la vigna, o per cercare l'acqua dalla sorgente per
il convento. Egli cambiava strada subito. Questa cosa fu famosa di lui nelle
località vicine, perciò anche le donne, a vederlo da lontano, cambiavano la
loro strada, per non fare la sua stessa strada, per rispetto verso di lui",
"ed io sò una sola cosa e tutte le donne delle localitò vicine: Qui si
trovava un eremita, il suo nome è Padre Charbel, ed egli fuggiva quando si
incontrava con qualciasisi donna",
"egli non ricevava mai delle donne. Io mi ricordo benissimo che, egli non ha
voluta ricevere nessuna donna visitatrice",
"evitando ogni causa che provoca danni alla Purezza".
II-
Racconti ed Eventi
1-
La Messa della domenica
"Egli non
permetteva mai che le donne entrassero nella chiesa dell'eremo. Ma, egli
permetteva ad esse di entrare nel corridoio, davanti alla chiesa, quando
egli trovava che esse non hanno potuto ascoltare (vedi, partecipare) alla
Santa Messa, in una altra chiesa, di domenica. E quando venivano degli
visitatori per la chiesa dell'eremo, accompagnati da donne, egli lasciava la
chiesa e si chiudeva in cella sua, fino a sapere che tutti quanti siano
ritornati alle loro case".
2-
La forma maschile
"Sò una cosa
che, quando veniva una donna per chiedere l'Acqua Benedetta o una altra
cosa, egli chiamava essa con la forma maschile: Cosa vuoi? Dalla sua
finestra dentro l'eremo. E dopo di sapere quello che ella ne aveva bisogno,
egli andava dal suo compagna chiederlo di venire lui a servirla".
"Ed una volta, mi sono salito all'eremo, trovandomi una donna fuori
il recinto, lo ho chiesto: Chi è lei? Essa mi rispose: Una donna di
Bekaakafra, sorella di Padre Charbel, sono venuta trovare il mio fratello,
ditelo di incontrarmi. Mi sono entrato, ed ho raccontato a lui ciò. Egli mi
ha detto: Dittelo a Padre Macarios. Allora, Padre Macarios lo ha
ordinato di incontrarla. Egli si è meso dietro la porta, all'interno, con le
spalle contro porta chiesa, ed ella stava fuori, dicendola: Come stai?
Parlando con lei con la forma maschile, nonostante che ella è una donna! E
non ho saputo perché con la forma maschile! Egli abbia pronunciato tale
parola, poi è partito in chiesa, senza incontrarla".
3-
Sollevami il cesto
"Una volta,
nella vendemia delle vigne, egli portava sulle sue spalle i cesti dell'uva,
dalla grande vigna dell'eremo fino al pressoio, e nelle quelle vigne,
stavano a lavorare alcuni dei soci del convento, donne, uomini e figli, per
ordine del superiore (del convento). Padre Charbel è venuto prendere il
cesto d'uva, posto in mezzo della vigna, lontano dal muro, [97] e non
c'erano lì degli uomini per aiutarlo a prendere il cesto sulle sue spalle.
Io ero ancora piccolo, con alcuni altri come me, e non c'erano in mezzo a
noi gente grande che le donne che vendemiano. Padre Charbel si è meso
lontano, con lo sguardo verso il basso, come se fosse aspettare un uomo che
l'aiutasse a sollevarlo il cesto, e quando l'attesa fu senza esito, egli ha
datto le sue spalle al cesto, con la sua corda nella mano, dicendo ad una
voce sentita: Sollevami il cesto. La donna che stava vicino a noi si
è avvicinata e lo ha sollevato il cesto. E noi eravamo meravigliati come
egli parlava con le donne, secondo la necessità, con la forma maschile, come
se esse fossero degli uomini".
4-
Dove la figlia del Bek?
"La mia madre,
figlia di Rachid Bek Elkhoury, direttore (civile) di quella zona, mi ha
raccontato che ella è andata una volta a visitare l'eremo, con delle amiche,
dai nostri familiari. Allora, Padre Charbel ha saputo il loro arrivo, dal
suo compagno. Dopo la visita alla chiesa, esse sono uscite fuori, davanti
all'eremo, per il riposo, e per prendere il pranzo. E Padre Charbel,
bussando dall'interno sulla porta, dicendo: Dove la figlia del Bek?
La mia madre ha risposta: Cosa ordinate. Allora, egli ha aperto il
finestrino che si trovava in mezzo alla porta, facendo uscire fuori la sua
mano, senza guardare la mia madre, dandola un piato di miele. E fu l'unica
volta nella quale ella abbia sentito la voce dell'eremita Padre Charbel.
Nonostante che ella veniva tanto all'eremo".
5-
Egli ha benedetto esse
"Una volta
stavo all'eremo, e lì stavano tanti uomini e donne in chiesa, allora Padre
Macarios è venuto chiedando alle donne di uscire, perché Padre Charbel
voleva celebrare Il Santissimo Sacrificio Divino. Esse si sono uscite, ma
chiedando la benedizione di Padre Charbel sulle loro teste, e mettandosi
fuori della chiesa, con le teste incchinate e coperte di velo, e Padre
Charbel con la mano teso fuori della chiesa, le ha benedette, poi ha
celebrato Il Santissimo Sacrificio".
6-
Il corpo è come l'asino
"Egli ripeteva
spesso davanti agli monaci: Questo corpo è come l'asino, se tu lo rende
sazio,esso diventa disobbediente, ma se tu lo darà le occasione ad avere
fame, egli si mortifichera".
7-
Mettete la bottiglia qui e partite
"Quando le
donne venivano all'eremo chiedere l'Acqua Benedetta, e capitava la presenza,
da solo, di Padre Charbel nell'eremo, egli rispondeva ad esse dall'interno:
Mettete la bottiglia alla porta e partite. Poi, egli prendeva la
bottiglia da terra, dopo la loro partenza, rienpendola dell'Acqua Benedetta,
rimettandola al suo posto, e si scompariva. E quando incontrava per strada
una donna all'improviso, egli fuggiva da lei e cambiava strada subito.
Partendo senza una direzione fissa, in mezzo alle erbe spinoze. Ed egli non
alzava mai il suo sguardo verso nessuno".
8-
Restate fuori
"Quando le donne venivano da lui con i bambini, egli chiamava l'altro sua
compagno Prete per essere con lui. Egli pregava sui i bambini, dicendo alle
madre: Rimanete fuori. E se il bambino era ancora piccolino, senza
poter rimanere senza la sua mamma, egli lo portava all'altro monaco, dicendo
alla madre di rimanere lontana".
9-
Fino al suo passaggio
"Nelle anime delle donne, fu una grandiosa stima per lui, fino a
dire che da loro proprio iniziativa, quando esse sapevano che Padre Charbel
passava in un luogo dove si trovavano, esse si scomparivano fino il suo
passaggio",
"ed io ho visto ciò con i miei propri occhi",
"e qui mi ricordo che, una volta mentre lavoravo nei campi con l'aratro,
insieme al capo dei lavori agricoli, Frate Elias AlMehriny, il lavoratore
Sleiman AlMenzily che lavorava per il convento, all'ovest del convento verso
sud, abbiamo visto le donne uscirne tornandosi dalla Santa Messa, e
camminavano con fretta, cercando di nascondersi sotto le grande pietre, e
dietro gli alberi. Allora, ho chiesto al capo dei lavori agricoli
su-indicato, la causa? Egli ha risposto: Probabilmente, Padre Charbel stà
arrivando dall'eremo al convento. E queste donne, sapendo già che egli non
vuole vedere le donne, esse cercavano di scomparire per rispetto a lui.
Infatti, dopo un instante, abbiamo visto Padre Charbel arrivare dall'eremo,
diretto verso il convento. E quando egli era già quasi arrivato nel
convento, senza più vederlo [114], in quei momenti quelle donne hanno
ripreso la strada per le loro case".
10-Mi è venuta una tentazione e mi ha disturbato
"Una volta,
Padre Charbel era in soggiorno a Laklouk, in un luogo appartenente al
convento di Annaya, per celebrare La Santa Messa al capo dei campi, lì,
Frate Boulos Mechmech, il campagno di Padre Charbel nei lavori dei campi.
Quando il Frate sopra-nominato, lavorava con l'aratro insieme a Padre
Charbel, ha sentito quest'ultimo, poco distante da lui, gridare e chiedere
l'aiuto come un piccolo bambino, ed a sentirlo, egli ha lasciato l'aratro e
si è meso a correre verso di lui per vedere cosa lui è successo, e lo ha
trovato calmo e in pace, egli lo ha chiesto: Cosa hai? Egli lo ha risposto:
Niente. Allora, il Frate è ritornato al lavoro che faceva, per
sentirlo di nuovo gridare, ed avvicinato a lui, lo ha detto: Ma, sei matto?!
Perché questo grido? Dimmi cosa c'è. Egli lo ha risposto con tanta calma
e con una voce nascosta: Mi è venuta una tentazione e mi ha disturbato".
11- Perché tu fai così?!
"La sua Carità
per Dio ha sciolto in lui ogni carità mondana, incluso la sua carità per i
suoi genitori. E per dedicarsi completamente a volere bene Dio, egli ha reso
il suo cuore libero dalla sua carità per i suoi di casa. Una volta sono
andato visitare gli eremiti nell'eremo – perché passavo gli estati con il
mio maestro Padre NeemetAllah Kaddoum AlKafry – ed al mio arrivo all'eremo,
ho trovato sù un numero di donne ad aspettare fuori dell'eremo. A vedermi
arrivato, esse mi hanno salutato dicendomi: Siamo qui da molto tempo, e
siamo venute da una località lontana, dal villaggio di Bekaakafra, distante
un giorno da qui, per vedere Padre Charbel, ed egli non vuole incontrarci.
Alloro, ho chiesto loro: Voi chi siete? Esse mi hanno risposto: Questa, è la
sua sorella, e noi siamo venute in sua compagnia, ti supplichiamo di
convincerlo di lasciarla bacciarlo la mano almeno, perché ella è da molto
tempo che non lo vede, ed egli lo mancava molto. Commosso di tutto ciò, mi
sono entrato di fretta da Padre Charbel, che stava in chiesa, supplicandolo
di avere compassione della sua povera sorella venuta da lontano, lasciendola
guadare la sua persona un pò. Egli rispose: Non esco. Allora, mi sono
ritornato da lui una seconda volta, dicendolo: La tua sorella ti supplica di
tenderla la tua mano fuori della finestra, ed ella mi ha promesso di partire
dopo di baciarla, senza chiedere di vederti, ma soddisfatta ella sarà, se lo
farà. Egli mi rispose: Non metto la mia mano fuori. Poi, sono tornato
da lui, per la terza volta, essendo ella mi ha datto un fazzoletto
chiedandomi che Padre Charbel lo passasse sull'Immagine dei Santi Pietro e
Paolo I Due Patroni dell'eremo, affinché ella lo prendesse con lei come
benedizione e ricordo – dicendolo: La tua sorella ti supplica di prendere
questo fazzoletto con le tue mani, passandolo sopra L'Immagine dei Santi
Pietro e Paolo, e di farlo ritornare a lei. Egli mi ha risposto: Farlo
passare sopra tu, prima di ridarlo a lei. Allora, ho detto a Padre
Charbel: Perché tu fai così?! Egli non mi ha risposto una parola. Sono
ritornato e, con un lungo bastone ed il fazzoletto in fondo, lo fatto
passare sopra La Sacra Immagine (dei Santi Patroni Pietro e Paolo), che si
trovava in un posto elevato, dandola di nuovo alla sua sorella chi è
ritornata al suo villaggio Bekaakafra, triste e piangendo. Ed io mi sono
rimasto tanto meravigliato di quel duro comportamento (di Padre Charbel
verso la sua sorella), senza trovarlo un senso. E dopo l'uscita sua della
chiesa, lo ho parlato contestandolo e dicendolo: Non era una cosa buona fare
ripartire quella povera sorella delusa? Dove sono i sentimenti della
tenerezza?! Dove è la compassione! Ed, egli non mi ha risposto niente.
Allora, ho capito dal suo silenzio che non c'era più nel suo cuore un posto
per una carità mondana. Ma piuttosto, il suo cuore non batteva più che per
La Carità verso Dio".
12- Anche la figlia del suo fratello
"Ed una volta, la mia madre Wardet è andata visitarlo nell'eremo,
stavo io in sua compagnia, avevo 10 anni ed ero malato. Egli non ci ha
incontrato, ma mi ha preso con la sua mano, facendomi entrare all'eremo. Ma,
egli non ha voluto incontrare la mia madre e la donna ammalata che è venuta
con lei per chiedere la sua guarigione, ma le ha parlato da dietro la porta".
"E la mia madre è andata una volta per visitare il suo zio
l'eremita nell'eremo di San Maroun. Egli lo ha parlato parole breve da
dentro l'eremo, senza vederla, ma ella ha insistito ad ascoltare la sua
Santa Messa. Allora, egli ha accettato di partecipare alla sua Santa Messa
dal finestrino della porta della chiesa. E all'ora del girare Il Calice
(vedi, il tempo di Ringraziamento dopo La Santissima Comunione, alzando Il
Calice verso l'Alto e benedicendo I Fedeli con Esso in forma di Santa Croce,
nella Sacra Liturgia Siriaca Antiochena Maronita), Wardet dice: Egli ha
alzato le sue occhi verso l'Alto, per prudenza di non lasciare cadere il suo
sguardo sopra di lei".
U:
Prigioniero
del Ben-Amato
I-
A sapere
"Egli non
faceva nulla che per Obbedienza all'Autorità che rapresentava per lui Dio, e
per guadagnare il merito preparato a colui che obbedisce",
"il monaco deve considerare il suo superiore come se fosse Cristo",
"perciò, la sua Obbedienza fu straordinaria e grandiosa, e d'abitudine sua,
egli non iniziava nessun lavoro se egli non veniva ordinato a farlo",
"e la sua Obbedienza fu una Obbedienza assoluta, donata come esempio, e se
il superiore lo chiamava ad una cosa, egli lasciava il suo lavoro ed
obbediva subito",
"egli non si è ritardato nemmeno un instante per un lavoro a lui chiesto. E
non mi ricordo mai che, Padre Charbel, quando veniva ordinato a compiere una
cosa contraria alla natura, sia veduto sul suo viso segni di rifiuto o di
rabbia, ma egli fu sempre in stato uguale... ed egli non aveva una volontà o
un gusto proprio, ma fu come un istrumento muto negli mani dei suoi
superiori".
"Quando pregava, egli rimaneva in preghiera fino ad essere ordinato
dal suo compagno a venire al lavoro. Ed egli lavorava fino alla venuta del
suo compagno e dirlo basta. Egli non mangiava che quando si diceva a lui:
mangia",
"egli obbediva al più piccolo di lui e al servo",
"in breve, della sua vita intera si può dire: Egli è stato ordinato, ed egli
ha obbedito",
"nel convento egli obbediva al superiore, e nei campi al capo dei lavori
agricoli, anche se fosse quest'ultimo un lavoratore al convento. All'eremo,
egli obbediva al suo compagno o a colui che stava al suo posto, fino ad
obbedire al lavoratore. E se quest'ultimo lui diceva: fai questo. Egli lo
faceva. E nessuno sapeva quello che faceva contente o non lui. Quando egli
veniva ordinato di lasciare la preghiera o d'uscire dall'eremo, egli
obbediva nello stesso modo con il quale egli lo faceva nell'obbedire quando
egli veniva ordinato a pregare o a compiere delle cose spirituali nelle
quali egli si compiaceva. E da se stesso, egli non ha compiuto mai nulla".
"E la sua Obbedienza non fu come se uno non sapeva nulla, o per
abitudine, ma un Obbedienza piena di devozione e di virtù, come lo chiede lo
spirito dello Statuto. Ed il Voto dell'Obbedienza fu personificato davanti
agli suoi occhi, egli lo ha praticato per l'intera sua vita come Voto e
virtù",
"e se era possibile per lui richiudere i suoi battiti nei suoi veni,
sottometandoli all'ordine dell'Obbedienza, in questo sarà l'estremo suo
desiderio".
II-
Racconti ed Eventi
1-
Così fate bene
"Una volta,
egli si è indossato dai Sacri Vestiti della Santa Messa, comincindosi Il
Rito della Santa Messa – ed i Padri del convento avevano già celebrato le
loro Sante Messa, ed è rimasto soltanto lui – allora, il Padre superiore lo
ha detto: Aspetta, ci sono Fedeli che stanno arrivando per partecipare alla
Santa Messa. Egli ha subito obbedito, ed è rimasto sull'Altare per un'ora
circa. Poi, egli mi ha chiamato a servirlo La Santa Messa, chiedandomi se
i Fedeli in attesa sono arrivati? Lo ho detto: Permettetimi di farlo
sapere al superiore e di chiedere il suo permesso. Egli (Padre Charbel) mi
rispose: Così fate bene. Egli è rimasto in attesa, fino all'arrivo,
di nuovo, del superiore e dirlo: Celebra (La Santa Messa). Egli non ha mai
fatto niente da se stesso, anche per mangiare, egli non ha mai iniziato il
mangiare che su ordine dell'eremita più grande o del Frate che si occupava
dell'eremo".
2-
Da Padre Macarios
"Chiedevamo a
lui del cibo, egli diceva: Non lo sò,vai e mangia da Padre Macarios.
E quando lo chiedevamo uva nella vigna, egli ci mandava al Padre suo
compagno",
"e se un lavoratore lo chiedeva una grappolo d'uva nella vigna, egli
diceva: Non lo sò, chiede da Padre Macarios. Egli non dava dai
terreni del convento neppure un foglio di vigna da se stesso, ed egli non ha
mai chiesto al suo superiore una cosa per darla a tale o tale".
3-
Egli è rimasto con l'istrumento manuale di lovoro agricolo
con la mano alzata
"Mentre stavo
lettore del Santo Vangelo (vedi, diacono) e mi preparavo a ricevere Il
Sacerdozio in un ritiro spirituale nel convento di San Maroun di Annaya, una
volta stavo accanto all'eremo, e Padre Charbel lavorava la terra della vigna
che stava di fronte a me, a vederlo ho avuto compassione di lui e ho detto a
Padre Macarios, il quale preparava il pranzo vicino a me, a chiamarlo
affinché si riposasse, e a mangiare qualcosa. Quando il cibo fu pronto, tale
Padre Macarios lo ha chiamato, a voce alta, dicendo: nostro Padre Charbel,
una prima volta senza che egli abbia fatto attenzione. Poi, egli ha
ricominciato a chiamarlo con voce più alta, e Padre Charbel in quell'istante
aveva l'istrumento manuale di lavori agricoli per sollevare la terra in
alto, ed egli è rimasto con quell'istrumento alzato in mano verso l'alto,
aspettando quello che voleva ordinarlo a fare Padre Macarios. E quando
quest'ultimo lo abbia detto vieni a pranzare, egli ha lasciato subito quel
istrumento sul suolo ed è venuto".
4-
Nessuno mi lo ha detto
"E mi ricordo
sentire da coloro che lavoravano con lui che, monaci e lavoratori si sono
soffermati a lavorare all'ora del mangiare, senza chiamarlo a prendere il
pranzo con loro. Egli è rimasto perseverante nel suo lavoro. Il superiore
del convento era di passaggio, per caso, in quel luogo, e ha chiesto a Padre
Charbel se egli abbia mangiato? Ed i suoi compagni erano vicini a lui, e la
sua risposta fu: Non, non ho mangiato. Allora, il Padre superiore lo
ha chiesto il motivo? Egli lo ha risposto: Nessuno mi lo ha detto. A
sentire ciò, il Padre superiore ha chiesto ai suoi compagni: Perché non
l'avete chiamato? Essi lo hanno risposto: Lo abbiamo dimenticato".
5-
Obbedienza di novizi
"Mentre i
novizi stavano una volta al lavoro, e le campane della preghiera furono
suonate, i frati si sono soffermati a lavorare, e hanno pregato senza
chiamare Padre Charbel con loro, ed egli è rimasto perseverante nel suo
lavoro. E quando lo hanno chiesto perché egli non è venuto a pregare con
loro? La sua risposta fu: Perché non mi avete dato l'ordine. Allora,
essi hanno pensato che egli prendeva loro in giro, e si sono rimasti un pò
male. E il giorno seguente, essi non lo hanno chiamato a posto per la
preghiera, ed egli ha continuato il lavoro. A vedere ciò, essi hanno capito
che egli non faceva nulla che per ordine dell'Obbedienza. Ed in realtà,
quando essi lo hanno ordinato, nel terzo giorno, a condividere la preghiera
con loro, egli ha lasciato tutto e ha obbedito".
6-
Per modo di ridere
"Un giorno, Padre Charbel ha detto al suo compagno Padre Macarios:
Al convento non hanno più della legna, e ne hanno bisogno",
"da dove vuoi che io vado a prenderli della legna? Allora, egli
(Padre Macarios) lo ha risposta con voce ferma",
"per modo di ridere: Vai Almihal, ed è un bosco",
"distante circa 3 tre ore dall'eremo, allora, Padre Charbel è andato al
monte su-indicato, e lì ha raccolto della legna e lo ha portata all'eremo.
Il suo ritorno fu fine pomeriggio",
"la sera",
"stanco, con tanto sudore",
"e il masso della legna [243] sulle sue spalle",
"a vedere ciò, Padre Macarios lo ha chiesto: Da dove hai preso la legna? E
perché hai fatto tardi? E perché sei così tanto stanco?! E la risposta di
Padre Charbel fu: Dal monte di Almihal, come mi lo hai detto tu. E
Padre Macarios: Perché sei andato su, e l'eremo è circondato di bosci? Padre
Charbel lo rispose:
Non mi lo hai detto tu: Vai a Almihal",
"tu lo hai detto, ed io ho obbedito",
"e, Padre Macarios è rimasto meravigliato da come Padre Charbel abbia
sopportato tutta questa grandissima fatica".
7-Egli non diceva: Non
"Una volta, fu
chiamato a Ehmej da Rachid Bek ElKhoury, il direttore della zona, per venire
benedire l'acqua per proibire le tantissime locuste (vedi, specie di insetti
saltatori, che conosciamo già) devastatori in quella ora. Essendo molto
conosciuto che, con la sua preghiera, le locuste saranno persi. Il Padre
superiore lo ha ordinato di partire per Ehmej. Egli è partito senza chiedere
il perché, senza mai una minima contestazione, e quando egli fu arrivato,
Rachid Bek lo ha chiesto di benedire l'acqua, allora egli ha pregato sopra,
in presenza di tutto il villaggio, ed è ripartito. E noi, nell'Ordine
Reliogioso, anche in mezzo ai monaci devoti conosciuti per la loro virtù e
la loro osservanza per lo Statuto, troviamo chi per certe volte contesta
certi ordini del superiore o chiedere scusa a non potere compierli, per
motivi di salute e morale. Mentre, Padre Charbel non ha mai chiesto, un
giorno, di essere dispensato per motivo di salute o altro, anche nelle cose
che erano per tutti motivo di scusa a non potere farle".
8-
Metteti d'accordo con Padre Macarios
"Una volta lo
ho chiesto di offrire La Santa Messa per la mia intenzione, ed ho fatto
l'offerta. Egli non ha accettato, ma mi ha chiesto di dirlo a Padre
Macarios, dicendomi: Metteti d'accordo con Padre Macarios, se egli mi
ordinera di celebrare La Santa Messa per te, io La celebrero".
V: La Sua Speranza fu
Nostalgia per Il Suo Ben-Amato
I-
A sapere
"La Sua
Speranza fu molto salda in Dio, ed egli considerava il mondo e il suo
contenuto come spazzatura, per guadagnare Cristo. Mai si sono visti sulla
sua faccia segni di gioia o di tristezza, quando capitavano qualchi
cambiamenti nell'Ordine",
"e non chiedeva mai se qualcuno, che egli conosceva, è divenuto importante
nell'Ordine, per contare su di lui. Egli non si è attristato per il
cambiamento dei superiore o gli impegnati, o se tale o tale, che avevano una
attenzione speciale per lui, abbiano chiesto di lasciare le loro incariche",
"e, ogni cosa che accadeva nell'Ordine, non influava in nessun modo sulla
sua vita spirituale o su i suoi lavori di servizio",
"ed egli non si è dato da fare nelle cose del convento, a parte in quello
che lo chiedeva di farlo l'ordine dell'Obbedienza, conservando bene tutto
quello che apparteneva al convento. Se trovava qualche disordine in qualche
cosa, egli non si metteva dentro per ripararlo che su ordine dell'Autorità.
Egli non si gioiva mai se il convento avesse tanti guadagni, e non si
attristava se la cosa fosse al contrario",
"egli non ha parlato da comprendita degli immobiliari, neppure delle cose
che riguardavano la politica religiosa. Egli, nel convento o nell'eremo, fu
come se fosse uno che non esiste",
"i suoi pensieri erano tutti diretti verso Dio. Nessuno lo ha mai sentito
parlare delle cose di quaggiù, o desiderarla, o parlare da uno dei monaci, o
dalla gente, o da suoi genitori (vedi, e familiari suoi), o vederlo gioire
per una cosa di quaggiù. Egli non chiedeva di niente, se il Mondo andava
male o andava bene",
"tutto il suo impegno fu per La Salvezza della sua anima, e la preghiera per
La Salvezza degli altri. La sua unica preoccupazione fu come fare per
piacere a Dio. Per Questo Motivo, egli ha sopportato le difficoltà e le
fatighe, anche l'estrema durezza verso se stesso".
II-
Racconti ed Eventi
1-
Più capace di me
"Egli non ha
contato mai su carne e ossa. E mi ricordo che lo fu detto una volta che
l'Assistente
ti vuole superiore. Egli ha risposto al chiedente, meravigliato:
Nell'Ordine, tanti sono più capaci di me e più degni. E ringrazio
l'Ordine d'aver accettato uno pigro come me".
2-
Lavorate per La Gloria di Dio
"Egli lavorava
per La Gloria di Dio e per avere La Felicità Eterna. Egli ci ripeteva:
Lavorate per La Gloria di Dio L'Altissimo, e la vostra ricompensa sarà La
Felicità Eterna. E questa sua Speranza, lo spengeva a disprezzare le
cose di quaggiù che passano, e a compiere tantissime mortificazione",
"ripetando sempre: Il Mondo passera, cosa può dare".
3-
Le Luce del Cielo sono più Belle
"Padre Charbel possedeva La Virtù della Speranza fino L'Eroicità, perché
egli ha lasciato tutto e ha preso il convento come rifugio, per l'eremo,
dove egli ha vissuto una vita dura piena di mortificazione, di veglie,
mortificandosi in continuazione, in climat molto duro, in cima del monte,
senza mai venire in meno, o dimenticarsi una cosa lungo il passare dei
giorni, ma egli aumentava tutto ciò senza interruzione, e nessun essere
umano può fare come egli faceva, a parte se La Sua Speranza in Dio è Una
Speranza senza limite. Ed ho sentito che un monaco, lo ha detto una sera:
Guarda Beyrouth come irradia di luce. Ma, egli non si è girato, dicendo:
Le Luce del Cielo sono Migliore e più Belle. Poi, egli è rientrato nella
sua cella".
4-
Affare che non lo sò
"Egli non si
gioiva nel successo dei suoi, neppure si attristeva se essi perdevano. Una
volta, lo ha reso visita il suo fratello, come mi lo ha raccontato Padre
Macarios, ed egli ha voluto raccontarlo dello stato della loro casa e delle
loro cose. Allora, egli (vedi, Padre Charbel) ha risposto al suo fratello,
come segue: Questo è un affare che io non lo sò e non voglio sentirlo.
Poì, egli ha preso il suo istrumento manuale dei lavori agricoli (vedi:
istrumento per girare la terra) ed è partito per la vigna. Egli era un uomo
assente dal mondo, a parte con il suo corpo. A vero dire che, il suo cuore
fu come il suo cervello in Cielo, non si è lasciato prendere da una gioia o
da una tristezza".
5-
Il Disegno di Dio
"Egli aveva
sempre gli occhi chiusi, come se fosse allontanare il suo cervello ed il suo
cuore dalle cose mondane. Tutti il suo pensiero è divenuto in Cielo,
soltanto. E quando i fulmini si abattevano sull'eremo situato su una alta
cima, o capitava qualcosa per il convento, egli gli veniva incontro
mettendogli nelle Sante Mani di Dio, dicendo: Il Disegno di Dio così
vuole",
"ed ogni volta che veniva nominato un caso di un ammalato, o di una persona
in stato critico, o di un bisognoso, egli diceva: Dio provvede, contiamo
su di Lui",
"e se qualcuno lo chiedeva una cosa, egli lo convinceva di correre a Dio
L'Altissimo e di implorarla da Lui".
W: Rifugio dei Credenti e dei
bisognosi
(Lc 3/18)
I-
A sapere
"Io lo
conosciuto eremita, ed ho sentito della sua fama prima di conoscerlo, e ciò
dai monaci e dai laici, fino dai chiiti musulmani, i quali"
"venivano da lui in tanti, portando i loro piccoli, con le bottiglie d'acqua
nelle loro mani, affinché egli benedisse i piccoli e l'acqua",
"portandola in poì per, la guarigione della loro gente malata, e per
allontanare da loro i problemi, ed ogni male dai loro bestie e terreni",
"conservandoli dalle malatie e malatie contagiose, e per aumentare le loro
stagione e produzione",
"ed per aspergerla sulle loro case",
"ed egli non si muoveva se veniva ordinato dal suo compagno",
"incontrandoli con i sentimenti della Carità e della gentilezza per
compassione del loro stato e pregando per loro",
"pregando sull'acqua per benedirla, o versando prima dell'acqua benedetta",
"ed appariva dall'acqua una Forza Grandiosa",
"poì, Charbel ritornava a quello che faceva. Ed il suo compagno incontrava i
visitatori, dandoli l'acqua",
e "il nostro padre ci portava dell'acqua benedetta da lui".
E "da tutte le parte, venivano da lui gente ammalata, e gente che
portava indicap, e la gente del dolore e tutti coloro affliti da un male,
chiedando Le Grazie di Dio sulle sue mani, per la fede che essi avevano
nella sua santa vita, e che Dio gli esaudira",
"mentre, gli stranieri, egli non si dava da fare con loro, ma pregava per
loro tutti".,
"Ed i laici erano molto presi per la sua devozione. Cosa che ha
spinto loro a chiamarlo diverse volte a venire pregare per i loro ammalati",
"e se il superiore lo ordinava di visitare un ammalato, per pregare per lui",
"egli non diceva mai, io sono eremita, cosa mi riguarda con la gente, ma
egli rimaneva silenzioso, come da sua abitudine",
piuttosto "egli andava per la visita agli ammalati e la preghiera su di
essi, implorando la loro guarigione del corpo, e specialmente egli si
impegnava per le loro anime. Egli non prendeva mai niente per il suo
servizio pastorale, e non accetteva mai le offerte, ma compiva tutto ciò,
spinto dalla sua Carità per Dio L'Altissimo",
"ed il più grande servizio che egli offriva al prossimo, è la sua preghiera
continua per lui, per ottenere Le Grazie Celeste e La Salvezza dell'anima.
Egli non ha fatto ritornare indietro uno di coloro che lo chiedevano il suo
aiuto spirituale",
"e se qualcuno lo visitava nell'eremo, egli ne usciva parlando della sua
santità, consolato dalla sua vista, contento delle sua visita per lui".
II-
Racconti ed Eventi
1-
Silenziosamente
"Egli, nel credere di tutti noi, è un santo e noi ci rivolgiamo a lui nelle
nostre malattie e problemi. Ed abbiamo chiamato i nostri figli in suo nome,
per avere la sua protezione, come diamoli i nomi di Santi. Ed io credo che
San Charbel è un Santo grandioso in Cielo ed intercede per noi,
silenziosamente, senza che sentiamo il suo bene verso di noi, come egli
faceva sulla Terra".
2-
Tutti: L'Immagine di Cristo
"Padre Charbel
non si è dato da fare con la gente, ma la sua carità per loro si è resa
manifesta dalla sua preghiera per gli ammalati, la gente che portava delle
malattie, la gente in viaggio e per la gente bisognosa, ed anche era saputa
da coloro che lo hanno chiesto la sua preghiera per un ammalato o bisognoso.
Il suo cuore si commoveva di compassione, supplicanDo Dio con tanto calore,
affinché Egli abbia compassione dei suoi servi ammalati. Inoltre, parlando
dalla sua vita con i suoi fratelli monaci nel convento, e con coloro che
vivena con lui nell'eremo, o legato con loro per tale o tale cosa, nessuno
ignora che il suo cuore conteneva tutti senza distenzione, e voleva bene a
tutti quanti, tutti sono i suoi confratelli, tutti sono l'Immagine di
Cristo, ed egli aveva una grande stima per tutti, ugualmente".
3-
Offrirlo del cibo
"Egli aveva
compassione verso i poveri, nel limite delle sue possibilità. Se un povero
si presentava all'eremo, egli chiedeva al suo compagno, lì, di offrirlo
del cibo. E d'inverno e di freddo, egli faceva entrare gli uomini
all'eremo, per riscaldarsi vicino al fuoco".
4-
Sono peccatore
"E la sua
risposta, alla gente che lo chidevano la sua preghiera, fu: Sono
peccatore, la preghiera dei Santi vi ottenga quello che desiderate",
"e quando uno chiedeva la sua preghiera o una grazia spirituale sulle sue
mani, egli rispondeva: Sono meno di tutti, peccatore".
5-
Tu può diventare Santo
"E quando tale
o talo lo chiedeva di pregare per lui, egli diceva a lui: Prega anche tu,
che di fferenza c'è tra te e me, Dio ascolta te, come ascolta me. E a
colui che lui diceva che tu sei santo, egli rispondeva: Tu sei come,
nulla può impedirci di diventare Santi".
6-
Conta su Dio
"E quando
veniva chiesta a lui una preghiera, egli rispondeva con tanta calma: La
preghiera dei Santi",
"contati su Dio, Egli provvede per voi, e si allontanava da loro",
"e quando gli vistatore lo chiedevano la sua preghiera e la sua benedizione,
egli lo faceva senza guardarli, e diceva loro: Chiedete a Dio di darvi
secondo la vostra fede".
7-
Egli guariva la gente con la sua preghiera
"Tutte le
volte che si ammalava Rachid Bek, il direttore di Ehmej, egli chiamava Padre
Charbel per pregare sopra la sua testa, credendo nella sua santità. E così
faceva la gente della zona vicina",
"essi chiedevano la sua preghiera nella malattia e nei momenti difficili. E,
per loro, la sua devozione fu un modello grandioso da imitare",
"egli guariva dalle malattie con la sua preghiera",
"e la gente di Ehmej aveva l'abitudine di correre da Padre Charbel
chiedendolo dell'acqua benedetta per una persona malata da loro",
"e tantissimi lo chiedevano di pregare per loro, e per la sua preghiera le
malattie e le difficoltà si allontenavano da loro. E coloro che non potevano
andare all'eremo, facevano portare dell'acqua benedetta da lui, ed
ottenevano la guarigione delle loro malattie",
"ed ogni persona malata che si ungeva o beveva di quest'acqua, guariva della
sua malattia".
X: Voglia di pregare
I-
A sapere
1-
Parlare al Ben-Amato
"Egli deve
precedere i Frati in chiesa ed uscirne dopo tutti",
"percio, quando egli (Padre Charbel) si alzava dal dormire, egli andava
subito in chiesa, dove rimaneva per circa 5 cinque ore",
"inginocchiato lì (in chiesa), fin ad asecarsi i suoi ginocchi",
"dritto, senza stancarsi o appoggiarsi",
"e senza guardare ni destra ni sinistra",
"e non lo ho mai visto seduto in chiesa",
"ed egli pregava sul coro con la comunità, participando alla recita di tutte
le preghiere",
"e le sue prostrazione erano continue",
"e non mi ricordo che egli abbia mancato una volta verso la preghiera
comunitaria del coro, a parte se egli veniva ordinato in nome
dell'Obbedienza a compiere tale o tale cosa, nella stessa ora",
"neppure mancare alla sua preghiera mentale, o alla preghiera dell'Ufficio
Divino",
"che egli recitava nelle loro ore, e le sue preghiere recitate avevano una
regola speciale, egli passava circa 3 tre ore nel recitarle, giornalmente,
una parte di giorno ed una altra parte di notte",
"ed egli pronunciava parola per parola le sue preghiere dell'Ufficio Divino
e le altre",
"egli pregava l'Ufficio Divino nel libro dello Shim completo (vedi, il libro
semplice), nell'ore della preghiera del coro, come lo ordinava a farlo il
suo compagno, egli recitava tutto con tanta cura, come se fosse parlare con
un re importantissimo, presente davanti a lui",
"ed era assente ai sensi",
"e di giorno egli recitava le sue preghiere in ginocchio, e non lo ho mai
visto pregarle seduto",
"egli pregava con cura",
"e quando egli lavorava nei campi, lì, egli recitava il suo Ufficio Divino,
inginocchiato",
"appoggiandosi pochetino in dietro su suoi piedi, mettendosi il libro delle
preghiere-il Shim davanti a se, e pregandolo con le braccia chiuse".
"Egli pregava sempre la preghiera della mezzanotte con il suo
compagno, senza mai venire in ritardo. Egli faceva lunghe le sue veglie di
preghiera",
"trovandomi diacono nel convento, e monaco, lo ho visto tante volte di
notte, pregando inginocchiato dritto in chiesa",
"passando la gran parte della notte in preghiera",
"alzandosi di mezzanotte per la preghiera, come lo precisa il Statuto
dell'eremo. Dopo di che, certe volte egli si riposava per un ora circa, per
ritornarsi dopo alla contemplazione, alla preghiera e alla lettura",
"ed era di grande successo nella devozione e la santità, egli vegliava e
parlava con Dio e con gli Angeli. Egli passava tutta la sua notte nella
preghiera",
"e l'abitudine fu che i monaci si alzassero di mezzanotte per la preghiera,
dopo laquale, alcuni si tornavano per il riposo, gli altri come AlHardiny,
Padre Charbel ed altri, non dormivano più dopo la preghiera della mezza-
notte, ma passavano il tempo in preghiera fino all'ora delle Sante Messe.
Essi celebravano Il Sacrificio Divino, e gli altri impegni prima di partire
al loro lavoro",
"egli ha passato la sua vita nella contemplazione, nella preghiera e nelle
pratiche di devozione",
"e la sua devozione non consisteva in certe preghiere o pratiche [134]
devote che egli lasciava quando le circostanze non lo permetteva di farlo,
ma essa (vedi, la sua devozione) consisteva in una forte carità verso Dio, e
che lo legava a Lui con i suoi pensieri e il suo cuore, fino ad essere il
suo cervello tutto e sempre in Dio, nelle sue preghiere, o nel suo lavoro, o
quando egli mangiava o dormiva. Ed in una parola, egli non viveva per se
stesso, ma per Dio",
"egli non si è mai sentito parlare di una cosa mondana. Egli non parlava mai
con nessuno delle cose non spirituale",
"tutta la sua vita nel convento fu come se egli fosse in un ritiro
spirituale",
"di apparenza era uomo, ma egli viveva in cielo".
2-
L'innamorato del Mistero della Carità
"Colui che ama
una cosa o una persona, pensa a tale cosa o a tale persona, e lo nomina
tanto, e parla tanto delle sue opere. E se sarà possibile per lui visitarlo
tanto e incontrarlo, egli lo fara senza mai ritardarsi. Così Padre Charbel
era sempre silenzioso, perché egli pensava sempre a Dio Il Suo Ben-Amato,
ed era molto raro pronunciare una frase senza nominarLo. Egli ne ha
profitato di ogni occasione, anche piccola per passarla in chiesa, parlando
con Il Mistero della Carità. E non c'era nel suo cuore posto che per Dio",
"egli ha superato gli eremiti nelle sue visite in contiunazione per Il
Santissimo Sacramento",
"contemplando",
"fissando il suo sguardo verso Il Tabernacolo che contiene Il Santissimo
Corpo di Cristo, per lunghissime ore, senza mai muoversi come se fosse una
statua",
"e la maggior parte della sua veglia, fu in chiesa",
"nelle visite al Santissimo Sacramento",
"e tutte le volte che noi perdevamo Padre Charbel, nel convento, lo
trovavemo in chiesa",
"e si vedeva, certe volte, davanti al Santissimo Sacramento immerso
completamente in Lui".
"Egli si alzava subito al suono delle campane per la preghiera
della mezzanotte, precedendo tutti in chiesa ed uscirne l'ultimo",
"poi, egli rimaneva in chiesa fina la mattina, inginocchiato davanti al
Santissimo Sacramento, e si sentiva il suo parlare al Signore e la sua
nostalgia per Lui",
"e il gemito spirituale era continuo, e la sua persona rendeva la roccia
liscia e seminava nei coloro che lo guardavano la devozione ed il rispetto",
"perché davanti al Santissimo Sacramento muoviamo i nostri cuori, e ci
pentiamo un pentimento completo da tutti i nostri peccati... Non abbiamo una
volontà altra che La Tua Volontà, o Gesù",
"Il mio Cielo è nascosto nella piccola Ostia, dove Gesù si nasconde per
Carità verso di noi. Lì, Il Mio Umile Salvatore mi ascolta giorno e notte".
3-
L'innamorato del Santo Rosario
Da piccolo,
"Youssef pregava il suo Santo Rosario",
e nell'Ordine, "strada facendo per i campi, egli pregava il suo Santo
Rosario",
"con lo sguardo per terra",
"e tutti sapevano già che Padre Charbel non amava che il suo Santo Rosario,
il suo Ufficio Divino e la sua chiesa",
"e la sua perseveranza nella preghiera del Santo Rosario dopo la preghiera
della mezzanotte".
"E di persona ho pregato, insieme a lui, Il Santo Rosario tante
volte, ed ho visitato Il Santissimo Sacramento insieme a lui, anche, su
domanda sua. E durante ciò, egli si inginocchiava, senza mai muoversi, con
le mani sue aperte sul suo petto, su un cerchio fatto dai rami di alhaylan",
"rimanendo così per tutta la durata della preghiera del Santo Rosario, e la
visita al Santissimo Sacramento che segue subito ad esso. Egli era di grande
devozione al Santissimo Sacramento, e alla Nostra Signora La Santissima
Vergine Maria",
"e di persona, io pregavo con lui Il Santo Rosario".
II-
Racconti ed Eventi
1-
L'Abito di Nostra Signora
"Una volta,
Padre Charbel mi ha chiesto di mandarlo L'Abito composto da tre Abiti,
L'Abito di Nostra Signora, dell'Immacolata Concezione e della Passione",
per portarlo sopra di se. Allora, l'ho fatto secondo quest'Abito e lo ho
mandato per lui con un uomo del villaggio di Arbet Kozhaya (vedi, nel Nord
Libano), che era in partenza per il convento di San Maroun di Annaya,
chiedandolo di farmi segno di Padre Charbel, chiedandolo (anche) di nominare
davanti a lui qualchi nomi dei suoi familiari di Bekaakafra e di farlo
sapere ciò, e così sarò sicuro dell'arrivo dell'Abito di Nostra Signore alle
sue mani. Ed ho manifestato a quest'uomo di ottenermi la benedizione
dell'eremita o una reliquia. L'uomo è ritornato consegnarmi un piccolo
foglio piegato senza busta, dicendomi: L'eremita non ti ha mandato che
questo foglio. Allora, lo ho aperto trovandomi dentro queste seguente parole
scritte da lui: Padre Charbel eremita di San Maroun Annaya, monaco di
Kozhaya,
tu (suora) chiedi una bendezione o una reliquia, la benedizione dei Santi
Pietro e Paolo scende su di te.Questo fu tutto quello che egli mi ha
mandato. Mi sono rallegrato tantissimo per questo foglio scritto con le
proprie mani dell'eremita. Il foglio fu scritto in lingua araba, in
caligrafia non buona. E la superiora, allora, Madre Ziarat AlGostawiyet mi
ha consigliato di lasciare questo foglio con me, dicendomi: Questo foglio
scritto con le mani dell'eremita, è una reliquia, lascialo con te. Ho meso
questo foglio dentro un pezzettino di vellor, mettandolo nel mio collo. E
quando la mia sorella abbia voluto viaggiare per Le Americhe, lo ho dato
questo foglio (la reliquia), per essere salva dal periccolo del mare.
"Ed una volta, ho mandato all'eremita Padre Charbel, circa 10 dieci
Abiti di Nostra Signora, con uno della gente del villaggio sopra-nominato
che era in partenza per il convento di Annaya, ed i Libri di Kozhaya (vedi,
Santi Abiti) che si mettano nel collo, senza la richiesta di Padre Charbel,
chiedendo a questo messaggero di portarmi dall'eremita dell'acqua benedetta.
Dopo il suo ritorno, egli mi ha detto: Gli Abiti sono già arrivati a Padre
Charbel. E questa è la bottiglia dell'acqua benedetta dall'eremita. Lo ho
preso nella mia camera, ed ho aperto il tappo per ungermi di quest'acqua,
perché ero ammalata delle articulazione infiamate, e quando lo ho aperta, mi
è venuto il seguente pensiero e mi sono detto: Gli Abiti non sono portati da
questo messaggero all'eremita. E questa bottiglia d'acqua non è da lui. E
questo fu una illuminazione per me.
"Ed un giorno, egli è venuta al convento di AlQarn (vedi, di San
Simeone, al Nord Libano), allora lo ho detto, in tutta simplicità: Il tuo
figlio non ha dato gli (Santi) Abiti all'eremita, ma egli ha preso tutto
quanto. E la bottiglia, egli lo ha riempita dalla soregente di Alfaskin,
nella località di Alaarbet. Ella mi ha risposto che quello che io ho detto
era vero, e che il suo figlio ha preso gli (Santi) Abiti con lui per Le
Americhe, ed ti sperdirà da lì il suo prezzo, insieme al prezzo del vetro
della bottiglia dell'acqua. A sentirla, mi sono detto dentro di me che, la
conoscenza di quello che ha combinato quest'uomo senza essere informata da
nessuno assolutamente prima, fu una ispirazione da Padre Charbel".
2-
"Io Sono" (Mc 6/50)
"Quando stavo in questo convento diacono, poi monaco, ero l'incaricato della
sacrestia. E certe volte entravo in chiesa per vedere se la luce è sempre
accesa davanti al Santissimo Sacramento, ed una volta mi sono alzato verso
mezzanotte per la stesso ragione, entrandomi in chiesa, ho trovato il
bicchiere dell'olio spinto davanti al Tabernacolo. Allora, ho cercato nel
buio a mettere dell'olio di nuovo, ma ho toccato qualcuno, cosa che mi fatto
paura, e tale uomo mi ha detto: Non abbi paura! Sono io! E lo ho
conosciuto dalla sua voce che egli era Padre Charbel. Egli era inginocchiato
a mezzanotte in chiesa, in contemplazione".
3-
Cosa accade attorno a lui?!
"Egli era
sempre preso nelle contemplazione, pensando alle Cose Celeste, specialmente
nella Santa Messa Divina, e tutti coloro che lo vedevano, sapevano già che
[40] tutti i suoi sentimenti e tutto il suo essere erano in Dio Altissimo, e
mai inchinato verso le cose della Terra. E per il fatto che egli pensava
fortemente a Dio, egli era come se fosse inesistente in questo mondo. E tu
lo vedevi sempre silenzioso e calmo al massimo, fino a non sapere quello che
accadeva attorno a lui, cosa che si nota dalla sua domanda che mi ha fatto
quando lavorava con me nella vigna: Quante mucche sono cui? Lo ho
risposto: Tre. Tu lavori per tutto il giorno nella vigna con noi, e non sà
quante mucche ci sono? Egli non mi ha risposto in una parola".
4-
Egli parlava a Dio con gli Angeli
"Lo vedevo, nelle sue preghiere, come se fosse fuori dai suoi
sensi. Egli era immerso in Dio. Egli viveva come se fosse non sentire quello
che accadeva attorno a lui, o sentire la presenza di coloro che lo stavano
vicini! E certe volte, recitavo con lui le preghiere a voce bassa, ed egli
contiunava a pregare la sua parte e la mia ugualmente, come se fosse pregava
da solo... Io lo immaginavo in Cielo di Dio parlare con Lui faccia a faccia,
bocca ad orecchio, e cuore a cuore. Egli viveva come se fosse il suo corpo
alto dalla terra. E la sua anima, lo immaginavo insieme agli Angeli, lodando
Dio e glorificando Lui".
5-
La Settimana Santa
"Alla chiamata
del superiore e dell'incaricato della riserva per aiutarlo nel fare il pane,
od a venire aiutare la comunità nella preghiera del coros in Settimana
Santa, visto la sua bravura nella pronuncia delle preghiere e nelle Letture,
egli veniva subito per compiere tutto ciò, nel silenzio, nel convento".
6-
Affidati a Dio
"Un giorno,
mentre il mio figlio Gerges era ammalato ed in grave condizione di salute,
sono andato all'eremo chiedere a Padre Charbel dell'acqua benedetta, lì,
egli mi ha detto: Siedete ora, Dio provvede. Ho ripetuto la mia
richiesta, ed egli mi ha risposto: Piano, affidati a Dio ed Egli ridà.
Detto ciò, egli non mi ha dato dell'acqua benedetta, allora sono ritornato
triste e meravigliato del perché egli non abbia voluto darmi dell'acqua
benedetta, contrariarmente alla sua abitudine con me. E quando mi sono
avvicinato dal villaggio, ho sentito la gente piangere ad alta voce in casa
mia, allora ho verificato che il mio figlio è deceduto, e mi sono ricordato
delle parole di Padre Charbel a me: Siedeti, Dio ridà. Ho capito
perché egli abbia rifiutato di darmi dell'acqua benedetta. Come se egli
abbia saputo in spirito che il mio figlio era già deceduto, senza volere
parlarmi del suo decesso".
7-
Non è più utile
"Il mio nonno materno, Mikhael Boutros Ramia, mi ha dato una volta
1 un bachlak (moneta) a Padre Charbel per una intenzione di una Santa Messa,
all'intenzione del mio fratello Gerges che era allora tanto malato di
tifoide, ed i medici hanno levato le loro mani da lui. Il mio nonno ha
voluto rivolgersi alla preghiera dell'eremita, pieno di fede in essa. Ho
portato il bachlak all'eremita, arrivando da lui, lo ho trovato
inginocchiato nella chiesa dell'eremo, pregando. Lo ho detto: Il mio nonno
mi ha mandato da te, con questo bachlak, per celebrare una Santa Messa per
la guarigione del mio fratello. Egli mi ha risposto: Non è più utile,
date l'elemosina al mio confratello. Ciò, mi ha chiesto di darlo al
monaco che stava insieme a lui nell'eremo. Ho lasciato il bachlak davanti a
lui, per terra, e mi sono ritornato a casa. Quando mi sono arrivato di
fronte al villaggio, ho sentito i pianti in casa nostra, perché il mio
fratello soprannominato era già deceduto".
8-
Dio ti ridà
"Eccovi
l'accaduto al mio figlio Tanios,
il primo (maschio).
Egli si è ammalato all'improviso, all'età di un mese e mezzo. Il mio
fratello Boutros è andato cercarlo dell'acqua benedetta da lui (vedi, da
Padre Charbel eremita), e quando egli lo ha chiesto quest'acqua, Padre
Charbel lo ha risposto: Dio ti ridà. E al suo ritorno a casa, egli ha
trovato che il decesso del bambino è già accaduto".
Y: La Fede di Charbel
I-
A sapere
"La Sua Fede
era ben nota nella sua Santa Messa",
"egli celebrava La Santa Messa, come se fosse vedere Cristo dietro Le
Specie, e parlava a Lui cuore a cuore",
"con tanta cura, tanta devozione e grande rispetto, come se fosse Dio
Altissimo è davanti a lui",
"ed a lui venivano fuori fortemente le lacrime durante La Santa Messa",
"egli si preparava a lungo per La Celebrazione della Santa Messa, con
contemplazione e preghiera, inginocchiato dritto davanti al Santissimo
Sacramento",
"e la sua preparazione a celebrare La Santa Messa fu lunga, anche il suo
tempo di ringraziamento dopo",
"e ai momenti della recita delle Parole della Consacrazione e del "Abo
Dkoushto",
la sua profonda devozione si vedeva sul suo viso, e il forte Timore",
"ed i suoi vestiti puliti, venando alla Celebrazione del Sacrificio
(Divino), dimostravano d'un modo chiarissimo la sua Fede che Il Figlio di
Dio si incarna veramente e scende sull'Altare, ed egli non lavava mai i suoi
mani che prima della Santa Messa".
"La sua Fede era manifesta nelle sue preghiere recitate con cura, e
nella sua meditazione fatta anche essa con calma. E nella buona recita
dell'Ufficio della Lettura",
"le sue preghiere erano continue. Egli pregavo il suo Ufficio Divino parola
per parola, a voce bassa e dolce",
"egli passava la maggior parte del suo tempo nelle preghiere e nelle
meditazione. E tutte le volte che non aveva un lavoro manuale, egli si
trovava in chiesa",
"egli era sempre impegnato nelle meditazione in Dio e nelle Sue Infinite
Grandezze, a dire quando uno vuoleva parlare con lui, egli piegava tempo nel
lasciare la sua meditazione e pensare in quello che lo diceva tale o tale",
"e nelle sue meditazione, egli era immerso in Dio. Dicevo: Egli è un angelo
e non un uomo",
"e quando egli parlava delle Cose Spirituali, tu lo vedevi brucciando di
zelo, e ciò è dovuto al suo cuore pieno di Fede Ardente, ed egli non si è
mai visto in vita sua annoiato nelle Cose Spirituali, neppure veloce o
pigro, ma la bravura era la sua compagna, come se fosse godersi in Cose che
il suo cuore desiderava".
"E la sua Obbedienza ceca per il suo superiore o colui che lo
rapresentava, era un chiaro segno che egli vedeva Dio nella persona del suo
superiore, e ascoltava la Sua Voce nella voce di quest'ultimo",
"egli aveva un grande rispetto ai suoi superiori",
"senza mai guardare se tale o tale superiore, ne era degno del suo grande
rispetto per lui o non".
"E nel suo lavoro, lo spirito della Fede era manifesto in tutti i
suoi gesti, come nella sua preghiera e nella sua Santa Messa",
"egli non ha mai fatto niente da sua propria iniziativa, credendo saldamente
che la voce dell'Autorità, sola è La Voce di Dio. E per la sua fede, egli
vedeva Dio nella persona dei suoi superiori. La sua Obbedienza è di viva
fede, essa si vedeva in tutti i suoi movimenti, dalla Santa Messa fino alla
preghiera, fino al lovoro, fino al mangiare, fino al dormire",
"ed in tutti i suoi lavori compiuti con sagezza e bravura, una lingua
veridica che ci parlava della sua Fede ardente".
"Colui che ha conosciuto Padre Charbel, nelle sue Pratiche
Religiose, in modo speciale, nella sua Celebrazione del Sacrificio Divino, e
le preghiere dell'Ufficio Divino, si comuoveva del suo zelo devoto, essende
i segni della forte devozione ben visibili sul suo viso. Ed una Luce Celeste
irradiava, sempre, del suo volto. E questo fu un gran segno della grandezza
della sua Fede in Dio",
"e la sua Fede si vedeva nei suoi lavori [129], e la sua Stima per Dio
Altissimo, lo spingeva ad inginocchiarsi sempre, dritto, fermo come la
pietra, su un cerchio di rami secchi, in chiesa, davanti al Santissimo
Sacramento, per lunghissime ore".
"E Dio lo ha dato la grazia di sapere le cose accadute o ad
accadere, ciò dovuto alla sua Fede Viva, e lui era fomosissimo in merito...
In breve, egli era un luce ardente per la sua Fede",
"colui che ha convissuto con Padre Charbel, ha capito subito che egli viveva
nella Fede più che nel corpo, ed in vita sua egli non guardava più verso
quaggiù, ma il suo sguardo, i suoi pensieri, i suoi sentimenti, i movimenti
del suo cuore, tutti erano proiettati aldisopra del mondo. Egli ha fatto
morire il suo corpo nella mortificazione, e la sua vista, anche, privandosi
dal vedere le cose di quaggiù. I suoi pensieri ed i suoi sentimenti erano
tutti dentro la Meditazione Spirituale. E si tu lo guardavi nella sua Santa
Messa e nella sue preghiere, tu leggevi sul suo volto quello che stava nel
suo cuore della Fede".
II-
Racconti ed Eventi
1-
Fulmine
"Un giorno,
mentre Padre Charbel pregava inginocchiato dritto, nella chiesa dell'eremo,
preso completamente in profonda preghiera davanti al Santissimo Sacramento,
si è abattuto su di lui un forte fulmine, brucciando un Vestito nuovo per La
Santa Messa ornato con argento, messo sull'Altare, passando in mezzo alla
chiesa vicino a lui, toccandoli le estremità del suo abito religioso e
brucciandolo un pò, e non si è fatto a lui nessun male, e al mio ricordo che
questo fulmine si è caduto verso mezzogiorno. I monaci del convento sono
venuti vedere le sue conseguenze sull'ereme. Ero in loro compagnia. Quando
siamo arrivati all'eremo, abbiamo visto che questo fulmine si è abbatuto sul
suo lato sud, prendendo per strada sua tante pietre dal lato della vigna,
dove esso è passato, per la chiesa, brucciando le coperte dell'Altare e
vestiti della Santa Messa che stavano sopra. Portando Il Calice da un posto
ad un altro. Anche qualche Immagine si sono danneggiate. Esso ha aperto le
porte, facciendo, dal suo odore, girare la testa agli due compagni di Padre
Charbel, causando a loro tutti i due la perdita dei loro sensi, dentro la
cuccina dove egli stavano a riscaladarsi dal duro freddo. E quando si sono
svegliate, hanno pensato che Padre Charbel abbia trovato la morte per causa
del fulmine, allora essi si sono messi a correre verso il tempio, e lì lo
hanno trovato in preghiera, nella sua stessa posizione di prima, come se
fosse niente è accaduto, prima della discesa del fulmine, fino al nostro
arrivo. Il Padre superiore lo ha detto: O Padre Charbel?! Perché non hai
potuto spegnere le coperte dell'Altare ed i Vestiti della Santa Messa?! Egli
lo rispose: Fratello mio, cosa dovevo spegnere?! Tutto si è fatto d'un
colpo. Cioè che, il fuoco ha preso ciò con tanta rapidità. Ed egli non
ha potuto resisterlo. Ed egli è rimasto in preghiera sua".
2-
Le stagione del baco da seta sono rimasti salve
"Quando era
superiore del convento di San Sergio a Qartaba, le stagione del baco da seta
sono venute male da otto anni, ed essendo tiepide nel quarto torno dopo nove
giorni, la morte passava in essi. Allora, ho mandato uno dei monaci da Padre
Charbel l'eremita, nell'eremo di San Maroun di Annaya, il quale mi ha
portato dell'acqua benedetta con laquale ho asperso il baco da seta, che ha
ripreso e si è allontanato da loro la morte, e le stagione del baco da seta
sono rimasti salvi per 3 (tre) anni, durante il mio mandato sul
soprannominato convento e dopo di me".
3-
La mia stagione del baco da seta era molto buona quell'anno
"Uno degli
anni, la malattia ha invaso la stagione di seta, per causa delle foglie non
buone sulle quale cresce il baco da seta, i vermi da seta sono diventati di
colore giallo e sono caduti dai cerchi di canna. Allora, sono venuto con
rapidità all'eremo, prendando dell'acqua benedetta da Padre Charbel, e lo ho
asperso sugli vermi da seta, e subito si sono ritornati al loro posto su i
cerchi, ricominciando a mangiare di nuovo e a fare dal rumore, come
d'abitudine. E la mia stagione del baco da seta era molto buona
quell'anno, grazia a Padre Charbe".
4-
Non deve mai dirlo (Mc 1/44)
"E Saba
Ghostine Obeid, da Ehmej, mi ha raccontato che, uno degli anni, i topolini
si sono diventati tanti in casa sua, ed hanno cominciato a mangiare i vermi
da seta, rischiando di farli finire tutti. Egli ha portato dell'acqua
benedetta da Padre Charbel, ed ha asperso con essa quei vermi da seta. E il
giorno seguente, mi ha detto che egli ha guardato i cerchi del baco da seta,
trovando i topolino morti sopra. Ed uno della gente è andato dirlo a Padre
Charbel, il quale ha chiesto al messaggero: Non deve dirlo a nessuno.
Cioè, lascialo in segreto".
5-
Come se fosse egli parlava con una persona importante
"Lo vedevo
pregare il suo Ufficio Divino inginocchiato, quando stava da solo. Ma, in
gran parte, egli pregava il suo Ufficio Divino con la comunità sul pulpito.
E se all'ora di tale preghiere, nessuno si trovava in chiesa, egli lo faceva
sul pulpito da solo e ad alta voce, pronunciando le parole con cura e
chiarezza, come se fosse egli parlava con una persona importante, visibile
con le occhi. Egli non ha mai pregato con fretta, e non si girava mai ni
destra ni sinistra. E tu lo sentivi cantare con tanto timore e devozione",
"egli pregava l'Ufficio Divino delle ore nel libro completo dello Shim (dal
siriaco, =la semplice), nelle ore del chorus, come lo ordinava il suo
compagno, pregandole con tanta cura, come se fosse parlare con un re così
importante, davanti a chi egli stava. E, la Fede e la profonda e grande
devozione erano incarnate in ogni cosa che egli compiva".
6-
Il cavallo del convento
"Ed una volta,
si è capitato al cavallo del convento un male allo stomaco, i suoi occhi si
sono girati, risciando di morire. I monaci e il personale di trasporto su di
essa, hanno cercato di rimerdiare ciò, ma senza risultato. In fine, essi
hanno chiamato Padre Charbel, che si è messo a pregare sopra la sua testa. E
giusto alla fine della sua preghiera, il cavallo si è alzato con forza,
mettendosi dritto".
7-
Cacciare le locuste (Mt 10/1)
"Avevo 12
anni, quando le locuste hanno invaso il paese e il nostro villaggio Ehmej,
allora Rachid Bek ElKhoury, direttore della zona,
è andato dal superiore del convento di Annaya, supplicandolo di inviare
Padre Charbel a Ehmej, per allontanare le locuste con la sua benedizione.
Padre Charbel ha subito obbedito, ed è andato. E nel villaggio, egli ha
benedetto l'acqua in mia presenza. Gli abitanti avevano già preparato
l'acqua dentre delle giarre. E dopo che egli abbia benedetto l'acqua, la
gente di lì lo hanno presa e hanno asperso, con essa, le loro vigne ed i
loro campi. E le locuste non avevano più toccato alla zona, e passavano
senza causare danni, e questo lo ho visto con i miei propri occhi".
8-
Sono un dio per impedire la morte?
"Un uomo dalla
famiglia Shmouty, AlBatroun (vedi, Nord Libano), possedeva un gregge di
agnelli che furonno toccati da una malattia mortale, e una gran parte di
essi sono morti. Egli ha sentito parlare della fama di Padre Charbel, e da
lui è venuto chiederlo dell'acqua benedetta, per aspergere con essa il suo
gregge. Al suo arrivo da Padre Charbel, lo ha chiesto dell'acqua benedetta,
e Padre Charbel lo ha risposto, all'inizio: Sono un dio per impedire la
morte? L'uomo si è preparato per il ritorno, ma Padre Charbel è tornato
a chiederlo: Hai portato con te un vaso d'acqua? Egli ha benedetto
l'acqua, dendola a lui. Il pastore lo ha aspersa sul suo gregge, ed esso fu
salvo, senza vedere più morire neppure un agnello. Più tardi, questo uomo
allevava del baco da seta ad AlBatroun. Un giorno, egli ha cominciato a
notare una grande mancanza di quei vermi, come se fosse essi venivano
mangiati da insetti. Egli ha portato dell'acqua, tornando da Padre Charbel,
chiedendolo la sua benedizione su di essa, e Padre Charbel lo ha fatto. Quel
signore ha asperso con quest'acqua benedetta i vermi da seta, ed hanno
trovato poi tanti topolini, e un gran serpente e altri animaletti ad aghi,
morti".
9-
La Barca di Noé (Gv 1/15)
"Tutta la
gente di Ehmej, il mio paese, i chiiti (musulmani) di Almat, ed i vicini
dell'eremo che, una volte le locuste sono venute numerosissime, in uno degli
anni, senza mai lasciare niente. Allora, il Padre Elias AlMechmchany ha
mandato un messaggero, e ha dato ordine a Padre Charbel di prendere
dell'acqua e benidirla, e di aspergere con essa i limiti delle proprietà del
convento, per evitare le locuste di entrare dentro, e Padre Charbel ha
obbedito. Ma, egli ha dimenticato un pezzo di terreno dentro campi dei
chiiti. Le locuste sono arrivati, ed hanno divorato tutto quello che era
verde e tutto quello che era secco, in quelle zone, a parte le proprietà del
convento, esse furono risparmiate. Neppure una delle locuste è entrata
dentro, piuttosto non furono toccate, come se fosse non sono entrate dentro
mai, a parte quella piccola parte, che fu rasa completamente, senza lasciare
in essa nulla, pure la parte esterna dei tronchi delle querce, come esse
hanno fatto alle altre proprietà. Ed i chiiti, raccontano ciò, sempre",
"e le gente in tutto il paese sono rimasti meravigliati a vedere tutti le
pianure del Libano, le sue colline e le sue campgne rase dalle locuste,
tutti gli erbi, le agriculture e tutto quello che era verde furono divorati,
a parte le proprietà del convento (vedi, di San Maroun/Annaya), che furono
salvati da ogni danno, come se fossero la Barca di Noé in mezzo
all'alluvione della destruzione totale".
10- La vigna della chiesa di Ehmej
"Quando le
locuste hanno invaso la zona da circa più di trent'anni (30 anni), il mio
padre ha mandato il mio fratello Boutros supplicare l'eremita Padre Charbel
a venire benedire l'acqua ed aspergerla sulla vigna della chiesa di Ehmej,
dalla quale il mio padre fu l'incaricato. E non mi ricordo se egli sia
venuto e abbia pregato o ci abbia mandato dell'acqua benedetta. Il mio
fratello lo sà molto di me, in precisione. Tutto quello che conosco che la
vigna e l'agricultura furono salvi dalle locuste. Nonostante che le locuste
non abbiano lasciato nulla, in quell'anno, e la gente di Ehmej venivano a
visitare quella vigna, e di loro fu il Padre Elias AlMechmchany, superiore
del convento, ed io era al suo servizio".
11- La capacità dei Santi
"Nel periodo
del mio noviziato, quando leggevo la vità dei Santi, in modo speciale il
libro della Perfezione Cristiana, di Padre Rodrigues il Jesuita, rimanevo
perplesso per alcuni fatti e virtù, relativi a Eremiti e Santi, e pensavo
che c'era un pò di esagerazione. E cose del genere superavano la capacità
umana, mi dicevo. Ma, quando ho vissuto con Padre Charbel, e ho sperimentato
le sue Virtù, di persona e da vicino, ho creduto che La Grazia di Dio fà
Miracoli nelle anime. E tutto quello che è stato detto dei Santi, era di
meno di quello che ho visto, con i miei propri occhi, in quel gigante, Padre
Charbel, il gigante nei scarifici e nel mortificarsi".
Z: La Sua Santa Messa è La
Sua Massima Carità
I-
A sapere
1-
Nel convento
"Il Sacerdote
nella Santa Messa, è Il Vicario di Cristo, e L'Offerta è Il Corpo di Cristo
e Il Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo, veramente... E nella Santa Messa,
ci sono 3 Devozione: Contemplare La Passione di Cristo – L'Offerta del
Sacrificio a Dio Padre – La Comunione Spirituale... E per La Comunione ci
vogliono 6 cose: Una buona Confessione – La recita del Credo – Desidero che
tutti i peccati della gente siano cancellati con una goccia del Tuo Sangue –
Ti voglio bene – L'Atto di Contrizione – Non sono degno... E, il
ringraziamento dopo La Comunione Spirituale o Sacramentale".
"Egli ascoltava tutte Le Sante Messe dei suoi confratelli
Sacerdoti, e alla fine di Esse, egli cominciava la sua Santa Messa, e di
persona ho servito la sua Santa Messa, per parecchi volte",
"e certe volte, egli celebrava La Santa Messa sull'altare di San Giorgio,
sul muro sud, ed altre, sull'Altare di Nostra Signora, sul lato nord del
muro, ed altre volte, sull'Altare Maggiore, se il superiore lo ordinava a
celebrarle lì. Nella sua Santa Messa, egli era molto devoto e celebrava con
tanta cura. Egli aveva tre (3) fazzioletti neri, che egli attaccava
all'Altare, a destra. Egli asciugava il suo nazo raffredato d'inverno, con
uno. Dopo Il Vangelo, egli usava un'altro, e dopo Le Parole di
Consacrazione, egli usava il terzo, se era necessario di farlo",
"La sua Santa Messa prendeva circa 1 ora, e certe volte di più, parlando con
La Reverenza Divina. E nessuno si annoiava dell'ascoltare La sua Santa
Messa, anche se Essa prendeva tempo. Egli celebrava La Santa Messa con tanta
cura, e noi capevamo da lui La Lettura del Vangelo, parola per parola, ed
egli non alzava troppo la sua voce",
ma "alcuni non venivano a servirlo La Santa Messa, perché egli La celebra
con lunga cura",
"e dopo La Santa Messa, egli tornava al suo posto dietro la porta,
inginocchiandosi dritto per circa due (2) ore, per terra sul pavimento,
d'inverno e d'estate. E quando usciva dalla chiesa, egli lavava i
fazzioletti, prima di andare nei campi".
2-
Nell'eremo
"E quando egli
stava nell'eremo, salivo su ad ascoltare La sua Santa Messa, ed a servire Le
sue Sante Messe, in alcuni giorni. La sua Santa Messa, nell'eremo, era la
stessa da quella che egli celebrava quando stava nel convento, in tutto, sia
dai giorni festivi che feriali lavorativi",
e "La sua Santa Messa era celebrata con estrema devozione. E tanta gente
veniva ad ascoltare La sua Santa Messa ed a guadagnare la sua benedizione",
"e prima della Santa Messa, lo vedevo inginocchiato dritto vicino alla
porta, e d'inverno, egli si inginocchiava su un cerchio di canna, per
evitare l'umidità, e d'estate, sul pavimento. E dopo La Santa Messa, lo
lasciavo in chiesa, inginocchiato dritto, preso in un profondo
ringraziamento".
"Mentro lo
servivo La Santa Messa, notavo la sua calma, ed egli compiva tutti i gesti
nel Sacrificio Divino, a bassa voce, con tanta cura e grande devozione. Egli
celebrava La Santa Messa di domenica o di feste, due ore prima del
mezzogiorno. E nei giorni lavorativi, egli celebrava La Santa Messa di
mattina, e dopo La Santa Messa, io partivo per il mio lavoro. E lui, dopo il
ringraziamento, partiva dalla chiesa ai lavori nella vigna. E non sò dirvi
quanto tempo egli rimaneva in stato di ringraziamento, ma posso confirmarvi
che tutta la sua vita era una preparazione alla Santa Messa, e
ringraziamento per Essa",
"egli entrava in una profonda meditazione davanti a quello che stava davanti
a lui [133], come se egli fosse assente dal mondo".
3-
Faccia a faccia
"Egli era sempre come uno fuori del mondo, nella vita spirituale
sua, specialmente al momento dell'Invocazione dello Spirito Santo, dopo Le
Parole di Consecrazione, e al momento della Santissima Comunione, e del
Ringraziamento con Il Calice alzato in alto, ed egli eccelleva nella
contemplazione profonda, e meditava sempre La Misericordia, e non faceva
attenzione ai movimenti e rumore che succedevano attorno o vicino a lui",
"e dopo Le Parole di Consacrazione, egli guardava al Santissimo Sacramento
Che stava davanti a lui, un sguardo pienissimo di Estremissima Devozione",
"con timore, come se fosse egli vedeva Il Dio della Gloria faccia a faccia",
"e vedere con i suoi propri occhi Dio Che si è fatto uomo, Il Nascosto",
"ed ho notato che, egli parlava con Uno Importantissimo davanti a lui e che
egli Lo vedeva con i suoi propri occhi",
"ed egli vedeva Dio preso dallo Spirito",
"e lo vedevo come se fosse egli guardava con i suoi propri occhi Il Figlio
di Dio Stesso",
"e quando egli alzava Il Santissimo, pregando: "Abo Dkousto=Padre della
Verità", egli si vedeva rallegrato nello Spirito, come se fosse egli vedeva
Il Volto di Dio, faccia a faccia".
4-
La pulizia
"Egli era molto pulito, specialmente per La Santa Messa",
"egli aveva conservato un'abito religioso ed un paio di scarpe buoni, che
egli indossava e metteva per La Celebrazione del Sacrificio Divino, poi egli
gli toglieva alla fine del Sacrificio",
e "l'asciugamano, il sapone ed il paio di scarpe che egli usava durante La
Santa Messa, egli non gli utilisava per altri motivi, per rispetto al
Sacrificio (Eucaristico)",
"e la sua pulizia non era che per meglio prepararsi e per grande rispetto
alla Santa Messa",
"egli non lavava mai i suoi piedi, neppure il suo viso, ma soltanto le sue
labra per La Santa Messa. Mentre egli lavava le sue mani, prima della Santa
Messa, d'un modo strano",
"a parte per La Santa Messa, egli non bagnava mai le sue mani con l'acqua",
"ed egli curava tutto quello che riguardava la chiesa, di una cura
estremamente meravigliosa".
II-
Racconti ed Eventi
1-
Come l'attirametallo
"Quando ero ancora una giovane ragazza, venivo all'eremo da Ehmej, con i
miei genitori, per ascoltare La Santa Messa ogni domenica e festa. E la
maggior parte, era per ascoltare Le Sante Messe da Padre Charbel, ed io non
lo vedevo che alla Santa Messa. La nostra famiglia dice che, la costruzione
di quest'eremo fu da un Frate della nostra famiglia. E noi eravamo attirati,
in modo particolare, a quest'eremo che ci fa ricordare il nostro zio. Anche
d'estate, noi venivamo a passarlo nella località di AlOuainy, vicino
all'eremo, dove non si trovava una chiesa. In più, la santità di Padre
Charbel, attirava a se le anime come l'attirametallo. La chiesa dell'eremo
non si è privato da tanti visitatori, sia di domeniche o di feste. E
colui che participava alla Santa Messa di Padre Charbel, rimaneva molto
commosso, e dopo La Quale egli non aveva più voglia di uscire dalla chiesa,
specialmento nel momento della sua recita delle Parole di Consacrazione,
dove egli rendeva il cuore morbido, con la sua devozione e la sua bella voce.
La devozione, la cura ed il timore erano presenti in tutti i suoi gesti. E
dopo La Santa Messa, egli si inginocchiavo sul pavimento, dritto, con la
testa per terra, come se fosse una statua. E quando egli incenseva i Fedeli,
egli non alzava il suo sguardo verso nessuno".
2-
Ma tu stai mangiando una macedonia di cereali?
"Egli
era un Sacerdote molto devoto, dando il rispetto e la devozione alle anime
di coloro che lo guardavano, in modo particolare nei momenti dell'Offerta
del Sacrificio Divino. E, il suo compagno, Padre Macarios mi ha raccontato
che se capitava un Sacerdote che celebrava La Santa Messa all'eremo in
fretta, Padre Charbel si avvicinava da lui, dopo La Celebrazione, dicendolo:
Perché tu vai così in fretta?! Ma stai mangiando una macedonia di
cereali?! Egli era un angelo in corpo d'uomo. E non ho mai sentito dire
da lui che, in vita monastica sua, prima della sua salita all'eremo, egli
abbia fatto di meno in santità e virtù, da quello che egli viveva nel suo
eremo".
3-
Prendi Il Santissimo Sacramento (Mc 14/22)
"Una
volta, sono andata con la mia madre Wardet, in forma di visita, all'eremo di
Annaya, secondo il suo desiderio. Lì, abbiamo trovato Padre Charbel.
L'eremita non ha voluto ricevere la mia madre, ed essa ha chiesto di
bacciare la sua mano. Egli a risposto a lei, da dentro la chiesa, con la
porta chiusa: Prendi Il Santissimo Sacramento, nella Santa Messa, e sarà
in bocca tua e nel cuore tuo Il Figlio di Dio in persona, ed Egli ti
basterà.E di che cosa tu godrai nel bacciare la mia mano, se Il Figlio di
Dio è nel tuo cuore?! Ed io ho servito La sua Santa Messa, ed ero un
giovane ragazzo di 15 anni, ed ho passato tutta La Santa Messa a guardare
l'eremita sull'Altare, e La sua Santa Messa ha durato 1 ora. E quando siamo
arrivati, egli era inginocchiato in chiesa, e dopo La Santa Messa, siamo
rimasti nell'eremo, e la mia madre stava fuori per di più di 1 ora e mezzo,
e siamo ripartiti, mentre lui è rimasto in chiesa, e così la mia madre non
ha potuto bacciarlo la mano, neppure vederlo faccia a faccia".
4-
La lacrima cadeva dai suoi occhi
Ed
"egli, nella sua Carità, era un fuoco ardente. E tante volte, egli si
vedeva, sull'Altare, e nel suo petto una caldaia di caldo fuoco. I suoi
occhi diventavano limpidi, le sue lacrime cadevavano, il suo volto diventava
rosso, ed i gemiti uscivano dal suo petto, come se fossero un fuoco ardente",
"ed egli era come uno che vedeva Cristo, con i suoi propri occhi. Perciò,
egli aveva le lacrime negli occhi, lacrime che cadevano con forza, ed io di
persono ho visto ciò, perché ho servito Le sue Sante Messe, tantissime
volte",
"e quando egli pronunciava: Questo è Il Mio Corpo! o Questo è Il Mio
Sangue! certe volte, la lacrima cadeva dai i suoi occhi. Ho notato
questo per due volte. Una volte dei due, la lacrima è caduto sul corporale.
E dopo La sua Comunione al Santissimo Corpo di Cristo, e La sua Bevanda al
Preziosissimo Sangue, ed il lavaggio dei suoi diti, egli ha trovato il segno
della lacrime [5], sul corporale. Egli ha pensato che questo fu Un Goccia
del Preziosissimo Sangue, perciò egli si è agitato. Allora, lo ho detto,
quando lo ho trovato guardare a questo segno agitato, cosa hai? Questa è la
lacrima tua che, essa è caduto dai tuoi occhi, dopo Le Parole di
Consacrazione. Egli è rimasto agitato, e dopo La Santa Messa, egli ha
portato il corporale al convento, faciandolo vedere l'accaduto al superiore,
per calmare il suo pensiero".
5-
Egli prendeva Il Calice sotto i suoi denti
"Nel
periodo della fine della sua vita terrena, dopo La Bevenda del Preziosissimo
Sangue, certe volte, egli prendeva Il Calice sotto i suoi denti, senza più
lasciarLo dalla sua bocca. Egli si dava alla preghiera, e parlava con Dio in
chiesa, come un uomo innamorato estremamente da Lui. E questa Carità, si
vedeva nelle sue lacrime durante La Santa Messa, specialmente quando egli
beveva Il Preziosissimo Sangue e prendeva Il Calice sotto i suoi denti,
lasciandone sopra i segni".
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